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Emergenza immigrazione: un nuovo centro di accoglienza per 400 persone in Canavese?

Si tratta di un vecchio poligono militare abbandonato dal 2001...

Emergenza immigrazione: un nuovo centro di accoglienza per 400 persone in Canavese?

L'ingresso dell'ex poligono Militare, a Lombardore

La Prefettura di Torino sta valutando la possibilità di realizzare un nuovo hub permanente per l’accoglienza dei migranti, in sostituzione dell’attuale sistemazione temporanea in via Traves a Torino, la cui convenzione con il Comune scadrà a fine settembre. 

Le due aree candidate per questa iniziativa sono l’ex caserma Mardichi di via Bologna, situata tra Regio Parco e Barriera (a Torino), e la piazza d’armi dell’ex poligono militare della Vauda, tra San Francesco al Campo e Lombardore, entrambe di proprietà del Demanio militare.

Di che si tratta? Di riportare all’onor del mondo un’area fino a poco tempo fa destinata alle esercitazioni militari. In gioco complessivamente quasi 400 ettari.

L’obiettivo principale è creare una struttura stabile e ben organizzata, con una capacità di accoglienza aumentata, che possa ospitare tra le 300 e 400 persone. 

Tra le due opzioni, l’ex caserma Mardichi sembra essere la scelta più concreta, in quanto beneficia della vicinanza al comitato torinese della Croce Rossa, che continuerà a gestire l’hub in base a un accordo nazionale. 

Questa struttura sarebbe ubicata nella porzione dell’edificio che si affaccia all’angolo tra le vie Cimarosa e Monteverdi (a Torino), garantendo una buona accessibilità per le cooperative sociali operanti nella provincia.

L’alternativa è rappresentata dal terreno dell’ex poligono militare della Vauda, situato vicino all’aeroporto di Lombardore. Gli esperti della Croce Rossa hanno effettuato rilievi e trasmesso le loro relazioni alla Prefettura per valutare la fattibilità di questa opzione.

L'ingresso dell'ex poligono militare

L’hub futuro sarà progettato per essere operativo tutto l’anno e per gestire qualsiasi tipo di emergenza. 

La realizzazione dell’area sarà affidata a un’azienda specializzata nella costruzione di tensostrutture in tutta Europa, con un tempo di esecuzione previsto di non più di venti giorni lavorativi dalla concessione dell’appalto. 

Il funzionamento sarà simile a quello di via Traves a Torino ma molto più strutturato, consentendo una permanenza più lunga rispetto alla media attuale di 4-5 giorni. 

Ciò darà la possibilità agli operatori e ai volontari di smistare con calma gli arrivi nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) della provincia, man mano che si liberano posti.

La struttura sarà dotata di tutti i servizi necessari all’accoglienza, compresi un’area dormitorio, un refettorio, un’infermeria e un’area amministrativa, oltre a spazi per docce e bagni. 

Si sta anche valutando l’ipotesi di distaccare due funzionari di polizia in loco per svolgere le pratiche sull’immigrazione, attualmente gestite negli uffici di via Grattoni e in corso Verona (a Torino).

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