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Due anni per dare una nuova vita al Convento San Bernardino

Il cantiere per i restauri partirà a metà del prossimo anno

Il convento di San Bernardino ad Ivrea

Il convento di San Bernardino ad Ivrea

Il Convento di San Bernardino a Ivrea, che fu Casa della famiglia Olivetti, sarà un nuovo Bene del Fai, grazie alla donazione annunciata venerdì 23 giugno proprio nella chiesa del convento, al cospetto di un capolavoro del Rinascimento italiano come il ciclo di affreschi “Vita e passione di Cristo” del pittore Giovanni Martino Spanzotti.

IL CICLO DI AFFRESCHI DI MARTINO SPANZOTTI

Erano presenti: Marco Magnifico, Presidente del FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, Beniamino de’ Liguori Carino, nipote di Adriano Olivetti, tra i numerosi eredi, circa 30, che hanno donato la chiesa e primo ad aver intuito quest’opportunità, oltre che Segretario Generale della Fondazione Adriano Olivetti, e TIM, che ha donato il Convento, rappresentata in un video messaggio dal Presidente Salvatore Rossi e di persona da Maria Enrica Danese.

MARCO MAGNIFICO presidente nazionale del FAI

BENIAMINO DE'LIGUORI, nipote di Adriano Olivetti, figlio di Lalla Olivetti

VITTORIO SGARBI sottosegretario alla cultura, al tavolo dei relatori

Il restauro

Il convento con la sua chiesa, così riuniti nella proprietà e nella gestione del Fai, saranno oggetto di un grande progetto di restauro e valorizzazione reso possibile dal finanziamento di 6 milioni di euro che il Ministero della cultura – rappresentato durante l’evento dal Sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi - ha destinato a questo, riconosciuto tra i “Grandi Progetti Beni Culturali” del suo Piano Strategico. Elaborato dal FAI, supportato da studi storico-archivistici e campagne diagnostiche, e condiviso in tutto con la Soprintendenza competente, il progetto di restauro sarà coordinato dallo stesso Ministero attraverso il Segretariato regionale come Stazione Appaltante. 

IL COMPLESSO del Convento visto dall'alto 

Concluse le necessarie procedure amministrative, il cantiere aprirà a metà 2024 e durerà due anni: saranno affrontati il restauro conservativo degli edifici storici, l’adeguamento normativo e impiantistico e il miglioramento sismico, con massima attenzione a soluzioni per la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico, e la rifunzionalizzazione degli spazi interni ed esterni, per l’apertura completa e regolare al pubblico e l’offerta di servizi culturali e di accoglienza.

Tutti i lavori

Si procederà per lotti: dapprima sul convento, bisognoso di lavori strutturali e ingenti, poi sulla chiesa, e di seguito sulle pertinenze novecentesche dell’edificio - dai campi da tennis e di bocce, al sentiero attrezzato nel parco sulla collina di Monte Navale - per un recupero complessivo di oltre 40.000 mq di edifici storici e di verde nel cuore delle architetture della città industriale di Ivrea, riconosciute patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

IL CONVENTO

Accanto a quello di restauro, c’è il progetto di valorizzazione culturale, che il FAI ha concepito ed elaborerà nei contenuti in stretta collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti, l’istituzione di riferimento dell’eredità olivettiana, e che svilupperà grazie al supporto e alla relazione con gli enti e le risorse del territorio.

Protagonista, Adriano Olivetti

Un capitolo della storia d’Italia sarà riletto attraverso la vicenda di un indiscusso protagonista come Adriano Olivetti, che sarà raccontato, pur nel contesto delle vicende pubbliche, anche nel suo lato privato e familiare: umano, culturale e perfino spirituale. Il Convento, del resto, si presta perfettamente a questo racconto, poiché incarna appieno lo spirito olivettiano grazie alla sua capacità simbolica di integrare la visione industriale con la componente culturale, la tecnica con l’arte, l’antico con il moderno, ma anche la fabbrica con la famiglia e con  l’uomo, la dimensione materiale con quella spirituale; per questo fu scelto come residenza da Camillo Olivetti e fu sempre conservato, rispettato e integrato nel successivo sviluppo della città di Ivrea, che fu affidato ai migliori architetti dell’epoca, tra cui Figini e Pollini e Ignazio Gardella, che lo definì “un centro di poesia della composizione urbanistica” e un fulcro della visione industriale di Adriano Olivetti, per cui “la fabbrica non è una macchina bruta, ma un posto dove lavorano gli uomini”.

CASA OLIVETTI

Il percorso multimediale

Il racconto si svolgerà all’interno del Convento in un suggestivo percorso multimediale di narrazione tramite proiezioni immersive e attraverso spazi appositamente allestiti con documenti originali, oggetti personali e d’archivio, per rievocare la funzione di casa e lo stile di vita della famiglia, riflesso della cultura e di un rigore morale ed etico di stampo religioso, eppure profondamente laico.

Le attività didattiche

Negli altri ambienti saranno realizzati servizi di accoglienza del pubblico, spazi destinati ad attività didattiche, in particolare per le scuole, ma anche luoghi di ricreazione culturale e non: da ambienti multifunzionali per incontri, lezioni, conferenze e piccole mostre temporanee a spazi per lo sport e il gioco, che saranno tutti ripristinati - i tre campi da tennis e gli otto di bocce, la sala biliardo all’interno e all’esterno il percorso vita sul Monte Navale -, da un negozio FAI a un caffè con ristoro.

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