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Per chi suona la campana

Il Credo "à la carte" di Don Luciano Valle

Anche i protestanti più progressisti  avrebbero  non poche  e fondate obiezioni da avanzare

Il Credo "à la carte" di Don Luciano Valle

Tutti i cristiani – non solo i cattolici ma anche gli ortodossi e i riformati - sanno o dovrebbero sapere che cosa sia il Credo e cioè quella professione  nelle verità fondamentali della fede che tutte le domeniche viene proclamato durante la Messa. 

Conosciuto tecnicamente come Simbolo niceno-costantinopolitano o anche nella forma del Simbolo apostolico, l’Istruzione Redemptionis Sacramentum del  25.3.2004 al n.69 così  stabilisce: «Non si ammetta nella Santa Messa un Credo e Professione di fede, che non sia inserito nei libri liturgici debitamente approvati».

Don Luciano Valle nato nel 1946 e ordinato nel 1971 è parroco di Banchette di Ivrea. Assai  conosciuto e  (da alcuni) apprezzato per le sue posizioni d’avanguardia e ultraprogressite ha deciso – superando i Padri di Nicea e di Costantinopoli – di mettere mano al Credo rendendolo più «moderno» e orecchiabile ai contemporanei. 

Ecco  cosa ne è venuto fuori: «Credo in un solo Dio che è Padre, fonte sorgiva di ogni bellezza, di ogni bontà; da lui vengono e a lui ascendono tutte le cose. Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio e figlio dell’uomo, immagine visibile e trasparente dell’invisibile volto di Dio, immagine alta e pura del volto dell’uomo così come si specchia in quello di Dio così come lo ha sognato il cuore di Dio. Credo nello Spirito Santo che vive ed opera nelle profondità del  nostro cuore per trasformarci ad immagine di Cristo. Credo che da questa fede fluiscano le realtà più essenziali e irrinunciabili della nostra vita: la comunione dei santi e delle cose sante, che è la vera Chiesa, la buona novella del perdono dei peccati e la fede nella  risurrezione che ci dona speranza che nulla va perduto nella nostra vita, nessun frammento di  bontà e bellezza, nessun sacrificio per quanto nascosto ed ignorato, nessuna lacrima e nessuna amicizia. Amen».

Un testo poetico, sentimentale  ed accattivante, con evidenti influssi panteistici ma ottimo per la nostra fede debole e fluida. Con un unico difetto e cioè quello di accantonare e obliterare le verità fondamentali della fede cristiana professata nei  Simboli  professati fin dai  concili ecumenici dell’antichità e nei secoli, in particolare la Trinità, la Redenzione, Cristo ridotto ad immagine, assenza di Maria e del giudizio e molto altro su cui ritorneremo.

Un testo sostanzialmente eretico. 

Evidentemente don Valle ha preso in parola l’invito del compianto monsignor Luigi Bettazzi ad essere eretici e cioè – diceva lui - «liberi» dai dogmi e dalla morale che ne consegue: «Sognare eresie. Fede, amore e libertà, EDB».  

In questo caso però anche i protestanti più progressisti  avrebbero  non poche  e fondate obiezioni da avanzare.     

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconterà di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E sarà una messa non certo una santa messa, Amen

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