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Crescentino
30 Gennaio 2024 - 01:26
Il sindaco Vittorio Ferrero e il suo vice Luca Lifredi
CRESCENTINO. E pensare che c'erano quelli che nel 2019 avevano votato e fatto votare la lista “Crescentino viva”, con candidato sindaco Vittorio Ferrero, «perché è una lista di sinistra». E pensare che la lista era sostenuta - senza dichiararlo esplicitamente - dal locale circolo del Partito Democratico, che riuscì anche a far eleggere un assessore (Annalisa Bordignon). Ora, quando mancano pochi mesi alla fine del mandato, tutte queste anime belle si dicono stupefatte: ma come, abbiamo da più di quattro anni un vicesindaco di destra?
Quand'era greppiano
Lifredi, perito elettronico e agricoltore, era stato introdotto alla vita amministrativa da Fabrizio Greppi, nella cui lista “Insieme per Crescentino” era stato eletto consigliere nel 2014. (Quasi) cinque anni in maggioranza con Greppi sindaco, ma non aveva mai ricevuto l'incarico (e l'indennità) da assessore: le poltrone in Giunta erano saldamente presidiate da Carmine Speranza e Giuseppe Arlotta. Il giovane Lifredi era sì, formalmente, il “capogruppo”: con tante pacche sulle spalle, la possibilità di usare l'auto elettrica del Comune... ma senza "stipendio".
«Vado con quegli altri»
Ecco quindi che, alla vigilia delle elezioni del 2019, vista la porta della Giunta ancora sbarrata dall'inossidabile duo Pippo & Carminie', Lifredi fa il grande salto: saluta la compagnia ed entra nella lista concorrente a quella di Greppi, “Crescentino viva” guidata da Ferrero. Lista che vince di un soffio (solo 18 voti in più di quella di Greppi), ed è una vittoria a cui Lifredi dà un contributo decisivo, rastrellando 369 preferenze. Quindi: finalmente in Giunta, finalmente vicesindaco, finalmente con l'indennità da amministratore (cresciuta negli anni: dai 1100 euro mensili del 2021 ai 2000 attuali). E tutti a Crescentino a dire «abbiamo un'Amministrazione di sinistra», solo perché quella di Greppi era di destra.
Le elezioni provinciali
Tra poco più di un mese, il 3 marzo, si voterà per il rinnovo del Consiglio della Provincia di Vercelli, feudo del centrodestra fin dal secolo scorso. Si tratta di elezioni di secondo grado: alle urne non vanno i cittadini, ma i sindaci e i consiglieri comunali di tutto il Vercellese, con voto “pesato” in base alla popolazione dei centri che rappresentano. Dieci gli scranni in palio, e solitamente otto vanno alla lista formata da Lega-Fratelli d'Italia-Forza Italia. Ed ecco spuntare Lifredi: smanioso di entrare in Consiglio Provinciale, prende la tessera di Fratelli d'Italia e si fa candidare dal partito della Meloni, che - stando ai rumors di questi giorni - avrebbe diritto a cinque posti in lista. Non si candida nessun altro sindaco o consigliere né di Crescentino, né di Trino, né di Saluggia, di Fontanetto e di Palazzolo: Lifredi punta quindi ad entrare in Sala Tarsie rastrellando voti in tutta la zona sud della provincia, più magari qualche “aiutino” dal capoluogo dove Fratelli d'Italia ha prosciugato il gruppo consiliare della Lega e ha voti “pesanti”.
Lifredi e Ferrero con il consigliere regionale Gavazza
E il Pd cosa dice?
La candidatura di Lifredi (che comunque non ha mai detto di essere uomo di sinistra) con i meloniani toglie il sonno ai pochi reduci del Circolo crescentinese del Partito Democratico, quattro ex amministratori ultrasettantenni che si erano detti reciprocamente peste e corna negli ultimi mesi di Amministrazione Venegoni e che non hanno più nemmeno una sede in cui riunirsi. Costoro scoprono - poveretti - che la Giunta Ferrero da loro sostenuta non solo da tempo “flirta” apertamente con il consigliere regionale leghista Gianluca Gavazza e con il presidente della Provincia (anch'egli meloniano) Davide Gilardino, ma che ha un vicesindaco di Fratelli d'Italia. E - soprattutto - lo scoprono pochi mesi prima dalle elezioni comunali, quando già si stanno approntando le liste da presentare a maggio. Ferrero si candida per il secondo mandato, e anela ad avere l'appoggio - esplicito o meno - del Pd. Pd che si turerà il naso e voterà una lista con dentro Lifredi? Chissà, a Crescentino può succedere di tutto: macché destra o sinistra, l'importante è avere le preferenze per entrare in Giunta e prendere lo “stipendio” da sindaco o da assessore, il resto è fuffa.
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