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Il caso
29 Giugno 2023 - 14:44
Ai consiglieri comunali manca la visione
Maneggiare il piano regolatore genera "visioni". Non in un qualche senso psichedelico del termine, sia chiaro. Semplicemente, il piano regolatore è lo strumento della pianificazione e dell'"immaginazione" urbanistica per eccellenza. Da una parte è un'immagine stilizzata "in scala" di un Comune: rappresenta tutti gli edifici e le aree verdi, le aree storiche e quelle industriali.
Dall'altra è la pezza d'appoggio per progettare la città del domani. Con più cemento e meno verde, o viceversa con più verde e meno cemento. Porta scritto sui suoi fogli "più in là", e i cultori di Montale non s'offendano. Per questa ragione è uno strumento tremendamente politico.
Fabrizio Vottero, sindaco di Lanzo Torinese
Che le cose stiano così lo si capisce assistendo a quell'ora abbondante che il consiglio comunale di Lanzo ha dedicato ieri sera alla settima variante al piano regolatore del Comune, in vigore dal 2007 e periodicamente sottoposto a delle variazioni per adeguarlo alle esigenze che emergono di volta in volta.
La variante, molto ricca, è stata inquadrata dall'architetto Giancarlo Paglia. Serviva, tra le altre cose, a recepire il documento di programmazione commerciale e anche a individuare il centro storico del paese come area storicamente rilevante. Questo servirà all'amministrazione per programmare dinamiche di promozione e attivazione dell'area.
C'è poi la questione dell'ex cotonificio Vallesusa, al momento quasi inutilizzato e che "chiede" di essere recuperato e sviluppato. "Questa è la quarta amministrazione che lavora al recupero del Vallesusa, perché ne ha capito l'importanza". L'idea sarebbe di rivalutarlo dal punto di vista commerciale.
L'ex cotonificio Vallesusa
"Il Comune di Lanzo decide di investire in modo convinto su un patrimonio storico che attraverso un riuso in senso commerciale può diventare una leva per riqualificare il tessuto urbano di Lanzo" ha continuato Paglia. Dunque una variante che serve a rendere il territorio ancora più "a misura di commercio".
Sempre nella stessa variante, però, c'è la risposta ad alcuni cittadini che hanno chiesto di declassificare alcuni terreni da edificabili ad agricoli.
"Il motivo - è stata la spiegazione di Paglia - è il peso della fiscalità immobiliare, e questa declassificazione genera una piccola perdita di gettito fiscale del comune, ma dobbiamo essere convinti che non si deve fare cassa sulla previsione di scenari edificatori e di consumo di suolo che non hanno un fondamento. Sappiamo che il territorio va valorizzato anche sul risparmio di suolo, e nel momento in cui si ha contezza che le prospettive edificatorie sono poche è corretto tornare a una destinazione agricola".
Insomma, ci sarà meno gettito Imu, ma secondo l'architetto Paglia si tratta di una scelta coerente. Se nessuno vuole costruire su un terreno, è inutile riscuoterci le tasse come se quel terreno stesse per ospitare un edificio.
"In questa variante trovo la consacrazione di un fallimento di uno strumento urbanistico che non ha più una funzione di visione". Eccola lì, la visione. L'ha tirata fuori Matteo Filippin, capogruppo di Lanzo Per Noi, commentando la variante al prgc. "Avrei voluto vedere una variante più rivolta al futuro - l'opinione di Filippin - e mi aspettavo qualcosa che qui non trovo".
Insomma, per favorire il commercio del paese serviva immaginare qualcosa che non c'è ancora: "Gli architetti e gli urbanisti fanno questo, immaginano qualcosa che non c'è".
E invece lo scenario che suggerisce la variante non ha di certo a che fare con la crescita di nuove opportunità commerciali e abitative. Tutt'altro. La declassificazione, chiesta dai cittadini, dei terreni da edificabili ad agricoli può essere intesa come sintomo allarmante di un territorio che non è più capace di attrarre residenti e commercianti.
Almeno così la pensa Filippin: "Quando sento parlare della declassazione dei terreni edificabili ad agricoli, la stessa cosa può essere posta in tanti modi: può essere una grande conquista legata a sostenibilità e rispetto del territorio ma purtroppo sappiamo che non è così. La causa del declassamento è legata al fatto che non si è riuscito a costruire".
Il consigliere di minoranza Matteo Filippin
E non si è riuscito a costruire perché non era sostenibile. "Non c'è spirito green in questa decisione, ma semplicemente non ci si può permettere di pagare l'Imu su un terreno invendibile". Così, tranchant, Filippin.
Sul cotonificio Vallesusa, invece, "sono state spese delle belle parole, ma nei fatti c'è stata un'incapacità di gestire questa struttura che peraltro aveva enormi potenzialità e volumi molto gestibili, e per di più nel cuore del paese. Poteva avere senso se fosse arrivato un grande gestore per farci un centro commerciale".
La vede in maniera diversa il sindaco di Lanzo, Fabrizio Vottero: "L'esigenza della variante era di cercare di chiudere rapidamente delle questioni aperte e queste richieste dei privati, cercando di avere una base un po' più corretta per poi ripartire e guardare al futuro".
"È importante avere la visione - la rapida replica dell'assessore ed ex sindaco Tina Assalto - però è poco serio provare a immaginare delle cose senza avere almeno una vaga idea di come si possono finanziare. Ogni volta in cui si inseriscono i lavori nel piano degli investimenti bisogna capire come finanziarli. Bisogna andare per gradi e capire cosa permette il bilancio".
Tina Assalto, assessore ed ex sindaco
La Assalto non ci sta, però, a far passare la sua giunta per piatta, noiosa e dedita solo all'ordinaria amministrazione. E ieri sera l'ha detto con una formula icastica: "Non siamo mica come i topi di Thorndike nella gabbia, non andiamo mica avanti per tentativi ed errori...".
La citazione colta dell'assessore è a Edward L. Thorndike , psicologo autore di numerosi esperimenti sul comportamento, che teorizzò l'idea che l'apprendimento si strutturi per "prove ed errori".
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