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14 Dicembre 2023 - 18:41
E' dal 1961 che gli abitanti di Quincinetto hanno perso la loro tranquillità. Da quando il primo tronco dell'autostrada Torino Aosta è stato ultimato proprio con quel tratto di circa un chilometro che taglia in due l'abitato dell'ultimo paese del Piemonte.
Case a destra e a sinistra. In mezzo, quella lingua d'asfalto su cui hanno iniziato a correre sempre più automobili. Sia verso Torino che verso Aosta.
"Un disagio grande per molti abitanti del paese - spiega il sindaco Angelo Canale Clapetto -. Per questo abbiamo iniziato a chiedere che venissero messe le barriere anti rumore su entrambi i lati dell'autostrada".
Proprio in questi giorni è partito il cantiere. "Ci sono voluti trent'anni per ottenere queste barriere. Non sembra vero che finalmente si potranno dormire sonni tranquilli".
L'intervento così detto di mitigazione acustica è realizzato dalla Sav (Società Autostrade Valdostane). Verranno messi dei pannelli in calcestruzzo alleggerito con argilla espansa.
A giorni, inoltre, dovrebbero partire i lavori per realizzare il vallo di contenimento della frana.
"Il cantiere dovrebbe partire entro fine anno - racconta il sindaco Canale Clapetto -. La Sav ha già appaltato i lavori".
Si tratta di un muro di contenimento lungo 350 metri che costeggerà l'autostrada sponda destra, da Aosta Verso Torino. Avrà lo scopo di mettere in sicurezza l'autostrada, la ferrovia e le strade comunali dall'eventuale caduta di massi. Un'ipotesi neppure tanto remota.
Qualche tempo fa, infatti, con un grosso boato due massi ciclopici si erano già staccati dal versante rotolando giù, verso Pont Saint Martin.
A lanciare l’allarme era stato un cittadino di Pont Saint Martin che aveva sentito un forte rumore provenire dalla zona in cui da anni, a Quincinetto, persiste la frana che minaccia l’autostrada e l’abitato. Ha chiamato il 115 e i vigili del fuoco di Aosta sono poi riusciti ad individuare il luogo e mettere così in sicurezza l’area.
Per fortuna non c'erano stati danni ad abitazioni, alle infrastrutture e alle persone perché i massi sono rotolati sulla strada, già da tempo ostruita al transito proprio per rischio frane.
Da anni si parla della realizzazione di questo vallo. Si tratterà di una struttura che avrà un’altezza di 8,5 metri, avrà l’obiettivo di proteggere l’autostrada e la ferrovia che si trovano sotto la frana.
I massi ciclopici che si erano staccati dalla frana
"Quando verrà realizzata l'opera dovremo cambiare tutta la viabilità comunale - anticipa il sindaco Canale Clapetto -. Ne parliamo da molto tempo. Abbiamo già aperto la discussione con la Valle d'Aosta e abbiamo fatto diversi tavoli sia con la Città Metropolitana che con la Regione".
E poi c'è ancora una questione relativa all'autostrada ed è quella che riguarda le manutenzioni del ponte sulla Dora che collega l’autostrada A5 alla strada statale 26.
Una convenzione datata 1958 firmata dal Comune di Quincinetto e Ativa, poneva l'onere delle manutenzioni a carico di Ativa.
Dopo un braccio di ferro durato circa cinquant'anni, il sindaco Canale Clapetto aveva deciso di rivolgersi al Tribunale per vedere riconosciuto questo diritto. Ma lo scorso 23 giugno, il Tribunale Civile di Torino ha dato ragione ad Ativa, non essendoci in merito documentazione ufficiale. L'atto originale, infatti non si trova più e una copia dello stesso non è stata ritenuta sufficiente dal giudice.
La speranza del Comune era quella di ottenere il restyling del ponte sulla Dora che da anni necessita di interventi importanti.
Proprio per questo motivo il 13 agosto del 2018, Clapetto denunciava la pericolosità del ponte sulla Dora, sollecitando degli interventi che risolvessero il problema dei tralicci danneggiati. Il giorno dopo, a Genova, crollava il ponte Morandi.
Un anno dopo, era l'agosto del 2019 il Comune decideva di portare Ativa a giudizio per la mancata manutenzione del ponte sulla Dora Baltea. Parliamo di un'infrastruttura che fino a dieci anni fa aveva una portata illimitata. Poi, per motivi di sicurezza, si era passati a 44 tonnellate e, all'indomani del crollo del ponte Morandi, il Comune aveva deciso il divieto totale di transito ai mezzi pesanti per i problemi strutturali.
Ora la portata è di 26 tonnellate, con limite di velocità a 30 chilometri orari e distanza obbligatoria tra veicoli di 50 metri.
I problemi strutturali ci sono e in questi anni sono anche peggiorati. Per questo motivo il sindaco ha continuato a battere i pugni affinché Ativa se ne occupasse. Così come si era impegnata a fare sessant'anni fa negli accordi originari.
Clapetto, però, nonostante le cose non siano andate come sperava, non si è arreso è nei giorni scorsi ha presentato ricorso contro quella sentenza tramite l'avvocato Riccardo Vecchione.
Il ponte ha bisogno urgente di interventi e non può certo essere il Comune a farsene carico. Se si rendesse necessaria la chiusura dell'infrastruttura porterebbe al collasso di tutta la viabilità locale.
Quel ponte, infatti, collega Quincinetto dalla Statale 26 per la Valle d'Aosta allo svincolo autostradale. Sia in entrata che in uscita.
Se si arrivasse alla chiusura del ponte, sarebbe un disastro. E non solo per chi abita a Quincinetto. Perché da lì passa tutto il traffico per la Val d'Aosta.
"Siamo in attesa dei risultati delle prove statiche che ha fatto la Città Metropolitana: dobbiamo capire se mantenere il distanziamento attuale tra un mezzo e l’altro a 50 metri o se dovremo aumentarlo ancora. Ed è probabile che dovrò abbassare nuovamente la portata che oggi è di 26 tonnellate”.
Il sindaco Angelo Canale Clapetto
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