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Sanità

Più di 1500 firme per "salvare" la casa di riposo

Alcuni anziani rischiano lo "sfratto"

600 firme per salvare i nonnini che rischiano lo "sfratto" dalla casa di riposo

Il banchetto della raccolta firme

Va avanti ormai da mesi la raccolta firme lanciata dal comitato “Salviamo il Capirone”.

Un gruppo di cittadini che si oppone alla chiusura della residenza per anziani e allo sfratto dei nonnini presenti al suo interno. (Al posto del Capirone dovrebbe sorgere una Casa di Comunità).

Il numero raggiunto è davvero notevole: parliamo di 1500 firme su una popolazione di circa 16 mila persone. 

Significa che quasi il 10% dei residenti ha deciso di appoggiare la petizione e di schierarsi contro la chiusura del Capirone.

Numeri molto importanti e che, in qualche modo, segnano anche la distanza tra l’amministrazione comunale e una larga parte della popolazione leinicese.

Al momento, però, da parte dell’amministrazione del Sindaco Renato Pittalis non c’è la volontà di tornare indietro.

Anzi, nel Dup (documento unico di programmazione) si parla del passaggio degli ospiti del Capirone da 34 a 22 e del necessario trasferimento di 12 persone. Dove? Non si sa.

Il Capirone

Di che parliamo?

Il progetto della nuova Casa di Comunità di Leinì è arrivato in Comune mercoledì 17 maggio. 

Le indicazioni sono piuttosto chiare: solo una parte della Rsa diventerà casa di comunità, parliamo di 800 mq, l’area su via Lombardore.

Sono stati proprio il Comune e l’AslTo4 a specificare tutto.

Il Comune di Leini - si legge  in un comunicato di maggio - ha messo a disposizione dell’ASL TO4 metà della RSA Capirone per realizzare la locale Casa di Comunità, per la quale gli obiettivi sono quelli del PNRR, quindi contrattualizzazione dei lavori entro il 30/09/2023 e fine dei lavori entro il 31/03/2026”.

Al centro della discussione c’è la chiusura della RSA Capirone a Leini, una struttura per anziani (presente in città, in varie forme, dalla fine dell’800), che sarà trasformata in una casa di comunità. I lavori (e quindi lo smantellamento della Rsa) secondo quello che si mormora, non inizieranno prima della fine dell’anno, ma la notizia sta già preoccupando i familiari degli ospiti e il personale che vi lavora.

Gli anziani presenti all’interno, infatti, dovranno essere trasferiti altrove.

Al Capirone, da qualche mese, sono stati bloccati i nuovi ingressi, proprio in previsione della chiusura della residenza per anziani.

L’amministrazione comunale e l’ASL TO4 hanno parlato della trasformazione della struttura da giugno dell’anno scorso, ma solo nell’agosto 2022 il consiglio comunale ha approvato la convenzione del comodato d’uso per trasformare l’immobile in una struttura ospedaliera di primo livello.

La nuova struttura ospiterà 10-15 ambulatori, un punto prelievo, medici specialisti, pediatri, infermieri e altri professionisti, servizi diagnostici di base e altro ancora. 

La scelta di concedere la struttura all’ASL TO4 deriva dal costo di gestione e dagli investimenti necessari per renderla economicamente sostenibile. 

Inoltre, l’amministrazione ha dovuto effettuare interventi urgenti di manutenzione per evitare la revoca dell’autorizzazione da parte dell’ASL.

Tuttavia, la decisione ha preoccupato i familiari di una trentina di anziani ospiti e una ventina di lavoratori che temono di perdere il lavoro e di dover spostare i propri cari in altre strutture. 

L’amministrazione comunale sta progettando una nuova RSA in un’altra zona con l’intervento di un investitore privato, con un numero maggiore di posti disponibili autorizzati dalla Regione, passando dalla quarantina attuale ai futuri 111.  Della nuova Rsa, però, non si sa nulla: né quando sarà costruita né da chi, nulla di nulla.

I parenti delle persone ospiti del Capirone, quindi, sono piuttosto arrabbiati e nei mesi scorsi hanno lanciato una raccolta firme per chiedere all’amministrazione di fare un passo indietro e “salvare” il Capirone.

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