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4 novembre: uniformi e bandiere palestinesi, una giornata di contrasti

Le due facce della giornata dei festeggiamenti per l'Unità nazionale e le Forze armate

MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA L'ITALIA CONTRO LE GUERRE

MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA L'ITALIA CONTRO LE GUERRE

Le celebrazioni con uomini in divisa e i tricolori, ma anche le piazze con le bandiere palestinesi che chiedono il 'cessate il fuoco'.

Sono le due facce del 4 novembre, non necessariamente contrapposte ma attraversate da gesti anche provocatori, come i cartelli pro Hamas a Milano.

Nella giornata dei festeggiamenti per l'Unità nazionale e le Forze armate il primo a rivolgersi a soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanzieri e personale civile della Difesa è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "il vostro lavoro quotidiano è essenziale per l'avvenire sicuro e pacifico della nostra comunità e della più ampia comunità internazionale. La Repubblica vi è grata", si legge nel messaggio del capo dello Stato al ministro della Difesa Guido Crosetto.

 

Poi, prima di raggiungere Cagliari, la cerimonia all'Altare della Patria assieme a Meloni, La Russa e Fontana.

"Onore al coraggio di chi ha sacrificato la sua vita per difendere la nostra Patria", ha scritto la premier su Facebook, mentre Crosetto alle celebrazioni in Sardegna sottolinea: "Il compito primario delle Forze armate è la difesa della pace, in patria e all'estero. Un compito diventato, ora, ancora più impegnativo e complesso. Vi è una sfida cruciale da vincere: impedire che quanto sta accadendo nella striscia di Gaza scateni una nuova Lepanto, una nuova, assurda, guerra di civiltà religiosa, politica, ideologica, tra cristianesimo e Islam, tra Occidente e Oriente, Europa e Stati arabi".

 

E a margine della festa ribadisce: "L'Italia è stato il primo Paese a dare segnali inversi alla guerra. Bisogna agire e noi siamo stati i primi a farlo, con aiuti umanitari". Quasi una risposta indiretta alla protesta poco distante, sempre a Cagliari, dei duecento manifestanti contro le basi militari in Sardegna e "per lo stop al genocidio di Gaza": un'iniziativa organizzata dal 'Comitato per il no al 4 novembre come Festa nazionale delle Forze armate', che riunisce varie sigle della sinistra antagonista.

I cortei pro Palestina si sono svolti in diverse città d'Italia, da Torino a Palermo, passando per Firenze.

A Milano qualche migliaio di persone ha sfilato con striscioni e cartelli. Tra questi ce n'era anche uno, firmato dal partito marxista leninista italiano: "Con Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qassam e il popolo palestinese, per la liberazione della Palestina", recitava.

Tanti gli slogan contro il leader della Lega Matteo Salvini, che in contemporanea con il suo partito era invece in piazza 'in difesa dei valori dell'Occidente' per ribadire il sostegno al popolo israeliano.

 

Di tenore opposto all'iniziativa del Carroccio è stato anche il corteo organizzato a Roma, dove campeggiava uno striscione dalla scritta: "Una nuova Norimberga per i crimini dell'Occidente in Palestina", con sopra raffigurati i volti di Meloni, Biden, Netanyahu, Von de Leyen e del segretario generale della Nato Stoltemberg.

Alcune immagini delle proteste a Roma

Le Proteste a Torino

"Vita terra libertà per il popolo palestinese. Salviamo Gaza"

Si è aperto con questo striscione dell'Api (associazione dei palestinesi in Italia) il corteo Pro Palestina di oggi a Torino. I manifestanti sono diverse centinaia e tra loro ci sono anche bambini e adolescenti. Accanto alle numerose bandiere della Palestina vede nessuno alcune di potere al popolo e Rifondazione comunista altre con il simbolo della falce e martello in campo rosso ma senza nessuna sigla.

"Il 7 ottobre - ha detto una speaker parlando in italiano - è stato abbattuto il vergognoso muro che circonda Gaza. Un momento che non dimenticheremo. E che ha dimostrato che l'oppressione genera ribellione".

"Da un mese - ha continuato - Israele bombarda case, scuole, ospedali per cancellare la striscia di Gaza e la sua popolazione. L'obiettivo è perpetrare un genocidio. Ma il popolo palestinese sta scrivendo una nuova pagina di resistenza".

"Denunciamo attacchi sionisti ai giornalisti a Gaza"

Ha raccolto oltre 800 persone secondo la questura il corteo Pro Palestina che si è tenuto oggi a Torino. I partecipanti (per gli organizzatori alcune migliaia) sono aumentati al passaggio nel quartiere Barriera di Milano e nella zona di Porta Palazzo. Uno speaker ha esortato "gli arabi presenti ad applaudire gli italiani che sono qui con noi e a ringraziarli per la loro umanità".

Il corteo ha fatto tappa sotto la sede della Rai, in via Verdi, per "denunciare - è stato detto - l'attacco dello Stato sionista ai giornalisti palestinesi che lavorano a Gaza e che sono diventati un bersaglio".

Fra i diversi manifestanti che hanno preso la parola c'è stato Pietro, studente universitario, del 'Fronte della gioventù comunista', secondo il quale "il governo Meloni ha le mani sporche del sangue dei palestinesi" perché "ha scelto di stare dalla parte dei carnefici".

Una giovane ha ricordato una propria amica, insegnante in una scuola elementare di Gaza: "È morta il 25 ottobre sotto un bombardamento con il marito e i due figli. Tre, con quello che portava in grembo e che sarebbe nato questa settimana. Questi non sono numeri. Sono persone. Sono vite umane".

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