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Gassino

Tutto il racconto della patronale per immagini: 5 giorni di festa in paese

Musica, band, street food e mostre di artisti per le vie della città

Al centro, il presidente della Pro Loco con alcuni dei volontari

Il mese di settembre in quel di Gassino, si sa, è sempre concitato. 

Passeggiando per ogni angolo della città c’è un’attrazione: la banda nella piazza dietro al Comune, le giostre in piazza del mercato, il punto ristoro, la musica e le mostre artistiche in via don Camillo Ferrero e tanto altro. Per non parlare, poi, dei componenti dell’amministrazione comunale e i volontari della Pro Loco, sempre pronti a scorrazzare tra i tavoli o inaugurare iniziative. 

L’evento a cui ci riferiamo è la festa patronale, andata in scena da venerdì 8 settembre fino ad oggi, martedì 12, per 5 giorni di festa in tutta la città.

 

La "piastra" esterna in via Don Camillo Ferrero 

“È stato un bell’inizio - ci dice a caldo durante le prime serate il presidente della Pro Loco gassinese Guido Savio - siamo in media una 40ina di volontari e quest’anno abbiamo scelto di ricreare un’atmosfera un po’ più “intima”: c’è spazio sia per il divertimento e la musica che per chi vuole semplicemente fare due chiacchiere. Per quanto riguarda il cibo ci sono gli stand di street food, che hanno sempre molto successo, quelli di Gassino e quelli di Bardassano, lo “zoccolo duro” della manifestazione diciamo”. 

Menzione d’onore, quest’anno, va per le new entry: uno stand in più con crepes per celiaci e un nuovo punto bar all’entrata del padiglione di via Don Camillo Ferrero, rimasto aperto per dare “manforte” agli altri volontari e costruito interamente con materiali di recupero.

I volontari al nuovo punto bar 

Spostandosi si qualche metro, poi, si incappa in una mostra di pittura tutta gassinese, offerta dagli artisti Francesco Galluzzo e Andrea Bosco. Incorniciate, si possono notare le opere di Galluzzo (con bellissime donne che guardano fuori da delle finestre o scorci di Gassino disegnati con la china) e quelle di Bosco, che ha deciso di donare uno suo quadro all’amministrazione comunale. 

Da sinistra: i pittori Francesco Galluzzo e Andrea Bosco; la vice-sindaca Rosetta Tropea e il sindaco Paolo Cugini 

“Il titolo dell’opera è il “Bucintoro attraversa Gassino- spiega Bosco - e si rifà a un fatto realmente accaduto, quando questa imbarcazione nel 1742 attraversò il Po da Venezia fino a Torino, passando anche per la nostra città. C’è, però, un falso storico: nel quadro ho deciso di inserire anche il nostro classico campanile di piazza della Chiesa, anche se all’epoca non era ancora stato costruito”.  

Andrea Bosco, con l'opera donata all'amministrazione comunale 

Un evento, quello della patronale, a 360°, in grado di offrire spunti interessanti un po’ per tutti: dallo storico mercato del sabato, alle gare di camminata e corsa la domenica e gli stand gastronomici. 

Come sempre organizzare tutto in tempo è un tour de force - commenta il sindaco Paolo Cugini - ma siamo soddisfatti del risultato. Se dovessi consigliare un evento, anche per il prossimo anno, è la domenica delle associazioni: un bel momento per fare un giro per il paese ed entrare in contatto con tutte le attività che le diverse realtà portano avanti sul nostro territorio”.

 

L'interno del padiglione gastronomico di via Don Camillo Ferrero 

Immancabile, poi, la musica, con ospiti d’eccezione come Bruno Power o lo spettacolo degli Abba Dream. “Anche sulla parte musicale le offerte sono state molto varie - dice Guido Savio - una delle band ha cominciato con musica italiana durante le prime ore della serata, per concludere con la musica “più sparata” per i giovani. Bellissimo anche il tributo ad Achille Lauro della Sexy Ugly Band: questa idea è nata da un ragazzo che soffriva di leucemia, e mentre era in cura a Monza ha conosciuto Achille Lauro, che faceva beneficenza nell’ospedale. Lauro ha detto questo ragazzo di cominciare a fare musica e così è nato il gruppo: la cosa bella è che Achille Lauro impersonifica molti dei valori, soprattutto di genere, delle nuove generazioni e quindi abbiamo avuto un occhio di riguardo anche per questo tema”.

“Il colore delle nostre magliette? Beh il verde - continua Savio - il giallo non ci soddisfava molto e nemmeno il rosso, il blu era la tonalità della Pro Loco di San Raffaele e quindi abbiamo deciso per il verde che, per altro, rappresenta anche l’attenzione della nostra associazione per il MaB UNESCO e l’ambiente, con tutti i nostri lavori di valorizzazione del territorio, dei sentieri di collina e sulla sostenibilità”. 

Insomma, la patronale continua ad essere un evento vincente, per 5 giorni di festa in città organizzati dal Comune e, soprattutto, da una Pro Loco che si conferma tra le migliori della zona.  

Un po' di Gassino a San Raffaele: lo storico Carlo Bosco presenta il suo nuovo libro 

Un po’ della patronale di Gassino si è spostata anche a San Raffaele Cimena, in occasione della presentazione del nuovo libro scritto dallo storico Gassinese Carlo Bosco, intitolato “Erano arrivate da terre lontane”. Di cosa parla? Della storia, durata ben 94 anni, di alcune suore missionarie vissute nell’ex convento di San Raffaele e venute dal Lodigiano. 

Lo storico gassinese Carlo Bosco 

“Saranno state presenti un centinaio di persone, sono molto soddisfatto della presentazione - ci spiega Bosco - a maggio del 2022 venne da me una cittadina di San Raffaele, Carla Luera, chiedendomi di scrivere un libro su queste suore missionarie, il cui operato si è diffuso in tutto il mondo, dall’America al Nicaragua. Io però non riuscivo a capire cosa avessero a che fare queste donne con San Raffaele. Dopo un po’ di indagini, la storia che ne è emersa è stata sorprendente”. 

L'affollatissima presentazione del libro di Bosco, con le suore missionarie del Sacro Cuore di Gesù di Codogno insieme alla Superiora Provinciale di Roma  

E sì. Pare che nel 1900, due donne rimaste nubili a Torino avessero deciso di fare una donazione: diedero la loro casa delle vacanze, appunto il convento in collina, alle suore e decisero anch’esse di entrare nella congregazione.
La cosa bella è che queste due torinesi sono entrate a far parte delle suore e hanno iniziato a collaborare con loro - continua l’autore - ci sono molti parallelismi interessanti. Durante il periodo della seconda guerra mondiale, le suore dalla finestra vedevano i bomabardamenti su Torino e avevano paura per le loro sorelle in città, quindi capitava spesso che prendessero la bicicletta, con i loro gonnoni ampi, e andassero a Torino per controllare che le altre stessero bene. Il titolo deriva proprio dal fatto che questa congregazione, espansa in tutto il mondo, è arrivata sul nostro territorio, appunto, “da terre lontane”.

Le sorelle furono un punto di riferimento per la collina per quasi un secolo, dal 1900 al 1994. Ma che ne é oggi della congregazione? Cosa ne è rimasto? Beh, per scoprirlo basta leggere il libro.

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