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Il ricordo di Maurizio Perinetti
17 Luglio 2023 - 11:42
La scomparsa di Mons. Luigi Bettazzi è motivo di forte dispiacere per tutti coloro che l’hanno conosciuto e apprezzato nel suo grande e instancabile impegno terreno.
E’ stato senza dubbio un protagonista unico e particolare del mondo ecclesiale, ma anche civile e sociale dal dopoguerra fino ai giorni nostri. E molteplici sono gli aspetti che ne hanno caratterizzato la sua attività, la sua presenza, il suo insegnamento, il suo esempio limpido e leale senza ombre e ambiguità.
Tracciare un ricordo di Mons. Luigi Bettazzi è un’impresa non facile pensando a quella che è stata la sua capacità di essere presente e protagonista dentro quel mondo in cui viveva e per il quale riteneva fosse necessario impegnarsi “facendosi prossimo” per contribuire a costruire, partendo proprio da qui, il regno di Dio.
Molti sapranno dare di lui una testimonianza dei suoi molti impegni e delle sue missioni. Per me Mons. Bettazzi è stato un punto di riferimento importante per le scelte che ho compiuto, per il mio impegno politico e amministrativo, in particolare nella comunità cittadina eporediese.
Poco più che ventenne a metà degli anni settanta partecipavo a quegli incontri che ancora si facevano nel mondo cattolico. Incontri di formazione, di approfondimento culturale, di orientamento verso i valori di fondo della dottrina sociale della chiesa. E furono illuminanti, per me, proprio alcuni interventi dell’allora Vescovo di Ivrea, appunto Mons. Luigi Bettazzi. Da lui ho capito soprattutto una cosa.
Nella nostra vita, se vogliamo ispirarci ai valori cristiani, non possiamo solo pensare a noi stessi, al nostro star bene, al nostro successo. Siamo membri di una comunità, viviamo insieme ad altre persone magari più sfortunate di noi. Nella nostra vita dobbiamo anche impegnarci a favore e per gli altri, “farci prossimi”. E molti sono i modi con i quali possiamo esprimere questo modo di essere, forse il più diffuso è l’impegno nel volontariato.
Ma mi colpì in modo particolare il risalto che Mons. Bettazzi diede all’impegno politico come una forma importante di volontariato. Certo non tanto la politica di professione, quanto quella espressa come impegno del tempo e della capacità intellettiva che ciascuno riesce a dare e può dedicare. Addirittura secondo le espressioni di un grande papa, Paolo VI, “l’impegno politico per un cristiano è una delle forme più alte di carità”. Mons. Bettazzi mi diede in questo modo un forte stimolo per intraprendere la strada dell’impegno politico, con una visione che ci rende liberi di agire e operare a favore del bene comune e della propria comunità, qualunque essa sia.
Fu in quegli anni, metà anni settanta, che Mons. Bettazzi mi nominò delegato diocesano, per la Diocesi di Ivrea, dell’Università Cattolica di Milano e in quella veste ebbi modo di frequentare ambienti e convegni culturali molto formativi che ci portarono anche a organizzare nella nostra Diocesi per alcuni anni un corso di formazione politica indirizzato ai giovani.
E poi la collaborazione continuò quando mi chiese di entrare a far parte della redazione del Risveglio Popolare, allora costituita da soli sacerdoti sotto la direzione di don Michele Ferraris e la presenza di don Piero Orso e di don Giuseppe Scapino. Una presenza di un laico, un giovane, nella redazione del settimanale diocesano. Anche qui una scelta innovativa del Vescovo Bettazzi. Fui nominato insieme all’allora parroco di San Lorenzo don Vittorio Bernardetto, che diventerà poi Vescovo di Susa.
In realtà la scelta fu fatta anche per cercare di riequilibrare un po’ la tendenza forse troppo “progressista” espressa dal settimanale diocesano di quel tempo!
Ricordo le riunioni di redazione del lunedì pomeriggio, cui qualche volta partecipava anche Mons. Bettazzi, spesso con una funzione di equilibrio nelle prese di posizione del giornale.
Ma Mons. Bettazzi non finì mai di stupirmi, anzi di stupirci. Il suo coraggio e la sua determinazione furono negli anni settanta e ottanta e poi anche in seguito espresse con prese di posizione forti in favore dei lavoratori colpiti dalla crisi industriale di quegli anni, arrivando addirittura a partecipare a cortei e all’occupazione dell’autostrada.
Ma sicuramente il momento più intenso della partecipazione di Mons. Bettazzi nella sollecitazione al mondo politico italiano furono le lettere aperte indirizzate agli allora segretari del Partito Comunista Enrico Berlinguer e della Democrazia Cristiana Benigno Zaccagnini. Era un momento particolarmente difficile per il nostro Paese, in preda a una pesante crisi economica ma anche a una profonda crisi sociale e di identità. Erano gli anni terribili del terrorismo e le lettere di Mons. Bettazzi ai leader dei due grandi partiti popolari italiani erano una sollecitazione forte ad essere capaci di interpretare le spinte di cambiamento che provenivano dalla società e di evolvere verso nuove soluzioni politiche e di governo. Il rapimento e l’uccisione dell’on. Aldo Moro furono il momento più drammatico di quel periodo. Mons. Bettazzi, consapevole delle conseguenze anche politiche di quel rapimento, si offrì addirittura ai rapitori di Moro per uno scambio di prigionieri.
Ecco in tutti questi gesti, che sinteticamente ho cercato di descrivere, si evince lo slancio ideale, ma anche concreto che ha contraddistinto il modo di essere di Mons. Bettazzi.
Ma per ultimo vorrei ricordare il suo carattere allegro e il suo cordiale e simpatico buon umore. Mi è capitato di fare qualche gita con lui e le storielle e barzellette che riusciva a sciorinare erano senza pari..
Altri sapranno dire del suo impegno ecclesiale, di Vescovo di Ivrea, di interprete del Vangelo, di scrittore, di studioso della teologia cristiana, di appassionato uomo di montagna, del suo infaticabile impegno per la pace che lo ha portato ad essere anche Presidente internazionale di Pax Christi.
Ma per ultimo vorrei ricordare il suo carattere allegro e il suo cordiale e simpatico buon umore. Mi è capitato di fare qualche gita con lui e le storielle e barzellette che riusciva a sciorinare erano senza pari.
E’ stato un protagonista unico e particolare dicevo all’inizio. Per Ivrea e la sua Diocesi sicuramente una delle figure eccellenti che hanno fatto importante la nostra città e che saranno ricordate per sempre. Ricordate come si ricorda chi ha saputo dare, donare la sua intelligenza e la capacità di essere in mezzo alla sua comunità come una guida sicura e forte.
Grazie Mons. Bettazzi, grazie amico Luigi.
Maurizio Perinetti
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