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Albiano d'Ivrea
27 Agosto 2023 - 11:21
Padre Enzo Bianchi
Casa della Madia ad Albiano d’Ivrea. Adesso c’è pure una data: il 9 settembre 2023.
L’annuncio è su tutti i social gestiti da Padre Enzo Bianchi.
Si comincia alle 10,30 con una presentazione del “padrone di casa” e si continua alle 12 con una celebrazione eucaristica presieduta da Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara. Quindi il pranzo di festa alle 13 e alle 15,30 il concerto del violoncellista Mario Brunello
Cos’è, cosa sarà e cosa vuole essere “Casa della Madia”, Padre Enzo Bianchi lo ha già detto e scritto decine di volte: una fraternità cristiana composta da alcuni uomini e donne che condividono stabilmente la vita, il lavoro e la preghiera comune.
Un luogo aperto all’accoglienza, all’incontro, all’ascolto di persone di ogni provenienza, senza alcun pregiudizio, credenti o non credenti.
Di quanti già conducono una vita cristiana, ma anche di chi ricerca una forma di vita spirituale, di chi semplicemente si interroga e si pone domande di senso in un luogo in disparte immerso nella campagna eporediese.
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“Siamo semplici laici - sottolinea Enzo Bianchi - che cercano di vivere il Vangelo nella vita comune a servizio dei fratelli e delle sorelle, e tra loro soprattutto degli ultimi e dei poveri. Siamo un luogo di incontro, di fraternità e sororità, una tavola approntata per la condivisione e lo scambio delle parole, degli affetti e della speranza. Abbiamo vissuto per decenni nella Comunità monastica di Bose e ora continuiamo la vita che abbiamo fatto restando fedeli alla nostra vocazione monastica e alla professione dei voti di celibato e di vita comune. Noi di Casa della Madia, insieme al Monastero di Cellole e alla Comunità monastica di Cumiana formiamo una comunione fraterna che ha come fondamento il seguire la Regola di Bose scritta nel 1972 da Enzo Bianchi, fondatore di Bose. Questa comunione si esprime in un forte legame di fraternità, visite e scambi frequenti, sostegno e aiuto reciproco, collaborazione in alcune attività e celebrazioni comuni nel corso dell’anno…”.
La “Casa della Madia” è anche il luogo per continuare a incontrare quelle persone che da anni o da decenni hanno un legame di amicizia, affetto e conoscenza con Enzo Bianchi e gli altri membri della comunità.
Più nello specifico "Casa della Madia" (là dove si faceva il pane) ospiterà quanti desiderano partecipare alla sua vita per uno o più giorni o per un tempo più prolungato, condividendo i pasti e, per chi lo desidera, la preghiera e il lavoro. Con la condivisione del lavoro nell’orto o nella campagna è offerta, a chi lo ricerca, un’esperienza di contatto con la natura, la terra e i suoi prodotti.
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Si accolgono anche persone che cercano un tempo di silenzio e di solitudine, oppure desiderano un confronto umano e spirituale con un membro della fraternità. È possibile anche l’accompagnamento di un cammino personale di ascolto per chi desidera un confronto in un momento particolarmente difficile della vita, o in un tempo di prova.
A questo scopo, la comunità mette a disposizione la struttura dell’Ospitalità, composta da sette camere ciascuna con bagno riservate al singolo ospite e spazi comuni condivisi, dove coloro che lo desiderano possono essere accolti per alcuni giorni o brevi periodi precedentemente concordati.
Ma non è finita qui.
Massimo Cacciari
Nel corso dell’anno Casa della Madia propone giornate di riflessione, dialogo e approfondimento culturale aperte a tutti, specie per l’inizio dell’Avvento, della Quaresima e in occasione delle grande feste, ma anche giornate di riflessione e confronto su tematiche di attualità culturale, ecclesiale e sociale, tenute da personalità del panorama italiano invitate a condividere il loro pensiero. Particolare attenzione è riservata al dialogo all’interno delle confessioni cristiane e al dialogo interreligioso. E tanto spazio per musicisti, poeti e artisti. Tra gli altri è già in programma una giornata con Massimo Cacciari il 12 novembre, titolo “La débacle culturale dell’Europa di fronte alla guerra!
«Tante volte mi appoggio a quelle pietre esposte al sole. Mi rimandano il loro calore. In certo senso anche le pietre mi comunicano vita. E io lo sento. Sento il loro calore. Pensare alle cose e alle persone. Avvicinarsi ad esse fino ad avere una forma di contatto mi aiuta a dare un senso alla vita. A sentirmi parte del tutto».
Parole e musica di Padre Enzo Bianchi.
Sullo sfondo, in fotografia, c’è un cascinale ristrutturato come si confà. Insomma, tutto era fuorché una finta. Tutto torna. Il giorno è arrivato.
Lo abbiamo scritto parecchie volte e parecchie volte abbiamo anche parlato di un comitato che lo stava aiutando a realizzare il progetto di una “Casa della Madia” di cui hanno fatto parte l’ex sindaco di Torino Valentino Castellani (Presidente), Corrado Colli e il consigliere regionale Mauro Salizzoni.
All’immobile (un edificio su due piani con tanto di cortile), venduto il 5 luglio del 2021 dal falegname Maurizio Ollearis di Viverone, si accede percorrendo una stradina sterrata immersa nel verde che parte dalla Provinciale per Ivrea.
“Trascorsi poco meno di due anni di esilio dalla comunità alla quale ho dato inizio e nella quale ho vissuto per 55 anni e non potendo tornare a Bose per finire i miei giorni da monaco nella vita fraterna - aveva detto Enzo Bianchi - ho acquistato con l’aiuto di amici e attraverso un mutuo decennale un cascinale nel comune di Albiano d’Ivrea, dove poter vivere nella pace gli ultimi anni della mia vita. Terminati i necessari lavori di ristrutturazione al fine di renderlo abitabile, questo cascinale sarà una casa che accoglierà chi vorrà vivere con me, gli amici e gli ospiti che cercheranno un luogo di silenzio, di dialogo e di ospitalità...”.
E poi ancora: “Chi genera un figlio non può rigenerarlo né farlo nascere di nuovo: ogni figlio è in un certo senso unico ed io non intendo rifare la comunità che da me ha avuto inizio, né fondare una nuova comunità religiosa canonicamente riconosciuta. Voglio solo vivere da monaco cenobita e non eremita come ho sempre vissuto. Cammin facendo vedremo cosa ci riserverà il Signore e cosa ci suggerirà lo Spirito. Questo cascinale – che da sempre porta il nome augurale di Camadio, ossia “Casa della madia”, casa dove si fa il pane – sarà certamente un luogo di incontro, di fraternità e sororità, una tavola approntata per la condivisione e lo scambio delle parole, degli affetti e della speranza ...”.
Classe 1943, originario di Castel Boglione nella Langa Astigiana, Padre Bianchi è un monaco cristiano e saggista italiano. E’ il fondatore della Comunità monastica di Bose a Magnano (crocevia di tutte le chiese cristiane), che ha lasciato rispettando un provvedimento di allontanamento a tempo indeterminato (di 5 anni anni per altri tre confratelli, Goffredo Boselli, Lino Breda e Antonella Casiraghi) firmato dalla Santa Sede, datato maggio 2020, senza alcuna possibilità di appello, quale unica soluzione alla risoluzione dei contrasti ai vertici della Comunità e il difficile passaggio di consegne al successore Fra’ Luciano Manicardi, priore dal 2017.
Risale, invece, al febbraio del 2021 un secondo decreto, a firma del Delegato Pontificio, Amedeo Cencini, con invito a Bianchi di andare a vivere nella pieve di Cellole di San Gimignano, di proprietà della Comunità stessa.
Le condizioni poste dal decreto e dal contratto di comodato d’uso però vennero ritenute dall’ex priore “lesive della dignità” sue e dei suoi fratelli, e per questo motivo il monaco non accettò e iniziò la ricerca di una struttura che lo potesse accogliere senza “disumane” richieste.
In molti si appellarono in allora al Papa, ma in un incontro col nuovo priore e il delegato pontificio, alla vigilia di un viaggio in Iraq di Francesco, ribadì che Bianchidoveva lasciare la Comunità di Bose, al cui interno, peraltro, il clima si era fatto sempre più pesante, prefigurando addirittura una scissione.
“Cari amici/e per alcuni giorni sono stato silente e non vi ho inviato i pensieri emersi nel mio cuore ma un faticoso, sofferente trasloco me lo ha impedito: per noi vecchi migrare è uno strappo non pensabile anche perché ci prepariamo all’esodo finale, non a cambiar casa e terra”, scrisse Bianchi su twitter nelle ultime ore Bose.
In tutti questi mesi, comunque, Padre Bianchi non ha mai smesso la sua attività di commentatore, editorialista e scrittore, più volte manifestando il suo pensiero anche sui social.
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