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Accedere in ospedale se non si cammina è un'agonia: ecco le foto della vergogna!

Mentre la politica discute - e insulta - in Consiglio comunale, i cittadini vivono ogni giorno un'esperienza ai limiti dell'accettabile

Chivasso

Le fotografie che documentano le difficoltà che incontrano le persone per accedere all'ospedale

Un uomo anziano su una carrozzina spinta su per la rampa di accesso alla nuova ala dell’Ospedale.

La donna che spinge la carrozzina si ferma in cima alla rampa, a bordo strada, di fianco alla rotonda di via Paolo Regis. La donna prende un braccio dell’uomo e se lo porta al collo, lo solleva dalla carrozzina e lo fa sedere su uno dei “panettoni gialli” che vengono usati come dissuasori per il traffico nelle città. Poi riporta la carrozzina in ospedale, mentre l’uomo, che impugna le stampelle, attende che la donna ritorni. 

E’ una scena tra le tante che ogni mattina e ogni pomeriggio si possono vedere in via Paolo Regis, di fronte all’ingresso dell’ospedale.

L’accesso alla nuova ala è - possiamo dirlo senza ombra di smentita - un disastro.

Non c’è una sosta veloce per far scendere le persone di fronte all’ingresso e ripartire. Anche se alcuni lo fanno lo stesso, intasando il traffico della rotatoria.

Non c’è la possibilità di arrivare con l’auto fino davanti all’ingresso, perché l’accesso è stato pensato con una rampa non preoccupandosi, evidentemente, di chi ha problemi a muoversi.

Se ne parla da mo’, delle difficoltà di accesso alla nuova ala dell’ospedale, inaugurata nel gennaio 2018. Se ne parla da tanto, ma sinora non s’è fatto nulla nonostante le interrogazioni, le mozioni, le interpellanze portate anche all’attenzione dell’amministrazione comunale, in Consiglio. 

L’ultima solo la scorsa settimana. 

Quando il sindaco Claudio Castello prima ha sostenuto l’impossibilità di realizzare una corsia di “sosta veloce” per l’ospedale, mancando gli spazi necessari nella carreggiata della rotonda, poi ha spiegato che a breve incontrerà la dirigenza dell’Asl To 4 per chiedere di ripristinare l’accesso al Pronto Soccorso dall’ingresso dell’ala monumentale, in corso Galileo Ferraris.

Claudio Castello sindaco di Chivasso

E infine, incalzato dalla minoranza consiliare, ha definitivamente perso le staffe dando dei “pazzi” ai sindaci che l’hanno preceduto in riferimento al progetto di autorizzare l’ingresso di un’ospedale in prossimità di un cavalcavia ferroviario come quello di via Paolo Regis.

Solo un pazzo, più di un pazzo, che hanno gestito la vita pubblica a Chivasso in anni non sospetti poteva fare un ospedale a metà di un cavalcavia”.

Nel rispondere ad un’interrogazione della minoranza sui problemi della viabilità cittadina, con particolare riferimento alla rotonda di via Paolo Regis e all’accesso all’ospedale, spesso teatro di code con auto che si fermano per far scendere le persone e parcheggiano creando un intralcio alla viabilità, ha perso le staffe. Ed ha duramente attaccato chi è venuto prima di lui ad amministrare la città, dandogli di fatto del pazzo.

Il riferimento, non l’ha detto ma non è difficile capirlo, dato che l’unico ad essere stato eletto senatore è l’ex sindaco Andrea Fluttero o, prima ancora, l’onorevole Renato Cambursano ma probabilmente si va troppo in là con gli anni, è parso a tutti chiaro. 

Chiederemo all’Asl To 4 la possibilità di accedere al Pronto Soccorso non più da via Paolo Regis ma dal vecchio accesso dell’ala monumentale in corso Galileo Ferraris - ha detto Castello -. E’ una situazione insostenibile, ma ci tengo a dire solo una cosa: solo un pazzo, più di un pazzo, che hanno gestito la vita pubblica a Chivasso in anni non sospetti poteva fare un ospedale a metà di un cavalcavia. Questi qui hanno contrattato una discarica con una zona industriale a scapito di un ospedale che doveva essere fatto in cascina Sant’Anna dove adesso c’è l’area n concordato di Chind. Queste persone di Chivasso se ne sono fregati: sono andati a Roma, hanno fatto la loro carriera politica e noi ci troviamo a Chivasso un ospedale a metà di un cavalcavia esattamente come Ivrea che tanto critichiamo. Noi siamo riusciti a fare la stessa cosa”. 

Parole durissime, che hanno innescato una serie di reazioni. Ma, intanto, ogni mattina e sera, per chi deve andare in ospedale per un esame, un controllo, una visita, ed ha problemi a deambulare autonomamente, è un’agonia.

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