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Ambiente e religione
17 Dicembre 2023 - 11:48
Don Paolo Mignani
Ricevo, a pochi giorni dal Natale, una lettera di Don Paolo Mignani, uno dei parroci più pacifisti che io abbia mai conosciuto. Nel corso degli anni l'ho visto schierato contro le discariche e i suo proprietari, contro i supermercati, contro le multinazionali, per la pace nel mondo. Oggi le sue battaglie si concentrano tutte (o quasi) al fianco del popolo No-Tav. Più che una lettera un appello, nel nome di Dio. Fermiamoci!
E Buon Natale anche a te, Don Paolo!
Liborio La Mattina
Lettera aperta ai nostri Vescovi, Parroci, Preti e Credenti tutti
Carissimi nostri responsabili della Parola di Dio, è un caso di coscienza cristiana che sento il dovere di porre alla vostra attenzione, in qualità di ultimo povero prete contadino e operaio, e per questo deciso a stare dalla parte evangelica degli umili, dei poveri.
Dopo aver letto con molta attenzione l’enciclica Laudato si’ e la sua nuova prosecuzione nella Laudate Deum, mi sono sentito profondamente interpellato nei miei valori di fondo e ho voluto documentarmi più seriamente su quelle scelte politiche che mi coinvolgono come cittadino e soprattutto come… “Chiesa-che-ho-scelto”.
Perché Papa Francesco si accalora così profondamente sui temi della distruzione – consapevole e colpevole – di quel bene grandioso che Dio ha voluto donarci, il CREATO? Perché deve sentirsi inascoltato o ignorato dalla sua Chiesa?
Come uomini-e-donne garanti del futuro delle nuove generazioni siamo chiamati a sentircene responsabili, ma sappiamo che sciaguratamente i forti interessi economici, di potere, e anche militari, tendono a mascherare le grandi operazioni in avveniristiche imprese, cosiddette di “innovazione e sviluppo”.
Ma noi?
Noi Cattolici, noi Cristiani, noi Credenti come ci poniamo di fronte a questo dualismo: “Non Possiamo avere due padroni: o DIO o Mammona”?
Ho incontrato dei fratelli straordinari che da 34 anni sono impegnati in ricerche scientifiche e sociali a partire dagli abitanti dei loro territori e dagli ultimi, per mettere in atto una resistenza nonviolenta in una lotta che ci tocca molto da vicino: per mettere in atto cioè le parole di Papa Francesco - qui e ora -proprio vicino a noi, sul territorio in cui siamo chiamati a vivere: proprio la Val di Susa, come esempio concreto di quello che avviene anche in molte altre parti del mondo.
Questi fratelli, che si firmano: “GRUPPO CATTOLICI PER LA VITA DELLA VALLE”, oltre ad aver informato la Chiesa di Susa nei Vescovi che si sono succeduti, per metterli al corrente di quanto stava avvenendo, hanno consegnato loro il libro che avevano appena pubblicato: “Prendiamoci cura della Casa Comune” e altre precedenti documentazioni, chiedendo di potersi confrontare con loro.
Mi sento in dovere tuttavia di riferire le reazioni che hanno ricevuto dai singoli Vescovi.
Il primo vescovo contatto si è interessato, sì, al problema, ma quando li ha ricevuti ha chiesto loro di sciogliere il gruppo in quanto divisivo all'interno della Chiesa, senza comprendere che a creare divisione è il progetto in sè e non il loro gruppo.
Così con il Vescovo successivo giunto nel 2019 in Diocesi, subito si sono sentiti in dovere, come gruppo di Cattolici No-Tav, di metterlo al corrente riguardo alla situazione problematica del Tav nella Valle, portandogli il secondo libro da loro prodotto. Avrebbero voluto incontrarlo ancora al termine della lettura del libro ma non sono più stati ricevuti.
Essi hanno fatto anche un ulteriore passaggio – e questo sta a dire quanto questi fratelli si siano presi a cuore il problema della Valle! –: hanno preso i contatti col Vescovo Delegato Regionale per la pastorale sociale e del lavoro, la giustizia e la PACE, per metterlo al corrente del problema, consegnandogli il libro e chiedendo che ne parlasse con i Vescovi piemontesi.
Ebbene, dopo qualche tempo hanno saputo che, data la “non disponibilità” di alcuni Vescovi a parlare di questo tema, il tutto veniva accantonato.
Perdonatemi per il mio sentimento di sdegno, e soprattutto di affronto alla sua delega alla “pace”. Come mai non erano disponibili neanche a “parlare di Pace nella Valsusa”!!!...Non sanno che questo progetto “strategico” della Valle investe un patrimonio per rendere transitabili i percorsi militari europei ai mezzi pesanti di trasporto anche di ordigni di deterrenza, per armamenti anche nucleari, e comunque di guerra?
Non sanno che tutti i cantieri sono militarizzati?
Non sanno che gli scavi sperimentali intrapresi hanno già deviato sorgenti e corsi d’acqua dai paesi delle montagne anche sul versante francese, per averli a disposizione nei cantieri, e che l’assedio dell’acqua è uno strumento di guerra alle popolazioni residenti?
Stessa cosa per lo “smarino”, cioè detriti prodotti dagli scavi e polveri irrespirabili (anche di amianto!) che producono: tutto ciò è guerra per le popolazioni disarmate.
Vanno scacciate dalle loro montagne, vanno espropriate, vanno combattute con lacrimogeni e manganelli se osano protestare anche solo con cartelli e volantini, vanno esasperate, imprigionate, e i loro presidi pacifici vengono posti sotto sequestro. Certo, come sempre pochi elementi più facinorosi si infiltrano nella lotta pacifica e nonviolenta, e tirano sassi, ma sono i manifestanti cattolici stessi che si adoperano per dissuaderli e tranquillizzarli in nome della nonviolenza. Le notizie dei media però parlano solo di quei pochi più arrabbiati, come se i manifestanti fossero tutti così.
Un elemento di speranza lo abbiamo avuto dal Vescovo di Pinerolo che ha scritto una seria postfazione a una edizione della pubblicazione di Papa Francesco della “Laudate Dominum”, sul mettere in atto azioni specifiche di coerenza nel rispetto del Creato. Noi le abbiamo interpretate come invito a non ignorare la gravità della situazione nei nostri territori in Valsusa, per mettere in atto concrete azioni di Pace.
Anche a lui i Cattolici hanno inviato il loro libro e proposto un incontro. Ci ha risposto recentemente che sarebbe disposto a parlarne anche col nuovo Vescovo di Susa il quale, peraltro, ha da poco incontrato il gruppo Cattolici per la Vita della Valle.
Fiduciosi in un prossimo incontro-confronto anche con lui, serio e costruttivo, vogliamo ora suggerire la volontà di accompagnarli entrambi in una visita sul posto perché sia dato loro di vedere con i propri occhi il livello di distruzione che sta andando avanti, a tratti lungo tutta la lunghezza della Valle, dove si avvera ciò che dice papa Francesco: “Il mondo si sta sgretolando”.
Ora, in ascolto della Parola della Creazione e dei continui appelli di Papa Francesco per la salvaguardia del Creato, dinanzi al reale rischio di essere sull’orlo del precipizio, in un punto senza ritorno, chiedo alla mia Chiesa, laici, preti e vescovi tutti, di superare i silenzi, le rimozioni e le paure di questi problemi scottanti per affrontare i rischi di non essere capiti dalla mentalità dominante, che poggia solo sul profitto e sul potere (e sulle strategie di deterrenza armata di guerra, basate sulle potenzialità di traffico dimezzi militari sempre più distruttivi).
Chiedo di impegnarsi invece con le proprie forze in tutte le scelte di PACE, con i popoli e con la Terra, con la gente di queste stupende montagne, che in questi anni sono stati sentinelle vive, sullo stile del Profeta Ezechiele, per la salvaguardia della Creato.
Il lavoro di PACE non è – come molti vorrebbero credere – una non-belligeranza passiva, che non affronta l’ostacolo, lascia correre, subisce e non prende posizione sulle imposizioni dei potenti.
Il lavoro di pace è impegnato e serio, si documenta a fondo, si fa carico dei problemi della propria gente, agisce disarmato, con animo mite, che ama anche il “nemico” e prega per lui, con la forza persuasiva della nonviolenza attiva, con la fede convinta nel Dio-della-Vita (non della Morte, non del Profitto, non dell’Imposizione armata).
Pensate che bello sarebbe agire in Valsusa - e nel mondo - con gli strumenti Cristiani alternativi della: PACE = Nonviolenza + Comprensione + Disarmo + Amore per il Creato + per gli Uomini che lo abitano, lo curano e lo vivono come dono di Dio! Vorremmo anche osare di invitare il Papa stesso in questa visita e celebrare con lui e con tutti una Messa di PACE di fronte a uno dei presidi militarizzati.
I fratelli della Valsusa ci aspettano sul posto da 34 anni. Aspettano i loro Vescovi sognando che si affianchino alla loro pacifica lotta creativa e fedele, che parlino insieme col loro Papa ai cuori delle forze militarizzate, dai poveri soldatini morti di freddo, lontani dalle loro famiglie, a guardia armata dei Presidi NO-TAV, fino ai più grandi generaloni, Signori della Guerra, che hanno la sventura di credere solo nella forza delle ARMI, della DETERRENZA, del SOPRUSO e del TERRORE.
Mi piace chiudere con la famosa frase romanesca di Papa Wojtyla ai vescovi: “Dàmose da fa’ e volémose bene”… … chiedendo a tutti noi credenti di prendere sul serio questa realtà discriminante: questa grossa questione del Tav, che tocca tutta la Valle e il nostro Piemonte, e che è un grande richiamo a operare per la salvaguardia del Creato, proposta da Papa Francesco, prima che davvero sia troppo tardi.
Vi ringrazio, vi garantisco la mia preghiera e vi auguro ogni benedizione per il vostro Ministero.
Don Paolo Mignani
Operaio-prete e Prete-spazzino
Parroco di Mezzi Po (Settimo Torinese)
Convintamente deciso NO-TAV, schierato
con il coraggioso gruppo dei Cattolici per la Vita nella Valle
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