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Il caso

Il sindaco vuole commemorare un evento che non è mai accaduto

E io pago, direbbe Totò: la croce dovrebbe essere elitrasportata sulla vetta di una montagna

Il sindaco vuole commemorare un evento che non è mai accaduto

Di solito si commemorano le cose che sono accadute. Si tratta di una legge non scritta dettata dal buon senso e che accomuna storici, politici, insegnanti e chiunque lavori con la storia. A Groscavallo, invece, si fa un'eccezione: la prossima primavera, infatti, in paese verrà commemorato un evento che non è mai accaduto.

Di che parliamo? Della battaglia del Pian dei Morti. Secondo la leggenda, la battaglia si sarebbe svolta nel XVIII secolo tra gli abitanti di Ceresole Reale e quelli di Groscavallo. La storia narra che gli abitanti di Ceresole si introdussero nella vicina Groscavallo con la complicità dei cittadini di Bonzo (all'epoca comune a sé stante) e rubarono le campane della Chiesa del paese

"Nottetempo, col favore del buio, s'introdussero nel campanile della Parrocchiale, staccarono le pesanti campane e, a spalle, s'incominciarono la marcia fino a Ceresole - come si legge sul sito web Leggende dalla Val Grande -. Ma gli abitanti di Groscavallo s'accorsero del furto e si misero all'inseguimento raggiungendo il gruppo dei Ceresolesi il cui cammino era lento per il pesante carico; e vi fu battaglia nel piano, con morti e feriti da entrambe le parti, ma la vittoria arrise infine ai Groscavallesi che recuperarono il maltolto e riportarono le campane al loro posto (ed ostruirono con un tavolaccio l'ingresso, per evitare il ripetersi di fatti analoghi). Da allora il luogo è chiamato Pian dei Morti, a ricordo dell'avvenimento".

Ma, lo ripetiamo a beneficio di chiarezza: si tratta di un evento che non è mai accaduto. Nel settembre scorso, con una delibera di Giunta l'esecutivo cittadino guidato da Giuseppe Giacomelli ha deciso di posizionare una croce in legno alta quattro metri alla quota di 2828 metri della Punta Crocetta, sullo spartiacque tra Groscavallo e Ceresole Reale.

L'obiettivo è proprio quello di ricordare la battaglia realizzando però un'opera che possa diventare un segnale di fratellanza tra i due comuni. Ebbene, la cosa non ha convinto i consiglieri di minoranza di Groscavallo Domani.

"Non crediamo che una nuova croce su una vetta sia una reale esigenza prioritaria del paese (anche perché non ci è ancora chiaro chi pagherà le spese vive per l'elicottero che la porterà in quota, pensiamo ormai la prossima primavera/estate), ma volendo essere comunque collaborativi con la maggioranza abbiamo chiesto formalmente in consiglio comunale di cambiare la delibera con la quale si parla di 'ricordo a caduti' inesistenti".

La minoranza ha così proposto di sostituire la motivazione nel ricordare tutti coloro che, nei secoli, sono morti in montagna. Per esempio gli agricoltori e gli allevatori, nello svolgere i loro lavori negli alpeggi, le vittime di fulmini e di interperie, gli alpinisti. Non c'è stato verso.
"Curioso, peraltro - commentano i consiglieri di minoranza - che si inizi un 'gemellaggio' partendo da morti e dissidi occorsi in passato tra i due stessi comuni. Non ci sembra il modo migliore di cominciare, forse sarebbe stato meglio partire da cosa ci unisce (cultura, lingua, tradizioni, agricoltura, turismo alpino), non da cosa ci divide".

Non è il gemellaggio con Ceresole in sé a disturbare la minoranza, che anzi lo caldeggia, "ma che non sia basato su di una leggenda, molto utile per scriverla sugli opuscoli turistici, ma non come motivazione per issare il simbolo cristiano per eccellenza".
Nello stesso consiglio la minoranza ha anche chiesto da dove arrivi la croce. Giacomelli ha raccontato di come, con le sue stesse mani, abbia lavorato e levigato per giorni un vecchio trave di larice prelevato dal colmo di un tetto in rifacimento. "Di questo gesto personale lo ringraziamo personalmente, un atto sicuramente onorevole per aver fatto almeno risparmiare il costo vivo della croce alla comunità (per l'elicottero, vedremo)".
Ad ogni modo, si attende ancora il parere della Soprintendenza, che su questioni di questo tipo è vincolante. 
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