Cerca

Feletto

Ancora un aumento di stipendio per la sindaca del piccolo comune del Canavese?

Nel 2024 prenderà cinque volte di più del suo predecessore, è la legge a permetterlo, ma non è certo obbligatorio

Stipendio alle stelle per la sindaca del piccolo comune del Canavese

Dal 2024 lo stipendio della sindaca aumenterà ancora e rispetto a quello del suo predecessore diventerà di cinque volte tanto.

Succede in un piccolo comune del Canavese, a Feletto, dove Maria Cristian Ferrero dal prossimo anno percepirà 2.200 euro al mese. In poche parole un euro ad abitante.

La tabella contenuta nella delibera già approvata nel 2022

Pochi o tanti che possano sembrare, sono ben di più dell'indennità percepita dal suo predecessore, Stefano Filiberto che prendeva poco più di 400 euro al mese netti.

E il "j'accuse" parte proprio da lui: "E' una roba da morti di fame!". Nulla da dire in punto di diritto: è la legge a consentirlo e i soldi arrivano proprio dal Governo. Ma non è certo un aumento imposto e quella che si apre è una questione di opportunità.

"Ripeto, è da morti di fame alzarsi al massimo lo stipendio da sindaco. Se hai un lavoro continui a farlo e percepisci quello che dev'essere un rimborso spese. La Ferrero appena diventata sindaco si è licenziata pur avendo una professionalità. E' infermiera e lavorava in una Rsa della Val di Susa. Io, invece, il mio lavoro all'Agenzia delle Entrate me lo sono tenuto ben stretto e prendevo 430 euro al mese. Un rimborso spese, com'è giusto che sia".

In un comune di 2300 abitanti c'è bisogno di un sindaco a tempo pieno?

"Assolutamente no. Si può amministrare continuando tranquillamente a lavorare. Certo, bisogna sapersi fidare dei funzionari, dei dipendenti e dei proprio collaboratori. La Ferrero, invece, ha sempre dimostrato di non sapersi fidare. Lei non si fida di nessuno. In Comune, proprio per questo sua atteggiamento, è tutto un fuggi fuggi. La ragioniera se n'è già andata. Nell'ufficio tecnico c'è solo una consulente, l'architetto Codato, ex assessore ad Ivrea".

Stefano Filiberto è stato sindaco di Feletto per 9 anni

E' giusto dare uno stipendio al sindaco?

"No che non è giusto. Bisogna farlo per spirito di servizio, non per lavoro". Poi Filiberto esclama: "Viva lo statuto Albertino che non pagava i politici di nessun livello. I parlamentari avevano giusto un rimborso spese".

Non pensa che serva per garantire a tutti pari diritto nell'accesso alle cariche politiche?

"E' giusto un paravento. Durante il Risorgimento c'erano c'erano anche parlamentari che non appartenevano all'alta borghesia o alla nobiltà".

Chiunque, dunque può fare il sindaco?

"Il sindaco lo può fare chiunque. Bisognerebbe però fare il concorso da sindaco. Essere capo di un'amministrazione è come essere capo di un'azienda. Se non sei capace non puoi farlo. Parlo di sindaco e assessori. Non dei consiglieri, quella è truppa. Ma alle cariche di governo serve una conoscenza approfondita della materia. Io il Bilancio non mi limitavo a firmarlo alla "va tutto bene madama la marchesa". Lo studiavo, lo correggevo, lo discutevamo e come ultimo atto lo firmavo, ma con cognizione di causa".

E la Ferrero, secondo lei, ha queste competenze?

"Faceva l'infermiera... direi che va da sé. Non basta essere ex consigliere per diventare esperti in questioni comunali".

Poi Filiberto allarga le braccia e aggiunge: "E si è pure aumentata pure lo stipendio".

La legge che permette ai sindaci di aumentarsi lo stipendio c'è, ma non impone proprio niente, tant'è che ci sono dei primi cittadini che hanno rinunciato come nel caso di Silvio Varetto di Alpette, giunto al termine del suo terzo mandato.

Che si possa rinunciare all'indennità lo dice anche chiaro e tondo la Corte dei Conti.

"Il Sindaco - scriveva l'11 luglio del 2022 - ha certamente la  facoltà di rinunciare all’indennità, essendo quest’ultima un diritto di credito per sua natura disponibile, e potrebbe anche effettuare una rinuncia condizionata ad una specifica destinazione delle somme, ma gli effetti del negozio giuridico rimangono circoscritti alla sfera patrimoniale del rinunciante (acquisizione o meno al patrimonio) e non possono incidere sulle ulteriori destinazioni delle somme, destinazioni che rientrano nella discrezionalità dell’ente; a maggior ragione, secondo la Corte, la volontà del Sindaco non può mutare la destinazione di una somma allorché la stessa sia stata stabilita inderogabilmente dalla legge...".

Non si tratta, infatti, di uno scatto ma di un “incremento” previsto dalla legge di bilancio del 2022, da corrispondersi in parte già nel 2023 e in parte nel 2024. 

La tabella completa con gli aumenti possibili in base agli abitanti del Comune amministrato

Solo che, da qui in avanti, in controtendenza rispetto al passato, e probabilmente per evitare polemiche, il Governo (all’epoca c’era Draghi, ndr) ha deciso di utilizzare una logica diversa: rimborsare i Comuni totalmente in base ai nuovi calcoli, salvo chiedere la restituzione di quanto “inviato” a quelle Amministrazioni comunali  che (e questo è scritto a caratteri cubitali) avessero deliberato indennità più basse. 

Molte amministrazioni comunali lo han fatto: basta farsi un giro sulla rete per scoprirlo. Han detto “no a me basta l’indennità che ho” e han restituito o restituiranno i soldi alla Banca d’Italia, altre han dette “col cavolo” che li restituisco “Me li tengo!”.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori