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20 Luglio 2023 - 16:49
L'asilo di Lanzo
"Un servizio dai costi considerevoli". L'assessore Tina Assalto aveva definito così l'asilo comunale di Lanzo Torinese quando, l'anno scorso, si era cominciato a discutere di affidare il servizio ai privati. L'argomento era spuntato fuori nel corso del consiglio comunale.
Ebbene, il Comune di Lanzo Torinese ha recentemente approvato in Giunta il capitolato d'appalto per affidare il servizio a un esterno. La gestione esternalizzata riguarderà le attività educative delle Sezioni Lattanti e Divezzi e dei servizi ausiliari della Sezione Lattanti, mentre verranno mantenuti a gestione diretta i rimanenti servizi ausiliari della Sezione Divezzi.
L'asilo, chiamato "La filastrocca", ha una storia lunga alle spalle: giusto nel 2021 si sono celebrati i quarant'anni dall'apertura. Dal prossimo anno ci sarà dunque una svolta: a farsi carico del servizio sarà presumibilmente una cooperativa. La formula dell'esternalizzazione dei servizi è ormai largamente usata dalle amministrazioni comunali, che cercano di risparmiare sui costi della gestione dei propri servizi affidandoli all'esterno.
"Tra il 2020 e il 2021 - scriveva Maurizio Bongioanni su Altreconomia parlando proprio di finanza locale - i Comuni hanno ricevuto dallo Stato 11 miliardi di euro di contributi pubblici. Se consideriamo che gli stessi enti, nel periodo 2011-2020, hanno subito un taglio di 13 miliardi, si capisce bene come questi si siano ritrovati a gestire una quantità enorme di risorse". Da qui la necessità di provare a tagliare, tagliare e ancora tagliare.
L'assessore all'istruzione del Comune di Lanzo Tina Assalto
La pratica, scriveva invece il comparto Funzione Pubblica della CGIL in occasione di una petizione sul tema lanciata due anni fa, "ha riflessi di bilancio per le casse dei comuni: esternalizzando infatti cambia natura la voce ‘costi del personale’ che, di fatto, non vengono più qualificati come spesa diretta per il personale ma come spesa del servizio in concessione".
La stessa CGIL esprimeva inoltre preoccupazione per il fatto che "raramente il costo della concessione è più vantaggioso della gestione diretta". Nel caso di Lanzo, l'esternalizzazione si imponeva anche per ragioni di personale: ce n'è sempre meno, i concorsi non vengono banditi e così si preferisce affidarsi alle cooperative, che il personale lo trovano quasi sempre.
Abbiamo scritto del tema anche noi, intervistando il sociologo Filippo Barbera, esperto di aree interne.
Questa "tecnica amministrativa" non piace a tutti. "Noi non siamo contrari alla partnership pubblico-privato, anzi secondo noi va incoraggiata - diceva il consigliere di minoranza Matteo Filippin lo scorso ottobre -. L'importante è che l'esternalizzazione non faccia in modo che il nuovo gestore faccia delle scelte che non sono a favore della cittadinanza".
Per scongiurare questo pericolo, il Comune di Lanzo ricorrerà a questo modello di gestione, cosiddetto misto. Il quale potrebbe trasformarsi da soluzione di emergenza ad eventuale occasione per migliorare l'offerta formativa. Almeno, questa è la speranza che si ricava leggendo la presentazione del progetto nella delibera che lo tratta.
Il consigliere di minoranza Matteo Filippin
La gestione mista, infatti, secondo il Comune "da un lato permette il controllo pubblico sulla struttura, e sulle modalità di erogazione del servizio, dall'altro, grazie alla flessibilità dell'operatore privato, è possibile programmare un ampliamento dei servizi offerti all’utenza".
L'appalto avrà una durata di due anni, rinnovabile per un altro anno per garantire la continuità educativa ai bambini che frequenteranno l'asilo per tutti e tre gli anni previsti. Inoltre, "il Comune resta titolare esclusivo dei contributi regionali in conto gestione e di ogni altro contributo relativo alla struttura. A tale scopo al Comune spetta l'istruzione delle istanze e la percezione del relativo contributo economico".
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