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09 Febbraio 2024 - 01:52
Daniele Pane, sindaco di Trino
ROMA. Ha fatto di tutto in questi anni, Daniele Pane sindaco di Trino, per far rientrare la sua città tra quelle che potranno ospitare il Deposito Nazionale per il materiale radioattivo, e per farlo sapere a tutta Italia. E siccome le altre aree del territorio nazionale - anche se giudicate "idonee" - non lo vogliono, le sorpassa a destra e si piazza davanti a tutte.
C'era rimasto male, da neosindaco, quando aveva scoperto che i criteri di sicurezza della Guida Tecnica n. 29 dell'Ispra escludevano il territorio trinese dal novero dei siti di possibile insediamento del Deposito, e quando aveva constatato che - ovviamente - Trino non era stata inserita nella Cnapi, la Carta delle aree “potenzialmente idonee”. E allora - pur non avendone titolo, perché non aveva inviato osservazioni alla Cnapi - il 15 novembre del 2021 era intervenuto al Seminario Nazionale organizzato da Sogin (che per farlo parlare aveva violato le regole che si era data), e in quella sede aveva chiesto «che Sogin rivaluti il territorio del Comune di Trino alla luce delle modificazioni antropiche e di pianificazione in corso e già intervenute».
Gli hanno poi spiegato, in camera caritatis, che Sogin nemmeno volendo (e sì che avrebbe voluto!) poteva «rivalutare» Trino che era già stata esclusa: per farlo occorreva cambiare la norma, il decreto legislativo 31 che fin dal 2010 definiva la procedura di individuazione del sito.
E allora Pane cos'ha fatto? Mentre Sogin preparava la proposta di Cnai (Carta delle aree idonee, “scrematura” della Cnapi: da 67 a 51 possibili siti) ha fatto di tutto per far modificare la norma. E da sindaco di Fratelli d'Italia, ora che al Governo c'è Fratelli d'Italia finalmente ce l'ha fatta. Tra il dicembre 2023 e il gennaio 2024 - la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è del 7 febbraio - prima il Governo con un decreto, poi il Parlamento con la conversione in legge, al termine di una fitta interlocuzione con Pane hanno cucinato e sfornato l'attesa norma ad Tridinum. Al decreto del 2010 che definiva la procedura di individuazione in tutti i suoi passaggi è stato aggiunto un comma, il 5-bis, che prevede che «Gli enti territoriali le cui aree non sono presenti nella proposta di Cnai [...] possono presentare la propria autocandidatura a ospitare sul proprio territorio il Parco tecnologico [che comprende il Deposito, ndr] e chiedere al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e alla Sogin di avviare una rivalutazione del territorio stesso, al fine di verificarne l'eventuale idoneità». Con un'ulteriore “chicca”, al capoverso 5-ter, pensata appositamente per Trino e aggiunta durante i lavori di commissione parlamentare: «In particolare, la Sogin accerta che eventuali aree autocandidate non presenti nella proposta di Cnai possano essere riconsiderate tenuto conto di vincoli territoriali nel frattempo decaduti o sostanzialmente modificati o per ragioni tecniche superabili con adeguate modifiche al progetto preliminare del Parco Tecnologico». Seguono poi altre modifiche, tutte orientate a favorire la scelta di Trino.
Le autocandidature possono arrivare da tutta Italia, ma ad oggi ne è pervenuta soltanto una (e, anche se il termine per le presentazioni è stato prorogato a 90 giorni, non c'è la fila fuori dalla porta): quella di Trino. La solerte Sogin - che non aspettava altro, e che è corsa a Trino appena Pane l'ha chiamata per il Consiglio comunale “aperto” (aperto solo ad alcuni soggetti, e non a quelli previsti dal regolamento consiliare) - ha accantonato le 51 aree "idonee" ed è già al lavoro per «rivalutare» Trino, e magari predisporre «adeguate modifiche» al progetto del Deposito per adattarlo al territorio trinese: gettando così alle ortiche la Cnapi, la Cnai, e i milioni di euro spesi in un decennio dallo Stato e dai Comuni nelle analisi territoriali per arrivare ad individuare le aree idonee. E' arrivato Pane, il salvatore della patria, l'uomo della provvidenza che toglie le castagne dal fuoco al Governo, e anche le leggi si piegano a lui.
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