AGGIORNAMENTI
Cerca
Torino
20 Marzo 2024 - 22:29
Boicottaggio Israele
Una decisione che "infanga i prof che si opposero al fascismo". Con queste parole si conclude la lettera di alcuni professori dell'Università di Torino che criticano la decisione del Senato accademico di non aderire al bando per le partnership di ricerca con Israele.
I docenti stigmatizzano anche "la situazione di ricatto in cui si è trovata la maggioranza del Senato Accademico di fronte a metodi di natura squadristica utilizzati da una minoranza di facinorosi", un riferimento alle richieste dei collettivi di interrompere i progetti accademici con Israele.
"Il boicottaggio scientifico del solo Stato di Israele, fra i molti che si trovano coinvolti in conflitti armati, di cui questa decisione appare l'inizio, rientra appieno nell'ambito dell'antisemitismo, com'è definito dall'International Holocaust Remembrance Alliance, sottoscritta tra l'altro da 41 stati di cui 25 europei (inclusa l'Italia) e dagli Usa -aggiungono- Le università sono ovunque luoghi e cenacoli di pensiero critico".
I bandi del progetto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale con Israele riguardano ricerche scientifiche sullo sviluppo sostenibile: si tratta di collaborazioni sulle tecnologie idriche e per la salute del suolo, sull'ottica di precisione, sull'elettronica e le tecnologie quantistiche, per applicazioni come i rilevatori di onde gravitazionali di prossima generazione. Per i docenti firmatari della lettera, trai quali Ugo Volli, Brunello Mantelli e Daniela Salus, "non partecipando al bando gli organi dirigenti dell'Università di Torino, Rettore, Giunta, Senato Accademico, infangano la memoria di Mario Carrara, Francesco Ruffini, Lionello Venturi e Gaetano De Sanctis, che nel 1931 si rifiutarono di giurare obbedienza al regime fascista".
E' caldo il fronte delle università italiane e ora, dopo la decisione presa ieri dal Senato accademico dell'ateneo di Torino di bloccare il bando di collaborazione con Israele, rischia di incendiarsi.
La scelta di Torino arriva dopo la richiesta dei collettivi studenteschi e dopo una lettera firmata da quasi 1700 tra docenti e ricercatori, una decisione che ha generato una fortissima polemica che coinvolge oggi l'ateneo della città sabauda e tutto il sistema universitario, proprio nella prima Giornata nazionale delle università.
La premier Giorgia Meloni trova "preoccupante" la scelta del Senato accademico dell'Università di Torino che segue, sottolinea, "un'occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi -dice- rischiamo di avere molti problemi". Il clima negli atenei si inasprisce alla vigilia dell'incontro tra la ministra dell'Università e i rettori. A Bologna nel corso di un corteo dei collettivi, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico, ci sono stati scontri tra forze dell'ordine e studenti che sfilavano urlando "Boicotta Israele".
Stessa richiesta in un documento degli allievi della Normale di Pisa che però è stato respinto dal rettore: "lo stop ai rapporti di ricerca con Israele non è un tema in discussione". Allarmata per il clima "di odio verso gli ebrei" nelle università la presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni: "ormai si è superata ogni linea rossa e la preoccupazione per la situazione universitaria dilaga".
E fa appello alla premier Giorgia Meloni, alla ministra Anna Maria Bernini e alla presidente della Crui Giovanna Iannantuoni, parlando di "una escalation che nelle ultime settimane ha raggiunto livelli di gravissima preoccupazione" e che impone di "arginare ed evitare alcuni episodi e situazioni" e di "favorire anziché isolare la conoscenza della realtà israeliana".
La ministra dell'Università Bernini, che domani incontrerà gli 85 rettori della Crui per un vertice programmato dopo le contestazioni al giornalista David Parenzo alla Sapienza e al direttore di Repubblica Molinari alla Federico II, interviene sostenendo di non condividere la decisione dell'Università di Torino, seppur assunta nell'ambito dell'autonomia propria degli atenei.
"È triste - scandisce -che una scelta simile coincida con la prima giornata nazionale delle Università che ha come titolo: 'Porte aperte'. Ed è francamente sconcertante che si possa pensare di chiuderle. Ritengo ogni forma di esclusione o boicottaggio sbagliata ed estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei da sempre ispirata all'apertura e all'inclusività".
Il rettore di UniTo, Stefano Geuna, interviene per chiarire che di nessun boicottaggio "e men che meno antisemitismo" si tratta: la decisione del Senato accademico di non partecipare a un bando di cooperazione scientifica con Israele "é stata un'azione su un bando molto specifico. Tutti gli accordi attualmente in vigore con le università israeliane, e sono tanti, rimangono validi".
Il clima negli atenei impensierisce la politica. La scelta di Torino è condannata da Idv, Azione, a numerosi esponenti della maggioranza, fino al leader M5s Giuseppe Conte, che parla di "errore capitale".
Il senatore Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato, chiede una convocazione urgente della commissione Segre per stigmatizzare la decisione dell'ateneo. Un gruppo di prof si dissocia, "così si infangano i docenti che si opposero al fascismo", e su Change.org viene lanciata da una laureata una petizione che chiede che UniTo mantenga i rapporti con le università israeliane.
Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.