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Ivrea

Comdata. Chi di clausola sociale perisce, di clausola sociale ferisce

Più di 700 posti nei cantieri lavoro per disoccupati. Ecco in quali Comuni

lavoro

Passata la festa patronale, si può tornare a parlare di problemi quotidiani senza essere accusati di blasfemia. Ricordate i 61 esuberi Comdata a Ivrea rimasti senza lavoro per la mancata applicazione della clausola sociale da parte di Inps?

Sessantun persone, famiglie, alle quali è stato scippato il lavoro perché il mondo dei call center è così.

Le commesse vanno e vengono. Per le aziende cambia poco, un po’ di lavoro in più per gestire i passaggi, fare accordi di cassa integrazione, qualche tavolo al ministero, … noie. Ma per le lavoratrici e i lavoratori cambia molto. Certamente dal punto di vista economico, ma non solo. Proviamo ad immaginare di vivere costantemente in una situazione precaria, oggi lavoro a tempo pieno, domani chissà, con tanti dubbi che vanno dalla decisione di accendere un mutuo a quella di fare un figlio. La denatalità non è che è anche figlia dell’insicurezza del lavoro e delle retribuzioni italiane, uniche in Europa, che negli ultimi 30 anni sono diminuite del 2,9% con l’inflazione che galoppa?

Non c’è stato un Governo che sia uno che dal boom dei call center ad oggi abbia affrontato seriamente il tema della regolamentazione del lavoro “in cuffia”. Non lo hanno fatto i governi di centro-destra, né quelli di centro-sinistra, né i cosiddetti tecnici (più politici che mai) appoggiati da tutto l’arco parlamentare. Il risultato è che quel mondo è una giungla, con tutto il rispetto per gli animali e la meravigliosa vegetazione tropicali.  Per i call center la metafora della coperta è sempre valida: il volume delle attività globali è una coperta dai limiti ben definiti, se la tiri da una parte, inevitabilmente scopri un’altra parte. 

Così a Ivrea, in Comdata sono rimasti scoperti 63 lavoratori. Il 5 luglio c’è stato il previsto terzo incontro fra Sindacati, Rsu, Comdata e Ministero del lavoro. Negli incontri del 13 e 22 giugno non si era giunti ad un accordo. Comdata non accettava riduzioni, neanche graduali, della percentuale di cassa integrazione. Neo-sindaco e neo-assessora al lavoro avevano scritto all’azienda chiedendo “massima disponibilità”,  almeno si è chiesto, ma è chiaro che di più servirà fare. Infatti nell’incontro di mercoledì 5 luglio Comdata ha tirato fuori la carta vincente (per lei): la minaccia di trasferimenti coatti in altre sedi dove ci sono commesse. Ed ha funzionato, l’accordo è stato firmato: 6 mesi di cassa integrazione per 61 lavoratori del sito di Ivrea a partire dal 1 luglio. 

La Cigs sarà a rotazione per un massimo di riduzione dell’orario di lavoro del 70%. L’azienda dice che per riconvertire i lavoratori coinvolti si adopererà per il recupero di commesse, ma senza la pressione delle istituzioni locali (anche la minoranza dovrà fare la sua), senza la mobilitazione dei lavoratori difficilmente si impegneranno in questa direzione. Anche perché pare che le commesse vengano portate via da Ivrea anziché entrarne di nuove. E’ di qualche giorno fa la notizia che la commessa Iliad che impiegava circa 70 lavoratori a Ivrea adesso ne abbia al massimo 15. Alla domanda di dove sia finito tutto il lavoro per Iliad non si hanno risposte. Pare trasferito in altra sede Comdata in Italia dove si utilizzano interinali. Sono voci, dall’interno, ma non confermate. Comdata può sempre smentire.

E’ di qualche giorno fa la notizia che la commessa Iliad che impiegava circa 70 lavoratori a Ivrea adesso ne abbia al massimo 15

Ma tornando al titolo “chi di clausola sociale perisce …”, ecco l’aberrazione di questo settore: il 13 luglio le lavoratrici e i lavoratori di Almaviva che lavoravano per la commessa Trenitalia sciopereranno perché la commessa è passata di mano ad altra azienda che NON ha applicato la clausola sociale.

Ci risiamo. Indovinate quale azienda ha preso la commessa Trenitalia? Fuochino, fuoco! Proprio Comdata - che ha subito dichiarato che sono presenti esuberi e che tenderanno a crescere nei prossimi anni.
La coperta è quella, ed è corta.

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