AGGIORNAMENTI
Cerca
Ivrea
23 Dicembre 2023 - 16:42
Ilaria Aragona, prima e dopo
Il Natale quando arriva arriva ma non arriva a tutti allo stesso modo, con lo stesso sottofondo musicale, con gli stessi pensieri per la testa, con lo stesso entusiasmo, con la stessa speranza.
Diciamocelo in tutta franchezza: il Natale non è per tutti. E' per tanti. E' per chi se lo può permettere. E' per chi vive perfettamente inserito in questa società. Per gli altri è una cosa dell'altro mondo e quell'altro mondo siamo noi, tutti concentrati alla vigilia, al pranzo del giorno dopo, ai parenti, agli amici, alle mogli, ai figli e ai mariti. E allora per un giorno, due, tre, al diavolo i problemi del mondo, che poi son quelli dell'altro mondo, mica del nostro.
E poi c'è lei. C'è Ilaria Aragona. L'abbiamo conosciuta pochi giorni fa. L'abbiamo "sbattuta" in prima pagina! Lo abbiamo fatto dopo aver scoperto che vive in un monolocale di un condominio di proprietà del Comune ma gestito dall'ATC sul retro dell'RSA Saudino che tutto può considerarsi salvo un appartamento di civile abitazione. Piccolo. Stretto. Con lucernari al posto delle finestre.
Un inferno per una ragazza che nel 2020 s'è presa il Covid, è rimasta 8 mesi ricoverata negli ospedali di Cuorgnè e Ivrea e ancora oggi vive con l'ossigeno attaccato al naso.
QUI TUTTA LA SUA STORIA
Ilaria in questi due anni è ingrassata enormemente e in quei pochi metri non riesce a muoversi, non riesce a lavarsi, non riesce a fare nulla di nulla. Peggio che stare in galera. S'aggiungono le preoccupazioni... Tante! Dovesse star male sarebbe quasi impossibile portarla fuori in barella utilizzando la scala esterna. Ce n'è una interna ma è stata "murata".
Difficile, per una donna in queste condizioni, scendere al piano terreno, a piedi. Per fortuna c'è l'ascensore, ma a volte si è rotto e quando succede è l'isolamento completo, con tutte le difficoltà di chi deve comunicare con lei o, banalmente, portarle le bombole di ossigeno.
Ilaria manco a dirlo pur vivendo nel nostro mondo, fa parte di quell'altro mondo, quello che non vogliamo vedere. Eppure sta lì, alla periferia di una città che si considera moderna, turistica, solidale e non v'è dubbio che lo sia...
Ilaria nei giorni scorsi, voleva scrivere una lettera al sindaco Matteo Chiantore. Poi ci ha rinunciato, vittima delle depressione e della disperazione. Lo facciamo noi!
Buon Natale Ilaria. Buon Natale dalla redazione de la Voce.
Bon! Lo diciamo francamente. Un po’ ci siamo stufati dei politici che si nascondono dietro le cose che si possono fare e a quelle che non si possono fare o, peggio ancora, che si fan portare a spasso come delle “Bele Marie” dagli impiegati pubblici. Ancor peggio di quegli amministratori pubblici che si nascondono dietro la regola (inventata a capocchia) che se si agisce per un indigente poi lo si deve fare per tutti e allora meglio non fare nulla per nessuno. Troppo comodo così.
No! Non ci stiamo. Perchè esiste una verità: i monolocali di via Saudino non sono fatti per viverci stabilmente. Sarebbe il caso di venderli o di darli in gestione alla Caritas o alla Casa delle donne limitatamente alle emergenze di due giorni, dieci giorni, un mese.
Lo si vede ad occhio nudo non ci vuole Einstein. Talmente vero quello che diciamo che quando ancora gli attuali assessori, fors’anche il sindaco, neanche sapevano di volersi candidare, in consiglio comunale l’assessore Augusto Vino lo disse chiaramente: “Lì non ci vuole andare a vivere nessuno. Soprattutto non ci vogliono andare gli over 65, a cui, in base ad un lascito, quegli appartamenti avrebbero dovuto essere assegnati...!”.
Da qui a far diventare il condominio di via Saudino un vero e proprio ghetto, il passo è stato breve. Cosa si chiede a sindaco e assessori? Di guardare le cose per quello che sono, con la verità in faccia, e di risolvere prima che si può e con tutte le armi a disposizione, a cominciare dall’ordinanza, le situazione al limite, come questa.
Perchè non si può tenere al primo piano di un condominio una donna che ha bisogno dell’ossigeno 24 ore al giorno e se l’ascensore non funziona rischia di morire.
Perchè non si può permettere di far vivere le persone in alloggi che al posto delle finestre hanno dei lucernari. Perchè la galera è una cosa meritata, la civile abitazione è “civile” non per niente. Perchè questa donna si trova in queste condizioni e nessun medico ha capito come ci sia finita. Lo chiamano long Covid
Liborio La Mattina
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.