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Sfrattata a calci e ceffoni: ora la casa c'è, ma niente cani!

La donna era stata sbattuta fuori dal proprietario dell'abitazione in cui viveva da 25 anni e da quasi due settimane è senza un tetto

Sfrattata a calci e ceffoni: ora la casa c'è, ma niente cani!

I due cani bassotto non potranno vivere nella casa messa a disposizione dal Comune

Sono passate quasi due settimane da quel sabato mattina in cui Francesca (il nome è di fantasia), è stata sfrattata a calci e schiaffoni dall'abitazione in cui ha vissuto per 25 anni.

Il suo Comune di residenza non è riuscito a fare nulla per lei. Non avendo ricevuto uno sfratto esecutivo e non essendo una profuga, la sua situazione non è di emergenza abitativa. Un'interpretazione restrittiva che di fatto ha legato le mani all'amministrazione per quel che riguarda l'assegnazione di abitazioni di edilizia pubblica. Le case Atc, per intenderci.

E così è intervenuto direttamente il Consorzio In.Rete che l'emergenza abitativa l'ha riconosciuta eccome.

ELLADE PELLER PRESIDENTE DEL CONSORZIO IN.RETE

A dirsi disponibile è stato il Comune di Pavone che, avendo un proprio alloggio libero, ha subito dato la disponibilità: "Aspettiamo la signora a braccia aperte. Può venire anche subito" dichiara il sindaco Endro Bevolo.

Ma c'è una condizione. Un "ma" grosso come una casa: "Può venire anche subito, ma senza cani".   

Un bel problema per Francesca che ai suoi due bassotti di 13 e 14 anni è legatissima. Da subito aveva detto che non si sarebbe mai separato da loro. Ora, però, le alternative sembrano non esserci.

"Possiamo mettere a disposizione di questa donna un monolocale con servizi e angolo cottura - spiega il sindaco di Pavone -, ma nelle aree comuni di quel complesso ci sono dei gatti. E non credo proprio che la convivenza sia possibile. Un altro appartamento, infatti, è assegnato ad un ospite che ha un progetto legato proprio alla cura dei suoi felini. E' chiaro che i bassotti non potrebbero stare né in cortile, né sul balcone. E in quella stanza non so proprio come potrebbero vivere tutti insieme. Non verrebbero rispettate le norme igienico sanitarie".

Bevolo, che è già pronto a strutturare un progetto di accoglienza per Francesca, aggiunge: "Certo, una prova potremmo farla, ma la vedo davvero dura. L'ideale è che riesca a trovare una soluzione alternativa. Anche perché la sua permanenza qui sarebbe solo di tre mesi".

IL SINDACO DI PAVONE, ENDRO BEVOLO

La soluzione a Pavone, infatti, è temporanea e servirebbe per far acquisire a questa donna tutti i requisiti per l'emergenza abitativa. Vivendo per tre mesi in un appartamento del Comune, infatti, acquisirebbe a tutti gli effetti i requisiti le caratteristiche necessarie al riconoscimento dell'emergenza abitativa e, a quel punto, potrebbe entrare in uno degli appartamenti che il suo Comune di residenza metterebbe a disposizione. 

Ora la priorità è trovare una casa ai due bassotti. Una soluzione temporanea della durata di tre mesi. 

Da quasi due settimane Francesca e i suoi cagnolini sono in mezzo ad una strada. Passa da un bed&breakfast all'altro pagato da chi cerca di aiutarla come può. Ma questa vita di misericordia non può certo essere una soluzione. E prima o poi Francesca rischia davvero di ritrovarsi a vivere in un'automobile.

"E' assurdo che si sia arrivati a tanto - tuona la presidente del consorzio In.Rete Ellade Peller -. La situazione di questa donna è nota da mesi. La segnalazione al suo Comune di residenza è stata fatta più di un anno fa. E in tutto questo tempo possibile che non siano riusciti a trovare una soluzione? In questi casi il Consorzio è di supporto, ma a muoversi doveva essere il Comune che però non è stato affatto d'aiuto".

Sabato 14 ottobre Francesca è stata cacciata dalla casa in cui viveva da 25 anni dal figlio dei proprietari di quell'alloggio.

Presa a calci e schiaffoni, come riferito anche in pronto soccorso e nella denuncia sporta dai carabinieri di Banchette, Francecsa è dovuta scappare in ciabatte e con solo gli abiti che indossava. Non le è stata data la possibilità nemmeno di prendersi  abiti di ricambio o la biancheria intima. 

“Sono disperata, mai avrei pensato di fare una simile fine - ha raccontato Francesca al nostro giornale ripercorrendo i terribili momenti in cui è stata cacciata  -. Quell'uomo grande e grosso è salito in casa, ha iniziato a prendermi a calci e schiaffoni. Era inarrestabile. Sono dovuta scappare via così com’ero vestita, in infradito e pantaloncini, riuscendo a portare via soltanto i mie amati cani, due bassotti di 15 e 13 anni. Mentre scappavo, lui buttava giù dal balcone tutto ciò che trovava. Distruggendo tutto”.

L'intera vicenda è legata al contratto di affitto di quell'immobile. I vecchi proprietari sono morti e la casa è passata ai due figli. Il canone era intestato alla mamma di Francesca e quando la donna è morta, nel giugno del 2022, sono iniziati i problemi.

Francesca chiedeva semplicemente che le venisse intestato un nuovo contratto:Senza contratto di locazione il mio assegno è sceso da 750 a 500 euro mensili. Ho provato a spiegargli che se mi avesse rinnovato il contratto, i 250 euro del reddito sarebbero stati girati direttamente sul suo conto e me sarebbero spettati i restanti 500. Ma lui non ha voluto ascoltare ragioni”.

Iniziano così gli screzi e le angherie di cui tutti erano a conoscenza, dal Comune di residenza della donna, al Consorzio In.Rete.

In un anno di tempo, però, nessuno è riuscito a trovare una soluzione alternativa e il 14 ottobre scorso Francesca è stata cacciata in malo modo.

                                                                                                                                                                                                                                                

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