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Ivrea

Grazie Giovanni di essere stato tra noi e con noi. Un’eredità di cose fatte e di pensieri espressi

Ex sindaco. Professore universitario e grande conoscitore della città. Il ricordo di Maurizio Perinetti

Giovanni Maggia, Ivrea

Giovanni Maggia

La scomparsa di Giovanni Maggia così improvvisa, anche se da tempo le sue condizioni di salute erano tutt’altro che buone, ci ha immediatamente lasciato una forte sensazione di vuoto. Sì, perché il professor Giovanni Maggia era nella nostra città, e forse non solo, una autorevole presenza che dava, per chi lo ha conosciuto, un senso di sicurezza e di certezza per le conoscenze da lui possedute in tantissimi ambiti del sapere, ma in particolare della storia della nostra città.

Giovanni Maggia era prima di tutto un appassionato studioso di tutto ciò che lo circondava nella sua vita e nella sua città, come oltre la sua città. Amava e voleva approfondire fino in fondo gli argomenti di cui si interessava e non apprezzava certamente la superficialità e il pressapochismo e ci si accorgeva di questo proprio parlando e discutendo con lui. 

Professore universitario, si era orientato in particolare nella materia di storia economica di cui fu per molti anni docente. Insegnò all’Università di Siena per alcuni anni per poi ricoprire la cattedra all’Università di Torino in particolare nella facoltà di Giurisprudenza. E molte le ragazze e i ragazzi di Ivrea e del Canavese che furono suoi studenti.

La sua passione per la storia economica lo portò a diventare sicuramente uno dei massimi conoscitori e interpreti della straordinaria storia della Olivetti, con anche una particolare attenzione alle vicende della famiglia Olivetti. Questo suo interesse, perseguito con particolare metodo e attenzione scientifica, lo portò a ricoprire per diversi anni l’importante ruolo di segretario della Fondazione dell’Archivio Storico Olivetti.

Ma la sua notorietà più diffusa e popolare in città assurse quando nel 1994 divenne Sindaco della Città di Ivrea. Erano anni difficili per la politica nel nostro Paese trafitta dalle traumatiche vicende giudiziarie che colpirono il sistema dei partiti noti come “il periodo di tangentopoli”. 

Anche la città di Ivrea fu sottoposta a una pesante indagine giudiziaria, poi finita in un nulla di fatto, che però minò gravemente l’istituzione comunale tanto da indurre i consiglieri comunali di allora a rassegnare in massa le dimissioni provocando così il commissariamento del Comune di Ivrea. 

Era la primavera del 1994 e a dicembre di quell’anno si tennero le elezioni per l’insediamento di una nuova amministrazione. Con la legge n. 81 del 25 marzo 1993 venne disciplinata dallo Stato la nuova modalità di elezione del Sindaco: l’elezione diretta da parte dei cittadini (prima infatti il Sindaco veniva eletto dal Consiglio Comunale tra i suoi componenti). Dunque una novità assoluta anche per l’elezione del Sindaco di Ivrea. 

La società civile eporediese che si ispirava ai valori e ai principi tipici della sinistra sociale organizzata in una lista civica denominata “Appello per Ivrea” indicò in Giovanni Maggia il potenziale candidato alla carica di Sindaco. I partiti di allora fecero un passo indietro e un “comitato di saggi” designato dai partiti stessi dell’ambito del centro-sinistra e da componenti dell’associazionismo cittadino fu incaricato di individuare una figura che potesse interpretare la figura di Sindaco secondo le nuove modalità prevista dalla legge. E proprio anche da quella consultazione, nell’ambito delle componenti politiche e sociali che facevano riferimento al centro-sinistra, fu condivisa la scelta di Giovanni Maggia.

Giovanni Maggia, appoggiato delle liste del PDS, del Partito Popolare, di Rifondazione Comunista, dei Verdi e dalla Lista civica “Appello per Ivrea” vinse le elezioni al ballottaggio contro il candidato del centro-destra Alberto Tognoli. Si può dire che a Ivrea si anticipò con la Giunta Maggia l’esperienza politica dell’alleanza dell’Ulivo che fu, a livello nazionale, l’alleanza e l’esperienza politica del centro sinistra nell’ultimo decennio del secolo scorso. Ma il suo successo andò ben oltre il consenso ottenuto dai Gruppi politici che lo appoggiarono. 

Su 7.712 voti ricevuti, 6.513 arrivarono dalle liste che lo appoggiarono, ma ben 1.199 voti pari al 15,55% furono voti suoi personali a sottolineare il consenso che ottenne la sua persona in città.  Un consenso personale che non conseguì a Ivrea più nessun candidato Sindaco dopo di lui.

Giovanni Maggia, interpretando, come era nel suo carattere, in modo rigoroso il dettato della nuova legge compose in totale autonomia, senza alcuna condivisione con i Gruppi Consiliari eletti, la sua Giunta. Una scelta che purtroppo comportò da parte di alcune componenti della sua maggioranza un dissenso che gli costò in seguito il non sostegno per un secondo mandato.

Il Sindaco Maggia, pur essendo una persona che possiamo identificare come un illuminato intellettuale, fu capace di esercitare in modo molto concreto il suo ruolo istituzionale.  

Interpretò il suo ruolo di Sindaco in una logica di condivisione territoriale dei problemi. Con una assidua periodicità convocava i Sindaci della zona e con loro discuteva dei problemi del territorio nel tentativo di ricercare soluzioni condivise. In questo contesto scaturì il così detto “Patto Territoriale”, un contratto di programma siglato da soggetti pubblici e privati locali con gli Enti Superiori che portò finanziamenti sul territorio per 17 miliardi di lire. Una bella operazione di sostegno allo sviluppo del territorio canavesano.

Fu in quegli anni che a Ivrea l’acquedotto collassò e provocò una particolare situazione di crisi idrica (dai rubinetti usciva acqua marrone). 

L’Amministrazione Maggia riuscì con una forte determinazione e impegno a risolvere, con la collaborazione della Società Metropolitana Acque e la Società Acque Potabili di Torino, in meno di due anni il problema ripristinando una situazione di normalità.

A lui dobbiamo la realizzazione del museo che, ancora oggi, costituisce il più importante “racconto” dell’esperienza industriale e sociale della Olivetti: il museo a cielo aperto delle architetture moderne olivettiane, noto come Maam.

E poi la riapertura, dopo 13 anni ininterrotti di chiusura, del teatro civico “Giacosa” restituendo alla città il luogo più prestigioso delle rappresentazioni teatrali e di espressione della cultura in città.

Insomma Giovanni Maggia seppe lasciare un segno importante della sua azione amministrativa e soprattutto aiutare la città di Ivrea, con questi interventi, a diventare migliore. E soprattutto riuscì con la sua autorevolezza e rigore a ridare credibilità all’Istituzione amministrativa comunale.

Una figura importante per la nostra città Giovanni Maggia.  Una persona operosa, con un forte senso del dovere, un comportamento rigoroso, quasi di altri tempi e una spiccata signorilità.

Ci mancherà. Ci mancherà il suo elegante e cordiale saluto, la sua camminata un po’ dinoccolata, la conversazione a volte molto animata con lui fino a tarda notte, le sue preziose opinioni e i consigli sui problemi della nostra città.

Ci resta però la sua eredità di cose fatte e di pensieri espressi. Cercheremo di conservarli e farne tesoro.

Grazie Giovanni di essere stato tra noi e con noi.

Maurizio Perinetti

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