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Per chi suona la campana

Cerrato smentisce l’Unione delle Diocesi di Ivrea e di Biella ma... senza troppa convinzione

Monsignor Edoardo Cerrato, diocesi di Ivrea

Monsignor Edoardo Cerrato, diocesi di Ivrea

Sollecitato da numerosi  preti e laici rimasti sorpresi dallo scoop di Fra Martino sul ventilato accorpamento della diocesi di Ivrea  con quella di Biella  il vescovo, monsignor Edoardo Cerrato,  si è  materializzato e lo ha fatto  con una intervista concessa al settimanale diocesano. 

Essa rappresenta però il trionfo dello scontato, non dicendo sostanzialmente nulla. 

Naturalmente, basandosi su più che plausibili ragioni storiche e demografiche, Sua Eccellenza ha smentito la voce di una eventuale unione ma, se si dovesse essere sinceri, senza troppa convinzione. 

L’unico punto certo è stato quando ha ammesso che con questo Papa «fare pronostici in un campo così complesso quale l’accorpamento delle Diocesi è arduo». 

Per il resto, le solite cose circa i tempi e i modi delle sue dimissioni, con un richiamo al documento pontificio «Imparare a congedarsi» in cui si invitano vescovi e preti a «prepararsi in tempo». 

Qualche prete malizioso, ha sottolineato come, sotto questo aspetto,  monsignor Cerrato sia stato obbedientissimo e diligentissimo in quanto sono alcuni anni che si prepara … 

In ogni caso, le voci di un eventuale – quanto improbabile – accorpamento devono comunque averlo turbato. 

Perché se così fosse, la complessa operazione avrebbe non solo tempi lunghi ma contemplerebbe il congelamento donec aliter provideatur di tutte la cariche, compresa la sua. Cosa che non gli auguriamo. 

L’intervista è anche l’occasione per un bilancio che – va detto – non è affatto magro perché se è vero che durante il suo  episcopato sono mancati proclami, conferenze, libri e interviste su temi d’attualità per il solito giro dei pensionati benestanti pseudointellettuali o l’accoglienza, a spese della Diocesi,  di alcuni guru del dissenso cattolico,  l’aver ordinato in dodici anni 11 sacerdoti, che diventeranno poi 13,  non è poco di questi tempi, considerato che nelle diocesi piemontesi, rette da vescovi progressisti e ultrà,  vocazioni non se ne  vedono da anni  e ci si affida al clero africano,  oppure   dando  in appalto la diocesi ai neocatecumenali. 

Magari  mentre il pastore si dedica alla critica d’arte;  immagine che fa  venire  in mente un famoso passo del «Quinto Evangelo»  del cardinale Giacomo Biffi: «Il regno dei cieli è simile ad un pastore che avendo cento pecore e avendone perdute novantanove, rimprovera l’ultima pecora per la sua scarsità di iniziativa (oggi «indietrismo») e, chiuso l’ovile, se ne va all’osteria a discettare  di pastorizia». O, diremmo meglio, di pastorale.

Azzardiamo comunque una profezia. Oggi molti – specie fra i laici ideologizzati – lamentano il grigiore di monsignor Cerrato,  accusandolo di essere un vescovo grigio  e «ordinario» .  

Ma verranno i tempi – che  non sono  lontani - in cui anche  più acerrimi suoi critici ne rimpiangeranno la chiara dottrina esposta opportune et importune e senza mai dare la sensazione di parlare di Cristo come pretesto per parlare d’altro.   

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconterà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E sarà una messa non certo una santa messa, Amen

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