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Cuorgnè
24 Marzo 2024 - 12:30
La notizia dell'arresto dell'Imam per omicidio ha sconvolto il Canavese
L’arresto dell’imam Abdelrhani Lakhrouti ha suscitato scalpore a Cuorgnè e non senza motivo: la notizia è stata infatti resa nota nella giornata di sabato 23 marzo quando in città era previsto un momento d’incontro fra la comunità islamica ed il territorio canavesano. Una bella iniziativa, organizzata con il patrocinio del Comune, che ovviamente è stata annullata.
L’evento, insieme culturale e conviviale, si sarebbe dovuto svolgere a partire dalle 17 nel piazzale dell’ex-Manifattura. Erano in programma dapprima una tavola rotonda sul tema “Islam e Cristianesimo: più vicini di quanto immaginiamo”, poi, a partire dalle 19, tutti i presenti avrebbero potuto assaggiare i cibi che vengono preparati nel periodo del Ramadan e consumati dopo il tramonto, quando termina il digiuno.
L'Imam di Cuorgnè Abdelrhani Lakhrouti
Come un fulmine a ciel sereno, poche ore prima è arrivata la notizia. La coincidenza temporale era tale che si sarebbe potuto pensare ad una fake-news confezionata ad arte da qualcuno che volesse far fallire la manifestazione. Invece era vera.
Al di là dello sconcerto, se si vuole approfondire la questione viene da chiedersi quale fosse l’importanza di Lakhrouti nella locale comunità islamica, costituita prevalentemente da marocchini. Era davvero un suo esponente di rilievo? Al momento non è chiaro. E’ certo invece che per l’amministrazione comunale era praticamente uno sconosciuto.
Abituati all’assetto gerarchico della chiesa cattolica, che prevede per i ministri del culto percorsi ben precisi e funzioni definite, tendiamo a trasferire questo modello pari pari alla religione islamica. E’ così per gli sciiti ma non per i sunniti, ovvero per la stragrande maggioranza dei musulmani. Per loro l’imam è in realtà soltanto colui che guida la preghiera e può essere scelto dall’insieme dei fedeli ma anche auto-promuoversi. Proprio l’assenza di vincoli e di norme precise consente alle persone più scaltre di emergere, di vantare meriti che non hanno, di ingannare anche le istituzioni, che non dispongono di molti strumenti per distinguere il vero dal falso.
E’ accaduto più volte, in Italia come nel resto d’Europa, che imam molto influenti finissero in manette (in genere per apologia di terrorismo) e che si trattasse di individui guardati con perplessità e diffidenza dai loro stessi correligionari.
Il rischio, in casi come questo, è che si faccia di ogni erba un fascio e che un fatto di cronaca terribile ma specifico venga preso a pretesto per mettere sotto accusa un’intera comunità.
Come ha reagito l’amministrazione di Cuorgnè di fronte a questa notizia? Abbiamo sentito in proposito il sindaco Giovanna Cresto.
Giovanna Cresto sindaca di Cuorgnè
Conosceva bene l’arrestato?
No. E’ probabile che lo avessi visto l’anno scorso, quando ci recammo presso la comunità islamica a portare il saluto dell’amministrazione in occasione del Ramadan, ma non ne ho un ricordo specifico. Non avevamo mai avuto rapporti diretti con lui e, da quanto abbiamo saputo, non si trattava nemmeno di un imam vero e proprio pur essendo molto attivo.
Chi vi aveva proposto di organizzare questa manifestazione?
La richiesta formale era stata presentata dal signor Mustafà, che ben conosciamo, e l’idea era venuta dai giovani della Comunità (comprendente Cuorgnè, Valperga, Salassa). Ce l’avevano già proposta lo scorso anno ma non c’era stato il tempo per organizzarla.
Come avete saputo dell’arresto?
Ci hanno avvisati i Carabinieri. Risale a mercoledì ma fino ad oggi la notizia non era stata resa nota. Vista l’iniziativa in programma per questo pomeriggio ce l’hanno comunicato. Ho fatto venire in Comune i ragazzi del gruppo per spiegare loro cosa fosse successo e subito dopo è arrivata la notizia.
Come hanno reagito?
Sono rimasti senza parole. Ho chiesto se avessero sentito l’imam negli ultimi giorni ed hanno risposto che avevano tentato più volte di chiamarlo ma inutilmente: nessuno della sua famiglia rispondeva al telefono. Al loro posto mi sarei insospettita ma, sapendo che in fabbrica faceva il turno pomeridiano, avevano pensato che il motivo del suo silenzio fosse quello.
Avete deciso subito di annullare la manifestazione?
Ad di là del fatto in sé, ovviamente gravissimo, se l’arresto fosse avvenuto due settimane fa avremmo potuto farla svolgere ugualmente ma così… Spiace perché si trattava di una bella iniziativa. Nella tavola rotonda si sarebbe parlato delle affinità tra la religione cattolica e quella islamica proprio partendo dal tema del digiuno: il Ramadan e la nostra Quaresima hanno molti punti in comune. La cosa carina era che al termine si sarebbe svolto quello che a torto era stato ritenuto un buffet: le donne della comunità avevano cucinato i loro piatti consueti ma in quantità maggiore del normale per farli assaggiare ai presenti. C’è gran dispiacere per tutto quel cibo in eccesso che ora si ritrovano. E poi spiace per i bambini, che conosco bene perché frequentano le scuole di Cuorgnè e che sono sempre molto affettuosi. Vuol dire che riproporremo l’iniziativa il prossimo anno.
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