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Acqua, energia e turismo: la Val Soana si gioca il "triplete" con una nuova diga

Verificata la fattibilità tecnica dell'impianto che dovrebbe portare ad una svolta idrica almeno in Canavese

Acqua, energia e turismo: la Val Soana si gioca il "triplete" con una nuova diga

La diga creata con l'intelligenza artificiale

Nel cuore del Canavese emerge un progetto innovativo che potrebbe rivoluzionare la gestione delle risorse idriche e il panorama energetico: la realizzazione di un nuovo invaso in Val Soana, tra i comuni di Pont Canavese e Ingria.

Questa iniziativa, frutto di una collaborazione tra Iren Energia e l'Unione montana Valli Orco e Soana, punta a sfruttare al meglio le potenzialità del territorio, offrendo soluzioni multifunzionali che vanno dall'irrigazione all'approvvigionamento idropotabile, dalla produzione di energia idroelettrica alla prevenzione delle piene e alla lotta contro gli incendi, fino alla promozione del turismo.

Val Soana, verificata la pre-fattibilità tecnica
per il nuovo invaso ad uso plurimo

"Grazie a una ricerca affidata al Politecnico di Torino – Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture (DIATI) – è stata verificata la pre-fattibilità tecnica per la realizzazione di un nuovo invaso in Val Soana (sbarramento di Stroba) tra i comuni di Pont Canavese e Ingria".

Con una nota stampa, Iren annuncia la pre-fattibilità tecnica del progetto. 

L'area su cui dovrebbe sorgere la diga in Valle Soana

"Il serbatoio ad uso plurimo, della capacità sino a 35 milioni di metri cubi, avrebbe un'ampia valenza per il territorio canavesano grazie all’utilizzo irriguo, idropotabile, irriguo e idroelettrico, nonché per la laminazione delle piene e il servizio antincendio, senza trascurare il potenziale positivo contributo allo sviluppo del settore turistico. Favorevoli risulterebbero inoltre gli effetti per una più efficiente gestione multi-obiettivo delle risorse idriche nell’intero bacino territoriale Orco-Soana.

Lo studio è stato commissionato da Iren Energia e dà concreta attuazione al Protocollo d’Intesa siglato il 14 dicembre 2022 con l’Unione montana Valli Orco e Soana per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e delle sue risorse, prevedendo un’importante collaborazione su tematiche strategiche di interesse comune, riguardanti in particolare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, l'utilizzo plurimo di invasi e studi sul cambiamento climatico ed i relativi effetti".

"L’accurato lavoro svolto dall’ateneo ha consentito di individuare la risorsa idrica disponibile e la sua ottimale gestione - conclude la nota - anche in rapporto alle esigenze dei diversi utilizzi e ai possibili effetti associabili ai cambiamenti climatici e alle crisi idriche, come già avvenuto nel recente passato.

Lo studio di pre-fattibilità non ha rilevato sostanziali criticità che ostino alla realizzazione dell’opera, rendendo ragionevole proseguire con approfondimenti di indagine e apre prospettive per ipotizzare futuri sviluppi progettuali".

Ma cosa sono esattamente gli invasi?

Un invaso, o bacino artificiale, è una massa d'acqua raccolta artificialmente, di solito tramite una diga, per vari scopi come l'irrigazione, la produzione di energia idroelettrica, il controllo delle piene, l'approvvigionamento di acqua potabile e il tempo libero. Queste opere ingegneristiche giocano un ruolo cruciale nella gestione sostenibile delle risorse idriche, specialmente in contesti geografici caratterizzati da una distribuzione irregolare delle precipitazioni nel corso dell'anno.

La diga di Ceresole Reale

Il Piemonte è teatro di numerose iniziative che mirano a sfruttare le risorse idriche in modo innovativo e sostenibile. Tuttavia, il dibattito sulla realizzazione di nuovi invasi è complesso e multisfaccettato.

Se da un lato, l'utilità degli invasi per la gestione delle risorse idriche è evidente, dall'altro, le preoccupazioni ambientali relative alla loro costruzione non possono essere trascurate. Le critiche si concentrano sull'enorme consumo di suolo, sulle modifiche apportate ai corsi d'acqua e sulle ripercussioni ecologiche che ne conseguono, come l'impattamento sugli ecosistemi acquatici e la variazione dei sedimenti trasportati dai fiumi, che possono portare all'erosione delle coste.

In Piemonte, gli invasi artificiali non si limitano al solo progetto in Val Soana. La regione ospita diverse strutture simili, come i laghi del Gorzente, tre invasi artificiali dell'Appennino ligure che servono gli acquedotti di Genova, dimostrando l'importanza strategica di queste opere per la gestione dell'acqua in aree urbane e rurali.

La decisione di procedere con la costruzione di un nuovo invaso richiede un'attenta valutazione delle necessità idriche del territorio e un'analisi approfondita degli impatti ambientali e sociali.

È essenziale ponderare le diverse esigenze, dalle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici alla conservazione degli habitat naturali, per garantire che il progresso infrastrutturale non avvenga a scapito dell'ambiente e della biodiversità.

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