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Ivrea
11 Marzo 2024 - 11:46
Un fiore per Santina Carla Riberi. Tutte le foto sono di Annamaria Pastore e Rachele Chillemi
In una giornata segnata da pioggia e nuvole basse, la città di Ivrea si è unita in un gesto di profondo ricordo e riflessione, guidata dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi), per onorare l'8 marzo, la Giornata Internazionale della Donna. L'iniziativa, denominata “Fiori nei luoghi simbolo della presenza femminile,” ha voluto rendere omaggio a quelle donne che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della Resistenza e della lotta per i diritti civili in Italia.
Mario Beiletti, voce narrante dell'evento, ha condiviso la significatività della giornata: attraverso il gesto simbolico di portare fiori nei luoghi dedicati alle Donne Deportate, alle 21 Madri Costituenti, alla Martire Partigiana Santina Riberi, e alle Donne della Resistenza, la comunità ha ricordato il loro coraggio, la determinazione e il sacrificio.
Nonostante le avversità meteorologiche, un gruppo di cittadini, tra cui giovani e anziani, si è radunato ai Giardini Giusiana per poi procedere in un percorso di memoria che ha toccato piazza Freguglia, il Parco Dora Baltea, e il Giardino della Giustizia, della Pace e della Libertà.
Ogni tappa è stata un momento di riflessione, con la lettura di brani dedicati a queste eroiche figure femminili, sottolineando che la celebrazione dell'8 marzo va oltre i fiori e le commemorazioni annuali.
Si è parlato dell'importanza di un impegno continuo nella lotta per la piena emancipazione femminile e la realizzazione dei diritti sanciti dalla Costituzione Italiana.
Laura Chiono ha emozionato i presenti con la lettura di un brano di Primo Levi, mentre Beiletti ha ricordato il gesto di resistenza quotidiana di sua nonna e di tante altre donne che, con semplici atti di coraggio, contribuirono alla lotta partigiana.
"Faceva a maglia delle calze per il figlio partigiano e poi, mascherandole in un cesto coperto di erba medica, saliva la Valchiusella sperando di trovarlo. Ebbene, succedeva che delle donne lungo la strada l’avvertissero della presenza di tedeschi o fascisti, facendole cambiar strada. Anche quel semplice paio di calze, o l’avviso delle contadine, era il segno di una rete di protezione steso attorno alla Resistenza, che la rese possibile..."
L'Assessora Gabriella Colosso si è concentrata sul ruolo cruciale delle 21 donne elette nell'Assemblea Costituente, pioniere nella battaglia per i diritti delle donne in Italia, contribuendo all'introduzione nella Costituzione di principi fondamentali come la pari dignità sociale, l'uguaglianza di genere nel lavoro e nella famiglia, e il sostegno alle famiglie e ai figli nati fuori dal matrimonio.
Delle 21 Costituenti:
nove provenivano dal Partito Comunista: Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi,
nove dalla Democrazia Cristiana: Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio,
due dal Partito socialista: Angelina Merlin e Bianca Bianchi
una dal partito dell’Uomo Qualunque: Ottavia Penna Buscemi.
Io so cosa vuol dire non tornare. A traverso il filo spinato. Ho visto il sole scendere e morire; Ho sentito lacerarmi la carne. Le parole del vecchio poeta: «Possono i soli cadere e tornare: A noi, quando la breve luce è spenta, Una notte infinita è da dormire...
(Primo Levi – 7 febbraio 1946).
Il ricordo si è esteso a tutte le donne che hanno lottato per la libertà e la giustizia, come dimostrato dalla commovente poesia (di Tullia De Mayo partigiana Manuela, combattente, poetessa di Cuorgnè) dedicata a Santina Riberi, letta da Laura Salza, e dalle parole di Ivan Pescarin sulle donne della Resistenza.
Concludendo la cerimonia, Mario Beiletti si è soffermato su una riflessione di Chiara De Felice, ricordando che dietro ogni grande momento storico, ci sono storie di donne che, con forza e determinazione, hanno affrontato sfide immense.
Da sottolineare, tra gli altri momenti, quello della posa di un ramo di mimosa anche sulla targa dedicata a Norma Cossetto, con un pensiero che va da Santina a Norma a tutte le Donne che hanno perso la vita nei conflitti.
"Che fossero l’una comunista e Partigiana, l’altra fascista - ha chiarito Beiletti - poco importa ormai, se non nelle intenzioni di rimestare il fondo della Storia per provare a dividere e disinformare. La Storia ha già dato il suo giudizio: da una parte stavano la dittatura, le leggi razziali, la tragedia di una guerra e la Shoah. Dall’altra chi combatté contro tutto ciò per darci pace e libertà. Differenze incommensurabili, che però non devono pesare sulla umana pietà per tutte le vittime, quasi sempre provocate da mano maschile. Ecco perché qualcuno ha posato il ramo di mimosa a Norma Cossetto dopo averlo fatto per Santina Riberi. Nessuna mano tesa, sia chiaro, contro i vecchi e nuovi fascismi, contro quei rigurgiti anti-storici che farebbero bene a voltar pagina… Però una mimosa ad una povera ragazza dimostra che noi non proviamo odio, né che utilizziamo una fanciulla orrendamente torturata come scudo ed alibi per ideologie aberranti…".
Non c'è dubbio. La tradizione iniziativa dell'Anpi a Ivrea è un momento di profonda riflessione sulla storia e sulle sfide che ancora oggi le donne affrontano. Ci ricorda che la lotta per i diritti e l'emancipazione è un percorso che richiede impegno quotidiano e consapevolezza collettiva.
Ci sono donne che hanno occhi profondi e sconosciuti come oceani…
Se ti fermi un istante le puoi sorprendere, mentre lottano contro il proprio istinto…
Mentre fanno passeggiare il proprio dolore a piedi nudi, affrontando onde che ad ogni mareggiata sono sempre più minacciose…
Ci sono donne che chiudono gli occhi, ascoltando una musica lenta,
che rende ancora più salate le loro lacrime…
Ci sono donne che con orgoglio ma con il nodo in gola, rinunciano alla felicità…
Ci sono donne che con i loro occhi fotografano quegli splendidi ma così fugaci attimi in cui si sentono abbracciate dall’amore, sperando di mantenerli vivi e colorati per sempre…
Se apri gli occhi un istante le puoi osservare, mentre disseminano briciole
di sé stesse lungo il percorso verso quel treno che le porterà via,
mentre urlano la loro rabbia contro vetri tremolanti di una casa diventata prigione…
(Chiara De Felice)
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