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27 Febbraio 2024 - 11:39
IVREA - C’è una città che non si arrende, che non si lascia sopraffare dalla crisi, che non si rassegna a essere solo un ricordo di un passato glorioso. È Ivrea, la città della Olivetti, la città che ha fatto la storia dell’informatica e dell’industria italiana. Una città che oggi guarda al futuro con coraggio e determinazione, grazie a un progetto di rinascita che ha trasformato le Officine Ico, l’ex fabbrica simbolo della Olivetti, in un polo d’innovazione che ospita otto realtà imprenditoriali per circa trecento posti di lavoro.
Il bilancio dei primi dodici mesi di operatività di C.Next Ivrea, questo il nome dell’hub, è stato presentato ieri mattina a Ivrea, alla presenza delle autorità locali e regionali.
All’interno dell’ex fabbrica, che si estende su una superficie di 40 mila metri quadrati, hanno trovato posto attività che spaziano dall’Ict all’elettronica, dai servizi alle imprese all’assistenza alla persona. Tra queste, spiccano nomi come E-Novia, la fabbrica di imprese che ha sede a Milano e che ha scelto Ivrea per sviluppare progetti legati alla mobilità intelligente e alla robotica, e Irideos, la società di telecomunicazioni che ha installato a Ivrea il suo data center più avanzato.
L’hub è stato creato da C.Next spa e Icona srl, due società che hanno rilevato le Officine Ico nel 2022, dopo anni di abbandono e degrado, con l’obiettivo di insediare una decina di organizzazioni ogni anno, offrendo loro spazi, servizi e opportunità di networking.
“Il lavoro svolto nel 2023 è una buona base per il consolidamento dell’hub nei prossimi anni - conferma Alberto Carpaneto, amministratore di C.Next Ivrea - il Canavese può così tornare a essere un territorio attrattivo a livello almeno nazionale”.
Un’attrattività che si basa non solo sulle competenze e sulle potenzialità delle realtà presenti nell’hub, ma anche sulla valorizzazione del patrimonio storico e culturale della città.
Le Officine Ico, infatti, sono parte integrante del sito Unesco “Ivrea, città industriale del XX secolo”, che comprende anche il centro storico, le ville, i quartieri e le fabbriche progettate da architetti di fama mondiale per la Olivetti. Un sito che testimonia la visione innovativa e sociale di Adriano Olivetti, il fondatore della Olivetti, che ha saputo coniugare industria, cultura, urbanistica e welfare, creando una città modello per l’Italia e per il mondo.
Oggi, quella visione è ripresa e aggiornata da C.Next Ivrea, che vuole fare delle Officine Ico un luogo di incontro e di scambio tra le imprese, le istituzioni, le università, le associazioni e i cittadini.
Un luogo aperto e vivace, che ospita eventi, mostre, laboratori, corsi e iniziative culturali. Un luogo che vuole essere un motore di sviluppo economico, sociale e ambientale per il territorio. Un luogo che vuole essere, insomma, una nuova Olivetti.
Le Officine ICO
Le Officine ICO costituiscono una delle prospettive urbane industriali del Novecento più note in Europa e sono l’immagine simbolica di “Ivrea, città industriale del XX secolo”.
Progettato e costruito seguendo il filo stradale di Via Jervis per successivi ampliamenti e sopraelevazioni, fino alla saturazione dell’area disponibile, la costruzione del blocco delle Officine ICO copre un lungo arco temporale, dal 1898 al 1958.
Le Officine hanno ospitato la produzione Olivetti fino al 1955; con il decentramento produttivo che investe prima l’area di San Bernardo (dal 1954) e poi di Scarmagno (dal 1962), hanno poi ospitato uffici e laboratori fino al 1997 circa.
Un primo edificio, riconoscibile nel tratto iniziale di Via Jervis, chiamato Fabbrica dei Mattoni Rossi, progettato da Camillo Olivetti, è parte del complesso originario, fatto da singoli edifici collocati nell’area intorno a Via Jervis: fanno parte del primo nucleo della fabbrica l’edificio OMO (Officina Meccanica Olivetti, 1926) ora inserita nella struttura del quarto ampliamento delle Officine ICO, la ex falegnameria (1927) ora ospitante la sede regionale dell’ARPA, e la fonderia (1922).
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