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La Voce degli animali
29 Febbraio 2024 - 14:46
Il parroco e il lupo
Un piccolo borgo italiano è al centro di una polemica tra il parroco locale e gli animalisti. Don Gaudenzio Martini, parroco della frazione di Forno del comune di Valstrona, ha ripristinato la "messa contro il lupo" che si celebrava il giorno di San Valentino fin dal 1762. La messa era un tempo comune in molte zone d'Italia e d'Europa per invocare la protezione divina contro i lupi, che rappresentavano una minaccia per le persone e il bestiame.
Gli animalisti dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA) hanno accusato il parroco di istigazione all'uccisione di animali selvatici e di maltrattamento di animali. Lorenzo Croce, presidente dell'AIDAA, ha definito la messa "un rito anacronistico e pericoloso" e ha minacciato di denunciare il parroco.
Il parroco ha respinto le accuse degli animalisti e ha affermato che la messa non è un invito a uccidere i lupi, ma una preghiera per la protezione delle persone e del bestiame. Don Martini ha inoltre sottolineato che i lupi sono una specie protetta e che la loro caccia è illegale.
La polemica ha acceso un dibattito sul ritorno del lupo in Italia. Negli ultimi anni, il numero di lupi in Italia è aumentato e questo ha creato tensioni con alcune comunità rurali.
L'Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurale (ANTER) ha preso le difese del parroco. In una nota, l'ANTER ha affermato che la "messa contro il lupo" è una tradizione antica che non ha nulla a che vedere con l'istigazione all'uccisione di animali selvatici. L'ANTER ha inoltre sottolineato che il lupo è una specie fondamentale per l'equilibrio dell'ecosistema.
La polemica è destinata a continuare. È importante ricordare che il lupo è un animale selvatico che deve essere rispettato e che la sua presenza è un elemento importante per la biodiversità.
UNA LETTERA. In difesa del parroco
Ha suscitato sdegno o all'opposto divertimento l'accusa di "istigazione all'uccisione di animali selvatici e per maltrattamento di animali ai sensi dell'art. 544 del codice penale" rivolta a don Gaudenzio Martini, parroco della frazione di Forno del comune di Valstrona. L'ha fatta Lorenzo Croce, presidente dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, fondata nel 2004. Chi è questa persona? Be', il 16 aprile 1993 l'agenzia Adnkronos si occupò di un individuo con lo stesso nome e cognome che allora aveva velleità giornalistiche (1), seguita dai giornali e conseguentemente dall'Ordine dei Giornalisti e addirittura da libri (2)
L'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA) non figura nell'elenco di quelle riconosciute dal ministero dell'Ambiente. Non si sa di quante persone operative sia effettivamente composta, ma crediamo pochissime. Tuttavia emettono una mole impressionante di comunicati stampa su animali brutalizzati, morti o scomparsi, tipo 60.000 gatti neri uccisi in un anno in Italia anche per i riti satanici (nel 2006 addirittura si inventarono la Giornata del gatto nero, per cercare di fermare tali... uccisioni), 3.000 galline sgozzate a Milano sempre per i riti satanici, 250.000 pesci rossi regalati nelle fiere in Lombardia in un anno, 25 gatti gettati dalle finestre (insieme o uno per uno?) a Porto Empedocle e così via. Cifre divulgate senza pubblicare le fonti ufficiali, dette solo da loro... Ovvio che la conseguente visibilità data da siffatti racconti spinga un certo numero di persone a iscriversi e pagare - è la cosa è lecita e legittima - quote associative di 20 euro per i soci ordinari, di 50 euro per i sostenitori e di oltre per i benemeriti. Tali fondi servirebbero anche per le taglie da 500 o 10.000 euro poste dall'associazione sulla individuazione e condanna di coloro che compiono o compirebbero reati contro gli animali. Non siamo però a conoscenza di qualcuno che concretamente abbia incassato tali soldi.
L'AIDAA creò persino il Tribunale degli Animali, che non c'azzecca niente con i veri tribunali con organi giudiziari e l'amministrazione della giustizia. Questa associazione non è da confondere assolutamente con l'altra ossia l'AIDA&A, come specificato da questi ultimi con fermezza. Anche altre associazioni animaliste hanno lo stesso atteggiamento, e l'ENPA denunciò Lorenzo Croce per diffamazione (3) Ma per chi volesse saperne molto di più basterà cercare su Internet "Bufale.net Lorenzo Croce" e "Butac.it Lorenzo Croce". A proposito del Butac (Bufale Tanto al Chilo), Croce nel 2015 minacciò di denunciarli per "danno di immagine" con la richiesta di ben 5 milioni di euro. La cosa non dev'essere andata in porto, poiché il Butac continua ad "attenzionarlo" e anzi imperterrito esorta i giornali a non dare spazio a lui e all'associazione. Inoltre consiglia ai lettori di cessare di leggere i giornali che gli danno spazio.
Citiamo solo alcune chicche per brevità, relative a sue denunce minacciate sui media o formalizzate anche solo su segnalazioni senza prove: 2012, Il parroco di Sant'Eugenio di Palermo avrebbe fatto morire di fame e sete gli uccellini nelle voliere. Lettera anche al vescovo. 2013, nella zona di Rho le tartarughe verrebbero rubate dai giardini delle case e cucinate. 2014, spot con la gallina e Antonio Banderas nella pubblicità televisiva del Mulino Bianco di Barilla: La gallina appare innaturale nei movimenti, potrebbe essere per le condizioni di forte stress dovuto alla legatura delle gambe. Innaturale? Per forza, la gallina era un...robot. 2014, il famoso cuoco Carlo Cracco in un programma televisivo cucina un piccione. Croce lo denuncia per istigazione a delinquere, in quanto in Italia i piccioni selvatici non possono essere cacciati o mangiati. Ma si può invece se vengono allevati. Cracco non avrebbe specificato la cosa. 2015, denuncia al parroco di Lusigliè e Ozegna e lettera al vescovo perché secondo Croce per pagarsi la licenza di caccia avrebbe utilizzato i soldi delle elemosine raccolti in chiesa. 2021, denuncia contro ignoti perché Pallina, il cane del tenore non vedente Andrea Bocelli, non sarebbe stata vista cadere dalla barca e affogare.
Per quanto riguarda l'attuale vicenda di don Gaudenzio Martini, parroco della frazione di Forno del comune di Valstrona, l'Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente e della Vita Rurale nella persona del presidente dr. Michele Corti, già professore docente di Zootecnia di montagna all'Università degli Studi di Milano, ha scritto al Vescovo di Novara mons. Franco Giulio Brambilla a supporto del parroco contro le inaccettabili reazioni, minacce e diffamazioni da parte di associazioni animaliste per l'iniziativa stessa, peraltro ripresa a partire dal 2020 in coincidenza con i crescenti danni provocati dai lupi e il relativo allarme sociale. La nostra piena solidarietà al presbitero fatto oggetto di così inqualificabili attacchi.
Ci sembra opportuno richiamare come questa azione si collochi nel solco di una provvidenziale iniziativa che, per secoli, la Chiesa cattolica ha svolto a favore delle popolazioni rurali. Come testimoniato dai registri di morte degli archivi parrocchiali, dagli ex-voto e da altre fonti, sino al secolo XIX nelle terre tra la Lombardia e il Piemonte (ma anche in altre regioni) i lupi rappresentavano un incubo per le popolazioni rurali, non solo perché le predazioni dei pochi animali di cui potevano disporre le famiglie determinavano conseguenze fatali per la loro sussistenza ma anche perché pure le persone, in particolare i fanciulli, erano prede dei lupi. Al senso di angoscia e disperazione determinato da queste situazioni che, in determinati periodi e contesti locali, assumevano le dimensioni della vera e propria calamità, faceva fronte la Chiesa fornendo conforto con le pratiche religiose e l’assistenza spirituale, con i rituali dedicati all’allontanamento di questi mali, rituali un tempo comuni nelle parrocchie d'Italia e d'Europa.
La provincia del Verbano-Cusio-Ossola fu costituita nel 1992 scorporando 77 comuni dalla provincia di Novara ma la storia di queste terre è permeata dal problema dei lupi. Il parroco della frazione di Forno, 230 abitanti, a seguito delle proteste dei residenti e soprattutto degli allevatori a causa del ritorno del lupo nella zona, ha ripristinato la "messa contro il lupo" che si celebrava il giorno di San Valentino fin dal 1762, e probabilmente anche secoli prima. Queste messe erano un tempo comuni ovunque ed erano rivolte non solo contro le calamità naturali ma anche contro gli animali definiti "pestiferi" che causavano pericoli o danni come orsi, lupi, topi, locuste e altro. E allora era facile vedere il poco bestiame divorato e i coltivi distrutti con il rischio di conseguente morte per fame. Si sperava quindi nell'intervento divino. Tra l'altro l'iniziativa del parroco è stata successiva alla decisione del Comune di Valstrona che aveva approvato una delibera per dichiarare il territorio comunale libero da orsi e lupi, almeno nelle speranze. Ovviamente un tempo si sperava nella Chiesa, oggi si spera più che sia la politica a intervenire concretamente in Italia ed Europa, non badando alle assurdità di animalisti estremisti e in gran parte meri cittadini avulsi da questi ambienti e problematiche, senza esperienze sul campo e quotidiane.
Gli animalisti dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente oltre che al vescovo avrebbero coinvolto anche la procuratrice della repubblica di Verbania Olimpia Bossi esprimendo a modo loro che In questo piccolo comune siamo ripiombati nel diciottesimo secolo con la celebrazione di riti anacronistici benedetti dalla Chiesa Cattolica, un rito abolito da oltre un secolo che inneggia all’uccisione dei lupi e manda contro di loro un'anatema. Costoro, che definiscono la celebrazione come idiozia pericolosa e roba da studi psichiatrici, minacciano una denuncia contro il celebrante per istigazione all'uccisione di animali selvatici e per maltrattamento di animali ai sensi dell'articolo 544 del codice penale. Ma allora forse non sanno che anche esemplari delle specie superprotette come lupi e orsi possono essere legalmente abbattuti immediatamente in caso di rischi, come cita la Legge sulla tutela della pubblica incolumità e persino nel caso compiano ripetute predazioni di bestiame o danni ai coltivi nonostante l'adozione di specifiche contromisure. Lo dice chiaramente anche l'art. 16 della Direttiva Habitat, adottata pure in Italia.
Inoltre la "messa contro il lupo" fu abolita infine nel 1927 (ma continuando avverso altre calamità) semplicemente perché in quell'area i lupi stessi erano scomparsi, e non per desideri di improbabili animalisti ante litteram, in quanto proprio nell'inverno del 1927 dopo un lungo inseguimento partito appunto dall'Alpe Campo sopra Forno fu ucciso l'ultimo lupo da Giovanni Borghini, alle pendici del Pizzo Camino, in Ossola. Achille Beltrame realizzò su questo caso una copertina della Domenica del Corriere. Ma da anni i lupi sono tornati e quindi pure il problema. Messa inclusa. Tutto qui.
Per finire, i lupi predavano massicciamente pure gli esseri umani, specialmente i bambini. Nel Novarese una nota del 22 giugno 1728, riporta quasi ogni giorno si sente hor d'una hor d'altra terra che qualche figliolo o ferito o morto da queste belve feroci.Idem nel 1729, memorando per la molta strage dei figlioli fatta dai lupi in tutte le vicinanze e dintorni. Le vittime umane dei lupi antropofagi, quindi sani e non idrofobi (gli esemplari affetti da rabbia non possono bere né mangiare), si verificarono nella zona di Novara sino alla prima metà del XIX secolo. E oggi il lupo in Italia sta tornando ad attaccare gli umani (l'ultima uccisione in Italia risale al 1923, un uomo azzannato alla gola da un lupo nel Mugello, soccorso ma morto all'Ospedale di Marradi), come dimostrato (dagli stessi enti scientifici con analisi del Dna e dalle forze dell'ordine) nei casi di Giaveno nel 2017, di Otranto del 2020 e di Vasto nel 2022-23. Quest'ultima, una lupa (pura e totalmente selvatica, poi catturata) in totale attaccò in diverse occasioni ben 15 volte gli esseri umani, mandando in ospedale 13 persone, inclusi tre bambini dai 4 agli 11 anni.
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(2) Falsi giornalistici: finti scoop e bufale quotidiane, 1997, Alfredo Guida Editore, Napoli, di Salvatore Casillo, Federico Di Trocchio, Salvatore Sica. Da pag. 76 a pag. 78. https://books.google.it/books?id=ezBDaKhMm1IC&pg=PA77&lpg=PA77&dq=falsa+intervista+a+bettino+craxi+di+lorenzo+croce&source=bl&ots=MAywNq2azG&sig=Y4tob-JqpaZvmMZxjm5ciWWqyho&hl=it&ei=SHJXTtnfJcb44QTJkt2EDA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&sqi=2&ved=0CC0Q6AEwAw#v=onepage&q=falsa%20intervista%20a%20bettino%20craxi%20di%20lorenzo%20croce&f=false
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