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Il caso

Lupi a passeggio nella città della collina, ecco cosa fare in caso di incontro con il predatore

L'annuncio lo ha dato in mattinata uno dei comuni della zona

Ancora lupi: avvistati due esemplari nei campi vicino alle case

L'annuncio è apparso questa mattina, venerdì 16 febbraio, sulla pagina Facebook del Comune di Cinzano. "Attenzione - si legge - Buongiorno, informiamo che stamattina sono stati avvistati dei lupi alle ore 06:05 presso via San Giorgio che andavano verso il paese. Li hanno già avvistati anche a Moncucco e Arignano".

L'avvistamento proprio lungo la strada che porta all'interno del centro cittadino.

I lupi in zona ci sono già da un po'

Scendono dalla montagna fino ai boschi e alle colline. Poi arrivano fino ai confini della città. Il lupo è arrivato alle porte di Torino, in collina. Un branco si è insediato nella zona tra Superga e l’area di San Mauro, a 8 chilometri dal centro del capoluogo piemontese. Una presenza confermata dai numerosi avvistamenti e dal monitoraggio continuo. Un probema a cui si fatica a trovare soluzioni visto che il lupo è un animale protetto e non esistono vere e proprie strategie di contenimento per fermarne la diffusione. Ma non è la prima volta che si parla di lupi: negli anni precedenti, infatti, era capitato spesso di trovare animali sbranati, capre morte, lungo la collina di San Raffaele Cimena. La presenza dei lupi sulla collina torinese continua ad essere un problema, in particolar modo per gli allevatori che, puntualmente, si ritrovano animali ammazzati dal predatore.  Ed è proprio per questo che, in molti comuni, i sindaci si sono mossi per chiedere alle istituzioni superiori di intervenire per fronteggiare il fenomeno e programmare un progetto di contenimento rispetto alla presenza del lupo. Gli avvistamenti verificati negli ultimi mesi confermano che sarà necessario abituarsi alla presenza del lupo in maniera sempre più vicina. I lupi non sono un pericolo per l’uomo, bensì per gli altri animali, domestici e non. Infatti, si è già verificato un attacco al gregge sull’isolone della Bertolla, ai piedi dei boschi di Superga. Nonostante i lupi possano arrecare una situazione di pericolo per tutti coloro che sono in possesso di animali, restano comunque una specie protetta. Per questo motivo occorre abituarsi alla convivenza. Gli ultimi dati presenti sul report di Life Wolfalps, in Piemonte nel 2018 erano presenti ben 195 lupi. Eppure i conti della Regione davano numeri diversi.

 

Solo in Piemonte ha spiegato qualche tempo fa il vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso, qualche mese fa si contano oltre 450 esemplari di questa specie, laddove in tutta la Francia il loro numero è di circa 550. È evidente come una presenza così importante, con il susseguirsi di assalti agli animali e di avvicinamenti ai centri abitati, necessiti di un cambiamento di politica, di trovare delle regole diverse da quelle attuali, perché insieme alla biodiversità, che deve essere preservata, si riescano a tutelare anche le categorie socio-economiche”. Numeri contraddittori ma che comunque fotografano un problema presente. Proprio per questo sono nate, nel 2021, le prime squadre di supporto alla prevenzione delle predazioni in alpeggio. Un progetto nato proprio grazie a Life Wolf Alps, l’associazione che si batte per la tutela del lupo. La fine della tornata di incontri di formazione del mese di marzo 2021 ha segnato l’inizio dell’operatività delle squadre di supporto alla prevenzione delle predazioni da lupo, entrate in azione a partire dalla stagione d’alpeggio 2021 in molte delle aree di intervento del progetto LIFE. A oggi sono state create e formate in totale 21 squadre di supporto alla prevenzione in due dei quattro Paesi alpini coinvolti, Italia e Austria: 16 squadre sono distribuite su tutto il Piemonte, tre in Valle d’Aosta, una in Austria (dove la presenza del lupo è ridotta) e una nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Una novità nel panorama della prevenzione degli attacchi resa possibile dal supporto del confinanziatore di progetto Fondazione Capellino. In tutto, gli operatori formati – tra veterinari, guardiaparco, agenti di polizia provinciale, carabinieri forestali – sono oltre 300 su tutte le Alpi. Il loro compito è quello di intervenire per offrire un concreto aiuto agli allevatori nella prevenzione degli attacchi. In Piemonte, un’attenzione particolare è stata rivolta alla formazione dei veterinari dell’Azienda Sanitaria Locale, che sono la chiave di volta del sistema, in quanto sono loro ad attivare le Squadre di Intervento in seguito al verificarsi di un danno da canide e a stabilire il contesto di gestione e prevenzione in cui l’attacco si è verificato. Su segnalazione del veterinario, la squadra si attiva e si coordina in tempo reale attraverso un flusso di informazioni costante garantito da gruppi costituiti su WhatsApp. Ancora, su indicazioni concordate con il veterinario, gli operatori portano con sé il materiale (vari componenti delle recinzioni elettrificate) che viene fornito in prestito all’allevatore per un tempo massimo di un anno, per tamponare l’emergenza. Una volta sul campo, si definisce insieme all’allevatore quali sono i provvedimenti necessari per rendere sicuro il pascolo e si interviene per attuarli. Ulteriori compiti delle Squadre di Intervento sono quelli di fornire tutta l’informazione possibile a supporto delle procedure locali per ottenere gli indennizzi e il sostegno alla prevenzione e di intervenire con un esperto in grado di gestire e risolvere i casi in cui i cani da protezione manifestano comportamenti problematici.

I lupi sull’isolone di Bertolla ci sono da tempo

La presenza di lupi nell’isolone di Bertolla, a Torino, ha suscitato un forte clamore mediatico, con titoli allarmistici e che riferiscono il timore di avere i “lupi in città”. Ricostruiamo quindi quanto è accaduto per fornire un quadro oggettivo della situazione. Andiamo con ordine: per chi non è pratico del torinese, l’isolone di Bertolla è un’isola fluviale che si trova alla confluenza tra il Po e lo Stura nella zona nord-est di Torino, ai piedi della Collina di Superga. Si tratta di un’isola artificiale risalente agli anni ’50 che, insieme al confinante Parco del Meisino, fa parte delle Aree protette del Po piemontese. L’isolone è in gran parte terreno demaniale gestito dall’Ente Parco, ma ospita  all’interno un’ azienda agricola con animali al pascolo (ovi-caprini ma anche pony e asini). Le prime predazioni risalgono all’inizio di gennaio 2020, ma si è trattato di episodi sporadici. Dai primi di maggio 2021, invece, le predazioni ai danni delle pecore si sono fatte molto più consistenti. I sopralluoghi sulle carcasse hanno permesso di accertare che l’autore delle predazioni era un lupo, grazie alle fototrappole e all’analisi del DNA. La situazione è monitorata costantemente da guardiaparco e tecnici dell’Ente di gestione delle aree protette del Po piemontese e di METO, supportati dal Centro di referenza regionale dei Grandi Carnivori (Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime). Ulteriori sopralluoghi sul posto hanno coinvolto i tecnici delle WPIU del LWA EU. Che il lupo sia arrivato all’interno dell’isolone non è un fatto inspiegabile: è vero che si trova in periferia di Torino, ma è anche vero che è in continuità con la Collina e i Boschi di Superga, dove i lupi sono presenti in forma stabile con insediamento di un branco da alcuni 2anni e non è quindi una cosa remota o eccezionale che possano scendere e esplorare le zone limitrofe più naturali e con presenza di prede (sono infatti presenti anche i cinghiali). 

Cosa fare se si incontra un lupo?

A fronte dei recenti avvistamenti, dunque, a noi sembra il caso di ricordare quelle che sono le buone norme di comportamento in caso ci si imbattesse in questi animali (indicazioni anche pubblicate qualche mese fa sui siti dei Comuni della collina). È bene, dunque, non lasciare fonti di cibo (avanzi o sacchetti dell’organico) nei pressi delle proprie abitazioni, tenere i cani sempre al guinzaglio o nei box durante la notte. In caso di incontri con questi animali, poi, è fondamentale non cercare di avvicinarli e non correre via dando loro la schiena, ma allontanarsi gradualmente camminando all’indietro, parlando ad alta voce e agitando le braccia o facendo rumore per far scappare gli esemplari.

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