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Ivrea
25 Novembre 2023 - 18:40
La scorsa settimana, su queste pagine, Cadigia Perini di Unione popolare aveva affrontato il problema della desertificazione del centro storico. A tornare sull’argomento è Ciro Lubrano Lavadera di Vino e dintorni.
Spett.li direttore, caro Liborio, ti mando uno scritto sul discorso delle fioriere nel centro storico, le serrande abbassate etc. Parlo a nome personale, non ho incarichi neanche nella nuova associazione di commercianti SBAM di cui faccio parte con orgoglio.
La nascente realtà si caratterizza appunto per la precisa scelta di radicare le sue proposte proprio in questa parte di centro storico più sofferente causa desertificazione e non solo. Dunque: condivido quasi tutto dell’articolo di Cadigia ma vorrei allargare il discorso. Se le fioriere sian belle o brutte, se sia stato uno spreco di denaro pubblico, se siano state un trucco contabile non lo commento neanche. Le intenzioni erano apprezzabili, il percorso è stato accidentale, il risultato è sicuramente monco.
E una parte della colpa è degli stessi commercianti che, per esempio, han fatto orecchie da mercante all’invito di togliere le vecchie fioriere, i vasi rabberciati di cento forme e materiale, per far spazio ai vasi di Nespolo. Ora sembra quasi ovunque una scarpa e una ciabatta e questo non c’entra nulla sul valore in sé del progetto.
Perché il Comune non ha imposto di togliere tutte le vecchie fioriere?
Perché si dialoga poco e male fra noi stessi e fra noi e chi ci amministra. Io da anni sostengo che la necessità più urgente, sul tema commercio, è la programmazione di un intervento di medio periodo che contenga però dentro anche l’urgenza delle scelte non più rinviabili.
C’è bisogno di “stati generali del commercio” dove interrogarsi sul come, con quali idee e quali risorse si ferma incuria e desertificazione nel centro.
Per esempio i patti di valorizzazione vanno ripensati anche in funzione dell’effettivo beneficio che il commerciante (o una determinata zona) ne riceve.
Per esempio la città è diversamente sporca (non ovunque nello stesso modo) non per colpa dei commercianti (anzi) ma in primis perché non è previsto un confronto puntuale con SCS su come, dove e quando impegnare più uomini e mezzi.
Per esempio “è sempre colpa di quelli di prima” è una scorciatoia politica non più accettabile, una foglia di fico che è inefficace a coprire ritardi, esitazioni e colpevole negligenza nel settore commercio.
È solo colpa degli altri se apre un’altra mega struttura commerciale?
Come mai sempre sempre si viene a sapere di questi progetti, di queste concessioni solo quando è “troppo tardi” per fermarle?
Mi sembra esattamente l’opposto di quella fame di trasparenza chiesta a gran voce ad amministratori virtuosi.
Sarà che gli oneri di urbanizzazione, le compensazioni etc. fanno piacere a tutte le amministrazioni (di destra, centro o sinistra) ma allora di cosa parliamo?
Ivrea demograficamente invecchia e si ridimensiona, 10 - 100 iper, super strutture di vendita (inclusi discount e centri commerciali) aumentano SOLO consumo di suolo e cementificazione ma non si sostengono, non fanno grandi affari perché il bacino di utenza quello è.
Si allarga l’offerta ma non la si arricchisce, anzi si crea povertà e il commercio di prossimità, le luci sentinella del nostro centro storico si spengono in progressione. E quindi, chiudo, questa amministrazione (che ho votato e sostenuto) deve affrontare questi temi con urgenza, se vuole fare la differenza.
Altrimenti a che è servito accorpare le deleghe al bilancio e al commercio nelle mani dello stesso assessore?
Se è per sentirsi ripetere che ci son pochi soldi, o che “via Arduino è in salita”...basta, non va affatto bene.
E’ una vecchia solfa che mi ha stancato; non si fanno le nozze coi fichi secchi ma bisogna subito mettere in campo un piano di intervento e soprattutto FI-NAN-ZIAR-LO.
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