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Comdata rifiuta ogni confronto: Futuro incerto per i lavoratori di Ivrea

L'assessora al lavoro Gabriella Colosso addolorata per l'atteggiamento. Cosa succederà dopo il 5 luglio?

Giovanni Ambrosi (Cgil)

Giovanni Ambrosi (Cgil)

Si è svolto questa mattina, presso il Ministero dell’Economia, il secondo incontro sulla cassintegrazione richiesta da Comdata per 63 lavoratori della sede di Ivrea.

Comdata, pur ribadendo la volontà di ricollocare tutto il personale coinvolto, si è presentata al tavolo con un atteggiamento di chiusura totale a qualunque tipo di confronto e discussione. 

Nessuna apertura sulla richiesta di ridurre la percentuale di cassa, nessuna apertura sulla richiesta di una diminuzione progressiva della percentuale, nessuna apertura sulla definizione chiara del percorso. 

“Di fatto  - commenta e sintetizza Carlotta Scarpa della Cgil - Comdata non si è resa disponibile a tracciare in modo chiaro e convincente il percorso di ricollocazione dei lavoratori coinvolti o a garantire quegli elementi di discontinuità che sono necessari per arrivare ad un accordo credibile. ...”.

Il Ministero ha proposto alle parti un rinvio della trattativa al 5 luglio 2023 invitando l’azienda, congiuntamente alle OO.SS., a rimanere ferma fino al momento del confronto. 

“Ricordiamo - commentano le rappresentanze sindacali unitarie - che l’azienda ha richiesto e ottenuto i fondi della formazione finanziata Anpal che cuba 200 ore pro capite per tutti i 63 lavoratori che permettono di traguardare senza difficoltà e a salario pieno la data prevista per il nuovo confronto...”.

I lavoratori Comdata, a maggio, avevano incontrato il sindaco e l'assessora Gabriella Colosso

Occhi abbassati a Ivrea dove si sperava davvero in qualcosa di più.

“Siamo estremamente preoccupati della situazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Comdata e dell’intero settore delle telecomunicazioni - stigmatizza Giovanni Ambrosi della Cgil territoriale -  Il tema dei 63 lavoratori è solo l’ultima di una serie di situazioni che penalizza i lavoratori e l’intero territorio con ripercussioni negative in ordine sociale economico e culturale. Un territorio che perde lavoro perde valore economico perde servizi ed il tutto si ripercuote sull’ attrattività territoriale sia per le future generazioni che per i possibili insediamenti produttivi. In questo contesto valutiamo positivamente la posizione assunta dall’assessora al lavoro del Comune di Ivrea Gabriella Colosso, e del sindaco Matteo Chiantore che oltre ad aver dichiarato la propria vicinanza alle maestranze, si sono subito resi parte attiva della vertenza.  È importante che tutto il territorio faccia fronte comune a difesa dei lavoratori e dei posti di lavoro pretendendo investimenti nel settore e l’arrivo di nuove e qualificanti commesse, che potrebbero trovare nell’ eporediese quel  know out e quelle professionalità utili a poter svolgere attività dall’alto valore aggiunto...”.

Senza parole l’assessora al lavoro Gabriella Colosso.

“Cosa dire? Siamo addolorati. - commenta - Speravamo che le richieste avanzate dalle RSU venissero prese in considerazione. Avevamo anche scritto alla dirigenza Comdata ma non abbiamo ricevuto risposta. Speravamo si riuscisse a trovare una sintesi. Nelle prossime ore cercheremo di capire che cosa fare prima del 5 luglio ...”.

Il problema 

Bene ricordare che, con la legge 128 del 2 novembre 2019, Inps ha internalizzato, attraverso la società privata Inps Servizi (controllata al 100% da INPS stesso), il servizio clienti fino a quel momento gestito in appalto da aziende esterne e anche da Comdata. 

Inps Servizi, con il benestare di Inps, ha anche deciso di non applicare la legge sul cambio appalto, la cosiddetta Clausola Sociale che avrebbe garantito ai 3000 lavoratori coinvolti di mantenere le condizioni economiche e normative ma di procedere con un Bando di Selezione Pubblica e quindi con una nuova assunzione che ha portato all'azzeramento dell'anzianità di servizio, alla cancellazione dell'art.18 legge 300/70 e di tutti i trattamenti aggiuntivi conquistati e maturati negli anni di lavoro. 

"Una modalità di re-internalizzazione - ci spiegavano i sindacati qualche tempo fa - che ha avuto ripercussioni tragiche: parte dei lavoratori hanno dovuto rinunciare, loro malgrado, al passaggio per via della perdita economica che avrebbero subito. In particolare oltre 60 tra lavoratrici e lavoratori di Ivrea rimasti in Comdata (società che operava in outsurcing per INPS) sono in Cassa Integrazione da ormai cinque mesi in attesa di una ricollocazione e della ripresa del lavoro...". 

 Il lavoro nei Contact Center è un lavoro "povero" che vede lavoratrici e lavoratori operare in maniera prevalentemente con contratti a tempo parziale involontari.

INPS che è il proprietario di Inps Servizi si è reso complice di un ulteriore impoverimento di una platea di circa 3000 famiglie dislocate su tutto il territorio nazionale che chiedono esclusivamente di recuperare ciò che lo Stato mai avrebbe dovuto togliere loro nel caso avesse deciso di applicare la Legge...

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