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Ivrea
21 Gennaio 2024 - 17:34
La notizia del braccio di ferro tra Ativa e il Ministro Matteo Salvini, con possibile chiusura dell'autostrada A5 da Pavone Canavese ad Aosta a tutti i mezzi pesanti, ha colto impreparati i sindaci di tutto l'eporedise.
Su tutte le furie il primo cittadino di Ivrea e i sindaci di Albiano, Banchette, Bollengo Borgofranco, Caravino, Colleretto Giacosa, Fiorano, Montalto Dora, Pavone, Perosa, Romano Canavese, Salerano, Samone, Scarmagno e Strambino. Si è aggiunta anche Confindustria Canavese
"Adesso basta!" si è indispettito Matteo Chiantore. "Non è così che ci si comporta..."
"Apprendiamo dagli organi di stampa - scrive poi in un comunicato firmato anche da altri 12 sindaci - che, a partire da lunedì 22 gennaio 2024, si prospetta la chiusura della tratta Scarmagno - Ivrea dell'autostrada Torino-Aosta. Il blocco dovrebbe portare alla deviazione del traffico sulla statale 26 con annessi disagi alla circolazione locale. La chiusura andrebbe a gravare ulteriormente sulla già critica situazione viaria che interessa i comuni del nostro territorio. Non ultimo, il servizio ferroviario interrotto per i lavori di elettrificazione della tratta Ivrea-Aosta e ora effettuato su strada con bus sostitutivi. Ci chiediamo come mai le nostre amministrazioni non siano state avvisate e convocate dagli organi competenti per un confronto e per valutare la situazione di una problematica che le riguarda direttamente. Chiediamo che sia immediatamente attivato un tavolo con tutti i comuni interessati, la Città Metropolitana di Torino, la Regione Piemonte e Valle d’Aosta...".
E in verità una riunione domani ci sarà, a Torino, con i vertici di Ativa, i Prefetti di Torino, Vercelli e Ivrea e i presidenti delle Regioni Piemonte e Valle d'Aosta.
Nello specifico si discuterà della decisione della società Ativa di interrompere il collegamento autostradale A5 da Torino per la Valle d’Aosta e i Trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo con uscita obbligatoria allo svincolo di Scarmagno, per tutti i mezzi con massa superiore alle 19 tonnellate che potranno utilizzare la viabilità secondaria fino a Ivrea.
La notizia sarebbe contenuta in una lettera che l’Amministratore di Ativa Giovanni Ossola ha inviato al Ministro dei trasporti Matteo Salvini e per conoscenza alle Regioni Piemonte e Valle d’Aosta lo scorso 18 gennaio.
Coda velenosa di un “braccio di ferro” scatenato dal rifacimento del ponte sul fiume Chiusella nell’ambito dei lavori programmati per il nodo idraulico di Ivrea.
Per quel che se ne sa il Ministro non avrebbe accolto con favore i certificati di collaudo e le dichiarazioni sull'imminente riapertura della bretella Ivrea Santhià a partire da martedì 23 gennaio.
Per questo martedì 16 gennaio (le date sono importanti) avrebbe diffidato Ativa dal disporre “l’esercizio della tratta autostradale dal km 36 al km 37,52” e delle rampe dell’interscambio di Pavone Canavese fino a diversa disposizione.
Ativa, dal canto suo, ha risposto e contestato, infine anticipato che in “pedissequo adempimento della diffida, ma senza alcuna acquiescenza e con riserva di contestare in ogni sede, fondatezza e legittimità”, dalle ore 14 del 22 gennaio si vedrà costretta a chiudere al traffico entrambe le carreggiate dell’A5 dal km 36 al km 37,42, comprese tutte le piste dello svincolo di interscambio di Pavone.
D'altro canto che cosa avrebbe potuto fare di diverso un Concessionario? Perchè prendersi delle responsabilità? La palla adesso passa ai Prefetti che volendo, potrebbe precettare Ativa... Si vedrà
Parla di tempesta "perfetta" il consigliere regionale del Pd Alberto Avetta.
«L’episodio avvenuto la scorsa notte a Cossano - commenta - dove un tir si è incastrato nella piazza centrale e ha fatto seri danni, è solo l’antipasto di quanto i Comuni del nostro territorio dovranno sopportare nei prossimi mesi, qualora dovesse essere confermata la chiusura di un tratto dell’autostrada A5 Torino-Ivrea-Aosta. Chiusa la ferrovia, chiusa parzialmente l’autostrada, chiuso il traforo del Bianco (per non dire del Frejus), il Piemonte è sempre più isolato. Fin quando la Provincia di Torino, oggi Città Metropolitana, ha avuto un ruolo di rilievo nella società Ativa, queste problematiche venivano gestite con attenzione e senso di responsabilità e non scaricati sui Comuni che subiscono impotenti i disagi. Il presidente Saitta prima, Fassino ed io poi, abbiamo sempre difeso il ruolo della Provincia e della Città Metropolitana in Ativa, perché sapevamo che solo un ente pubblico ha la sensibilità necessaria ad evitare di scaricare sul territorio problemi della viabilità autostradale. Affidarsi completamente ai privati è stato uno sbaglio. Ora che tutto è in mano privata, sono le nostre comunità ad essere chiamate a pagare a caro prezzo quell’errore. Senza dimenticare il caro prezzo che ricade sui cittadini, che subiscono i rincari dei pedaggi a fronte di continue criticità sull’A5, come su altre tratte autostradali piemontesi. Porterò all’attenzione della Regione Piemonte questa situazione, perché la regione non può certo assistere inerme a tutto ciò».
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