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13 Novembre 2023 - 10:48
I volontari dell'associazione
Tra i candidati alla vittoria del premio "Luisa Minazzi - Ambientalista dell'anno" c'è anche un'associazione canavesana che da anni si occupa del territorio. Si tratta dell'Associazione sentieri alta Val Malone. L'obiettivo dell'associazione? "Il recupero dei sentieri per favorire lo sviluppo dell'economia locale" come spiega il presidente Mauro Salot.
L'associazione opera tra Corio e Rocca grazie al lavoro di 850 associati e 60 volontari operativi. I volontari si dotano degli strumenti necessari e vanno nei boschi. Sfrondano, puliscono, lavorano per recuperare la rete sentieristica del territorio. E badate bene, non si tratta di un'azione fine a sé stessa.
Lo spiegava Salot: i sentieri sono le nervature del territorio. Percorrendoli, si arriva di fronte ai negozi, nelle borgate, si sale di quota per ammirare i paesaggi. I sentieri alimentano il turismo e l'economia di base. Tenerli puliti significa contrastare attivamente lo spopolamento e l'impoverimento dei territori.
Mauro Salot
E questo vale soprattutto in un contesto come quello dell'Alta Val Malone, abitato fino a sessant'anni fa da 10mila persone, che oggi sono diventate 3mila. Più della metà degli abitanti se ne sono andati. Forse questa più di ogni altra cifra contribuisce a far comprendere l'entità del problema.
"Non ci aspettavamo la candidatura - prosegue Salot - anche perché noi non siamo prettamente un'associazione ambientalista, ma curiamo il paesaggio, l'ambiente, i boschi e ci occupiamo di tutto ciò che è legato all'idea dello sviluppo locale alternativo. Il comitato organizzatore, però, dopo esser venuto a vedere cosa facciamo, ha avuto modo di capire la bontà del progetto. Così, quando abbiamo avuto notizia della candidatura l'abbiamo accettata".
D'altronde, se per ecologia intendiamo lo studio dell'ambiente includendo anche la componente antropica e culturale, cosa c'è di più ecologico dell'idea di recuperare in maniera sostenibile un territorio con la sua economia, le sue tradizioni e la sua natura?
Quella che viene portata avanti dall'Associazione è infatti "un esempio di promozione virtuosa" dice Salot. Non solo, ma il fatto che sessanta persone e 850 sostenitori si mettano assieme per prendersi cura del territorio è anche un esempio di come "la montagna deve essere recuperata e reinventata da chi la abita: noi dobbiamo avere le forze e il capitale umano di gestire il futuro".
I volontari si ritrovano pe recuperare i sentieri del territorio
"Gestire il futuro": la locuzione parla chiaro. Dopo un passato di spopolamento occorre darsi da fare, ma per farlo serve una buona dose di capitale culturale, che è una delle risorse che è andata perdendosi assieme a quello economico: "Con lo spopolamento si sono impoverite anche le risorse culturali: ancora più che i soldi mancano le idee" spiega Salot.
Meno persone, meno risorse mentali. Un'equazione facile e spietata. Dal 2014, quando l'associazione è stata costituita, il lavoro è stato tantissimo. "Stiamo lavorando all'ultimo sentiero e poi la rete sarà definita - spiega Salot -. Abbiamo recuperato 175 chilometri di sentieri, 46 percorsi messi a catasto e segnalati".
Il lavoro di recupero è stato preceduto da una selezione meticolosa dei sentieri più funzionali alla vita economica del territorio: "Tra Rocca e Corio ci sono 226 borgate, e da ogni borgata partivano tre sentieri, giusto per darle l'idea...". Impossibile recuperarli tutti; non impossibile recuperare i migliori: "Abbiamo lavorato sui sentieri più solidali a creare una rete che permetta di percorrere il territorio cercando di passare dove c'è vita e dove c'è attività".
Chi volesse votare l'associazione aiutandola a vincere il premio, che tra l'altro è promosso da Legambiente e da La Nuova Ecologia, lo può fare sul sito premioluisaminazzi.it. C'è tempo fino al 19 novembre.
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