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Borgofranco d'Ivrea
31 Agosto 2023 - 00:02
In tivù c’è il programma “Cucine da incubo”, in Canavese la saga “viabilità da incubo”.
Il tallone d’Achille del Canavese continua ad essere il traffico e, con la chiusura del traforo del Frejus, è scoppiato il patatrac.
Spostiamo le lancette dell’orologio indietro di 48 ore, a martedì 29 agosto, momento in cui la società ATIVA comunicava tramite il suo sito web che dirigersi in Francia sarebbe stato molto problematico, per via di una frana avvenuta oltralpe nella valle della Maurienne: autostrada A43 chiusa e Frejus interdetto.
Il risultato? Code chilometriche anche sulla Torino-Aosta e tir fermi in mezzo alla carreggiata per ore. Onde evitare l’ingorgo, molti bilici hanno deciso di uscire dalle strade principali per passare attraverso le cittadine, cosa che è successa anche a Borgofranco d’Ivrea. Peccato che per il paese i tir non potessero transitare.
La carovana di tir sulla provinciale per la frazione di Baio Dora, in uno dei video diffusi via social
“Forse tutti se lo sono dimenticati, ma Borgofranco e la frazione di Baio non possono far circolare i mezzi oltre le 44 tonnellate sul loro territorio - attacca a caldo il sindaco locale Fausto Francisca - questi trasporti pesanti danneggiano le fognature, creano disservizi e mettono in pericolo tutti. Se la Torino-Aosta viene bloccata, come successo oggi, tutto il traffico viene dirottato su di noi, Montalto e Ivrea. È intollerabile”.
E sì. Alcuni abitanti, durante la giornata di martedì 29, hanno ripreso con i cellulari il passaggio dei tir in paese: carovane di bilici lentissimi hanno “sfilato” in città, cercando di fare lo slalom tra balconi, vie troppo strette e marciapiedi. A esemplificare le criticità, l’incrocio tra un camion e un camper sulla centralissima via Aosta, larga ben 5 metri e 50 centimetri, punto in cui (come si evince dalla fotografia di copertina) i due mezzi restano quasi bloccati, sfiorandosi.
Non è finita qua, comunque: la processione dei tir è andata avanti anche al passaggio a livello di Borgofranco e per la provinciale che porta a Baio.
“I piani speditivi servono per l’emergenza, ma se l’emergenza diventa routine è giusto domandarsi perché non si provveda - aggiunge Francisca, che continua (assieme ad altri Sindaci del territorio) a lamentare questo problema da troppi mesi - Anas, concessionari di autostrade, Regione, Provincia e Comuni devono trovare insieme una soluzione. Se le risorse non ci sono, occorre trovarle con il PNRR. In più, dovrebbero essere al centro dei discorsi anche le chiusure inopportune dei transiti sotto i tunnel del Bianco e del Moncenisio. Non bastano i piani di protezione civile per i disagi alla gente e al territorio”.
Il sindaco di Borgofranco d'Ivrea Fausto Francisca
Facciamo ancora una precisazione. I guidatori dei camion hanno deviato dall’autostrada per passare per Borgofranco. Magari non ne erano al corrente, ma in città vige proprio il divieto di cui parlavo all’inizio: i mezzi oltre le 44 tonnellate non possono passare. E il punto sta proprio qui: l’ordinanza che al tempo Francisca emise si era resa necessaria proprio per cercare di arginare un problema che, in queste zone, non è casuale (la frana in Francia nella Maurienne, per esempio), ma sistematico. Non è la prima volta, e nemmeno al seconda o la terza, che situazione del genere si verificano.
Nel momento in cui partiranno i lavori sulla A5, per risolvere il problema della frana di Quincinetto, saremo di nuovo da capo. Cominceranno gli interventi di elettrificazione della linea ferroviaria Aosta-Ivrea (con l’inserimento di pullman sostitutivi)? Ancora peggio. Senza parlare per altro del fatto che, per via di alcune criticità strutturali, la portata del ponte di Quincincetto (a pochi passi dal casello dell’autostrada) questa primavera è stata ridotta: da 44 a 26 tonnellate.
Insomma, ogni volta che c’è un problema in autostrada, per le strade di paese c’è da mettersi le mani nei capelli.
Chiudiamo con il commento che forse racchiude il nocciolo della questione, fatto proprio dal sindaco Francisca: “le soluzioni ci sono: da tempo si parla della liberalizzazione dei tratti autostradali tra Albiano, Scarmagno e Quincinetto - dice - o si potrebbero creare dei sovrappassi verso Montebuono. Queste idee, però, sono troppo semplici e forse troppo poco costose. Qui, invece, stiamo aspettando l’incidente”.
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