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Per chi suona la campana?
23 Marzo 2024 - 23:48
Monsignor Edoardo Cerrato e Papa Francesco
Una notizia che se si rivelasse fondata sta facendo, da almeno una settimana, discutere il presbiterio canavesano.
Voci romane – non si sa però quanto attendibili – dicono che il nuovo nunzio apostolico in Italia, monsignor Petar Rajic, insediatosi da pochi giorni, ma già ben compreso da mesi nei problemi delle numerose e sovrabbondanti diocesi della Penisola - 225 in tutto- stia studiando l’accorpamento di alcune di esse mettendo finalmente in moto un processo fermo da tempo e che la scarsità di clero e di risorse rende però ormai non procrastinabile.
Fra le circoscrizioni ecclesiastiche interessate vi sarebbe anche Ivrea il cui destino sarebbe quello di essere unita in persona episcopi alla limitrofa diocesi di Biella il cui vescovo è dal 2018 l’eporediese monsignor Roberto Farinella noto per la sua bontà, pietà e mitezza, buon omileta, incline al rinvio e poco decisionista, ultimamente fattosi piuttosto rotondeggiante tanto quanto il suo confratello di Ivrea è diventato filiforme.
Si porrebbero così le premesse per la costituzione di una unica grande diocesi che andrebbe da Chivasso fino all’alta Val Sesia: l’unione di due debolezze.
Di fronte a tale palingenetica – si fa per dire - prospettiva i più sembrano scettici e avanzano ragionevoli obiezioni che però oggi con Papa Francesco non hanno più alcun valore.
Ivrea, risalendo al IV secolo, è una delle diocesi più antiche del Piemonte, Biella fu eretta soltanto nel 1772 sottraendone il territorio dall’arcidiocesi di Vercelli ma della cui metropolia entrò a far parte, mentre Ivrea ancora oggi è in quella di Torino. Ma non solo.
L’operazione richiede tempi lunghi e procedure complesse. Si pensi che Fossano fu unita in persona episcopi a Cuneo nel 1999 ma soltanto l’anno scorso si è concluso l’iter di unione definitiva.
Monsignor Roberto Farinella
L’esempio più recente è Susa accorpata a Torino nel 2022. Una cosa è sicura.
Di fronte alla prospettiva descritta a protestare sarebbero esclusivamente i sindaci dell’Eporediese (e in particolare quello di Ivrea) i quali - poco informati delle dinamiche ecclesiali - vedono ancora nella diocesi e nel vescovo un fattore di prestigio per il territorio considerando una deminutio esserne privati, anche se poi alla Messa domenicale la presenza si aggira intorno al 10%.
Il processo comunque è ineluttabile.
Si consideri che in Francia le diocesi sono scese a 100, in Spagna a 70, in Germania a 27 e gli Stati Uniti, che hanno un territorio trenta volte più esteso della Penisola, a 197. Dimenticavamo che tra i delusi ci sarebbe anche lo stuolo degli aspiranti vescovi.
Una categoria questa dove le vocazioni non mancano mai...
* Frà Martino
Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconterà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E sarà una messa non certo una santa messa, Amen
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