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Presidio a Torino contro la stanza dell'ascolto al Sant'Anna, pensata per le donne in gravidanza con l'intento di abortire

Organizzato dalla Cgil

Presidio a Torino contro la stanza dell'ascolto al Sant'Anna, pensata per le donne in gravidanza con l'intento di abortire

La Cgil di Torino ha organizzato stamani davanti all'ospedale Sant'Anna di Torino un flash mob contro la stanza dell'ascolto, il luogo dove le donne in gravidanza, in particolare se in difficoltà o con l'intenzione di abortire, potrebbero andare a chiedere aiuto, in convenzione con la Federazione Movimento per la vita.

Il flashmob-presidio, intitolato "Distanza da quella stanza" è stato organizzato dalla Cgil con lo slogan #Liberediscegliere davanti all'ospedale e uno striscione che riportava la stessa scritta.

Tra le scritte sui cartelli: "Fuori gli antiabortisti dagli ospedali", "Aborto libero, sicuro", "La maternità dev'essere una libera scelta", "Sì tutela, no tutori". Presenti attivisti, sindacalisti e alcuni politici..

"Questa mattina - commenta racconta Sarah Disabato, Capogruppo regionale M5S Piemonte -  sono scesa in piazza insieme alla collega Silvana Accossato (Luv) al presidio indetto dal sindacato Fp-Cgil per ribadire il nostro netto “no” alla stanza anti-aborto all’Ospedale Sant’Anna di Torino. L’ennesimo regalo alle associazioni pro vita, dopo il milione e 400mila euro del

Appare ormai evidente il progetto di questa Giunta di fare del Piemonte una Regione liberticida, oscurantista e antiabortista.

Fondo Vita Nascente, con un blitz estivo dell’Assessore Marrone che mina la legge 194 e il diritto di libera scelta delle donne. La convenzione per il nuovo “servizio”, firmata da Città della Salute e Federazione Movimento per la vita, andrà esaminata nei minimi dettagli. Ne chiederemo conto in Consiglio regionale. Appare ormai evidente il progetto di questa Giunta di fare del Piemonte una Regione liberticida, oscurantista e antiabortista, nella quale sarà sempre più facile calpestare i diritti delle donne in nome di una morale conservatrice.  Se il Centrodestra volesse davvero aiutare le donne e le famiglie, dovrebbe fare tutto ciò che non ha fatto in questi anni sul capitolo welfare e sanità: dall’abbattimento delle rette degli asili nidi all’incremento dei servizi per la prima infanzia, dai sostegni all’occupazione femminile agli interventi per garantire la presenza di medici non obiettori nelle strutture sanitarie.  Continueremo a far sentire la nostra voce. Non sarà il Marrone di turno, con l’appoggio incondizionato del Presidente Cirio, a demolire le conquiste della legge 194 per cui tanto abbiamo combattuto. ..".

Sulla stessa linea Gabriella Colosso delle Democratiche: "L’istituzione della “stanza dell’ascolto” presso l’Ospedale Sant’Anna di Torino rappresenta un nuovo e violento attacco alle donne e alla loro libertà di autodeterminazione da parte della giunta di destra che guida la Regione Piemonte.  Chiediamo che vengano potenziati i consultori, aumentati gli investimenti per garantire un servizio pubblico pienamente accessibile per tutte e tutti e realizzate politiche pubbliche volte a sostenere il lavoro delle donne.  Quello di cui certamente non abbiamo bisogno è un ulteriore vergognoso strumento di propaganda, ancora una volta realizzato sul corpo delle donne. Ci batteremo in ogni sede per fermare questa decisione e per continuare a difendere il diritto a una libera scelta, ancora una volta messo in discussione dalla destra piemontese...".

Il dibattito creatosi ha aperto una riflessione sull'attuazione della L. 194 da parte dei professionisti assistenti sociali che sempre vigilano e danno parola ai diritti di tutte e tutti, in questo caso con una funzione professionale specifica attraverso la presenza nei servizi socio-sanitari come Ospedali e consultori.

Su questo è giunta in redazione una nota del presidente dell’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte Antonio Attinà̀ e della consigliera Sabrina Testa per alcune doverose precisazioni in merito alla situazione.

"Nella calda serata estiva del 22 luglio l’Ordine Regionale assistenti sociali del Piemonte partecipava all’Evergreen Fest con una performance celebrativa della ricorrenza dell’ordinamento della professione avvenuto 30 anni fa. In quell’occasione il Presidente Antonio Attinà ricordava come il lavoro dell’assistente sociale è “dar vice a chi voce non ha”. Ciò avviene attraverso la difesa dei diritti che purtroppo non sono mai conquistati per sempre, anzi bisogna continuare ad agire per proteggerli. Parole che da generiche sono diventate attualissime inserendosi sul dibattito che si è aperto a fronte della convenzione sottoscritta dall’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino con la Federazione Regionale del Movimento per la Vita con la finalità di offrire una stanza dedicata a luogo d’incontro per un supporto alle donne che hanno deciso d’interrompere la loro gravidanza. L’Ordine Regionale assistenti sociali da anni sottolinea come le politiche sociali di sostegno alle famiglie debbano essere rese più omogenee incontrando la reale fatica di chi progetta un cambiamento attraverso la nascita di un figlio. Il sistema famiglia infatti necessita di adeguate strutture pubbliche per la custodia e la cura dei bambini, di tempi lavoro più armonici per garantire la presenza dei genitori accanto ai figli e di percorsi dedicati che li accompagnino nelle fasi di crescita più difficili sostenendoli sino all’inserimento nella vita adulta. Gli interventi erogati attraverso bonus non sembrano rappresentare un reale aiuto strutturale ed organizzato. La consigliera dell’Ordine assistenti sociali del Piemonte Sabrina Testa osserva “La scelta di una donna di proseguire o interrompere la gravidanza, difesa dalla legge 194 del 1978, rappresenta per lei una possibilità reale e concreta di decidere sul proprio presente e sul proprio futuro. Non viene mai effettuata con leggerezza, anzi la donna che accede alle strutture pubbliche incontra professionisti socio sanitari, tra cui assistenti sociali, che l’aiutano a dar voce alle proprie riflessioni, permettendole così di maturare la consapevolezza che le permetterà di fare la scelta migliore.”

Conclude il Presidente dell’Ordine degli assistenti sociali del Piemonte: “Per questo riteniamo importante che il numero degli assistenti sociali che lavorano a supporto dei consultori e delle strutture ospedaliere debba essere incrementato, secondo quanto previsto dalla legge. Molte donne affrontano la notizia della gravidanza in solitudine, senza un compagno di vita, oppure senza la possibilità di una reale condivisione emotiva con chi gli sta accanto.  La presenza dell’assistente sociale può essere un aiuto nel raggiungere l’autodeterminazione necessaria. Per questo riteniamo che vada difeso il diritto fondamentale di una donna nel poter dire si o no ad una scelta di vita che riguarda il suo presente ed il suo futuro. Solo in questa maniera i suoi diritti saranno realmente esigibili.”

 

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