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Il caso

"Guadagno 5 euro lordi l'ora, mi viene da piangere"

Il racconto di un lavoratore dell'Aeroporto di Caselle

"Guadagno 5 euro lordi l'ora, mi viene da piangere"

Immagine di repertorio

Dopo l'approvazione della maggioranza al maxi emendamento che ha respinto l'idea di un salario minimo di 9 euro l'ora, delegando al governo la ricerca di un'alternativa per garantire "retribuzioni equilibrate", un vigilante dell'aeroporto di Torino-Caselle, citato da Elly Schlein nel suo intervento alla Camera, è stato intervistato da La Repubblica.

Il lavoratore ha confermato le dichiarazioni della segretaria dem, affermando di percepire 5 euro lordi all'ora. "È ridicolo, mi viene da piangere", ha dichiarato al quotidiano romano. Ha evidenziato la grave situazione in cui si trovano, sottolineando che il contratto non è stato rinnovato da otto anni, mantenendo una retribuzione che era già considerata inadeguata anni fa e ora è ulteriormente insufficiente, soprattutto considerando l'attuale inflazione.

Descrivendo le difficoltà finanziarie che lui e i suoi colleghi affrontano con uno stipendio così basso, intorno ai mille euro al mese, spesso l'unico reddito familiare, ha ammesso la sfida immane nel bilanciare le spese. Ha riferito delle situazioni difficili dei suoi colleghi, alcuni con figli e mogli che hanno lottato per anni per trovare un impiego, costringendo il poco denaro guadagnato a essere sufficiente per tutti.

Parlando delle responsabilità del suo ruolo, ha evidenziato la gravità di una retribuzione così bassa, considerando la responsabilità della sicurezza aerea, inclusa la gestione di armi.

"Dobbiamo garantire la sicurezza aerea, molti di noi hanno anche la responsabilità di un’arma. Per un errore andiamo nel penale. Abbiamo la vita della gente sulla coscienza", precisa, "forse da fuori possiamo sembrare degli sceriffi ma non è così: per farsi assumere serve un titolo di studio. Devi avere l’auto, conoscere una lingua straniera. E poi studiare, continuamente: come sono fatti gli esplosivi, anche liquidi, come si possono nascondere, ma anche aggiornarsi sulle nuove armi. Viviamo continuamente sotto esame: ci chiedono professionalità e qualità, ma poi in busta paga non si vede mai".

Il vigilante, poi, racconta del grande disagio tra i suoi colleghi a causa del trattamento salariale. Una situazione che mette in crisi lavoratori e famiglie. "Forse a qualcuno non interessa nulla della nostra categoria, delle guardie giurate e di chi si occupa di sicurezza. Non c’è la volontà di far star bene il personale. Siamo considerati dei numeri. E basta". Per questo la voglia di andare via c’è, anche se il lavoro gli piace: "Trovassi un lavoro stabile, uno qualunque, mi spoglierei sul posto, lascio la divisa e vado via".

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