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"Il giusto onore al Santuario": il videomapping che affascina mezzo Canavese

Mercoledì 21 giugno il clou delle celebrazioni per i 400 anni di apparizione della Beata Vergine alla Madonna del Bosco

"Il giusto onore al Santuario": il videomapping che affascina mezzo Canavese

Entrano nel vivo questa settimana gli eventi religiosi e culturali con cui la Parrocchia di Ozegna, il Comune, il Lion Club Rivarolo e l’Associazione ‘ L Gavason festeggeranno il 400° anniversario della Apparizione della Madonna, avvenuta il 21 giugno 1623.

Mercoledì 21 giugno, nella esatta ricorrenza, si terrà alle ore 20 un pellegrinaggio dalla chiesa parrocchiale al Santuario, alla quale farà seguito la Messa presieduta dal Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Cerrato.

Nello stesso giorno, dalle 18,30 alle 22,30 si terrà l’Annullo filatelico speciale con la possibilià di acquistare le cartoline con il suddetto annullo, e con i francobolli.

Il Santuario della Madonna del Bosco

Giovedi 22 alle ore 21  si terrà un concerto del Coro di Agliè in collaborazione con il Coro Città di Rivarolo.

Nelle serate del 21 e 22 si svolgerà lo spettacolo di video mapping “La parola ritrovata”.

Domenica 25 giugno saranno celebrate messe alle ore 9, ore 11 e la solenne liturgia eucaristica delle 20,30 presieduta dal Card. Arrigo Miglio, a chiusura dei festeggiamenti.

Per tutta la giornata nei locali dell’ex Refettorio Piccolo dell’ex convento (sala adiacente a quella degli ex voto)  ci sarà una proiezione continua del video “Bisogna credere…Verso i 400 anni)” realizzato dal Centro Studi Valle Sacra e Compagnia dei Muti, con una mostra di documenti sul santuario conservati nell’archivio parrocchiale e finora mai esposti.

Nella cappella della seconda apparizione ci sarà una mostra sui quattro santuari mariani della Vicaria sangiorgese.

Dalle 9 alle 17 sarà possibile acquistare le cartoline con l’annullo filatelico e i francobolli.

Sia mercoledi 21 che domenica 22 ci sarà un cassetta postale in cui ognuno potrà imbucare la sua cartolina affrancata.

In mattinata alle 8,30 presso il Caffè Gianni in piazza Umberto 1° partirà  la pedalata collettiva della tappa n. 6 del Cimento Canavesano, organizzato dal Club Fuoriondabike di Albiano.

La tappa è stata decisa dagli organizzatori ozegnesi per ricordare il legame tra Ozegna e il Santuario di Oropa.

Alle ore 10,00 al Santuario si terrà, sempre a cura del Club di Albiano un raduno con cicli storici di 20 km. adatto a tutti con il rientro al Santuario.

Dalle 10,00 nel piazzale antistante il Santuario si potrà ammirare la esposizione di auto storiche.

Alle ore 15,00 vi sarà la esibizione del Coro di Bairo cui faranno seguito giochi per bambini nell’area antistante il santuario.

Alle 16,00 nel piazzale antistante il Santuario prenderanno il via i giochi per i bambini.

Il santuario e i locali ad esso annessi (sala ex voto e piccolo museo) sono visitabili con un accompagnatore su prenotazione fino alla fine di settembre nei giorni di sabato e domenica, prenotando al 3276305444 o al 3475422630 o inviando mail a e.morozzo@alice.it.

“Il videomapping è il giusto omaggio alla storia del Santuario”

Mercoledì 21 giugno si terrà la solenne celebrazione per il quarto centenario dell’apparizione della Madonna del Bosco.

Sergio Bartoli sindaco di Ozegna

Il 21 giugno 1623 un giovane sordomuto, Giovanni Guglielmo Petro, riacquistò l’uso della parola in seguito all’apparizione della Madonna. In seguito venne edificato il Santuario della Madonna del Bosco di Ozegna in onore della Madonna, per ricordare l’evento miracoloso.

Il Comune di Ozegna, in occasione dei 400 anni dall’apparizione della Madonna, celebrerà presso il Santuario della Madonna del Bosco un evento straordinario.

Da domenica sera è possibile ammirare lo spettacolo di videomapping che illumina l’intero santuario, regalando un’esperienza visiva unica. Un omaggio magico alla storia e alla spiritualità che avvolgono questo luogo sacro.

Non perdete l’opportunità di immergervi in questa straordinaria manifestazione di fede e bellezza.

Il videomapping sarà visibile ininterrottamente fino alle prime luci dell’alba e terminerà il giorno 22 giugno.

Ci tenevamo a dare il giusto risalto al Santuario di Ozegna, con un’iniziativa come quella del videomapping che al contempo penso sia moderna e rispettosa - spiega il sindaco Sergio Bartoli -. Come Comune abbiamo voluto fare la nostra parte: ritengo sia il giusto modo per omaggiare la nostra storia”. 

Ma non è tutto.

In occasione dei 400 anni dall’apparizione della Madonna del Bosco, il Comune metterà a disposizione un’auto per il trasporto delle persone con difficoltà motorie, con partenza disponibile dalle 19.15 presso Piazza Umberto 1º.

Inoltre, per il rientro dal Santuario verso Ozegna sarà attiva una navetta che partirà dal Santuario dalle 22.

Santuario della Madonna del Bosco ed ex Convento dei Frati Francescani

È un complesso di edifici che sorge a circa due chilometri dal centro abitato, in zona isolata ma facilmente raggiungibile, sul luogo dove, il 21 giugno 1623, il ragazzo Guglielmo Petro ebbe la visione della Madonna, in seguito alla quale guarì da una grave forma di afasia che gli impediva di parlare. Dopo vari interrogatori (non solo al ragazzo ma anche ai suoi congiunti e alle autorità ozegnesi che dovevano garantire che non si trattava di una simulazione), la gerarchia ecclesiastica diede l’autorizzazione alla costruzione di un santuario. La realizzazione dell’edificio principale e della cappella, dove si verificò la seconda apparizione, avvenne nell’arco di circa due anni. Il terreno era stato donato dai proprietari, i Conti di San Martino, signori del feudo. Si aggiunse al santuario, un convento e l’intero complesso venne donato (con apposito atto notarile nel 1625) ai Padri Riformati di San Francesco.

Il Santuario della Madonna del Bosco di Ozegna

Questi si occuparono di abbellire l’interno della chiesa sistemandovi tre altari lignei. La consacrazione della chiesa (già aperta al culto) avvenne solo nel 1662 con l’intervento di Mons. Giovanni Battista di San Martino, vescovo di Losanna. Santuario e convento divennero centro della vita religiosa, e non solo, della zona perché i frati francescani provvedevano ai bisogni spirituali degli ozegnesi e degli abitanti dei paesi vicini e, in caso di necessità dovute o a cause naturali (carestie, ecc.) o politiche (ad esempio, il  passaggio di truppe francesi, dirette verso lo Stato di Milano durante la Guerra di Successione Polacca, che dovevano essere rifornite dalla popolazione) i frati cercavano di alleviare i disagi fornendo ceste di verdure coltivate nell’orto del convento.

Il complesso venne chiuse nel 1802 in seguito all’ ordinanza napoleonica che sopprimeva gli ordini religiosi e alienava i beni in loro possesso vendendoli a privati.  Solamente nel 1873 il parroco don Lorenzo Coriasso riscattò il santuario e parte del convento, pagando di tasca sua e cedendolo poi alla parrocchia ozegnese. La chiusura, l’allontanamento dei frati, il passaggio a privati ha purtroppo determinato la perdita di quasi la totalità dei documenti relativi al santuario che erano custoditi nella biblioteca del convento.

I pochi che si sono salvati, sono ora custoditi nella casa parrocchiale di Ozegna e nella chiesa. Tra questi, tutti risalenti alla prima metà del 1700, ci sono libri di canti religiosi stampati e un esemplare unico di Libro d’Ore, manoscritto e decorato con miniature, realizzato nello scriptorium dello stesso convento.

Sotto l’aspetto architettonico, la chiesa rappresenta un bell’esempio di primo barocco piemontese, soprattutto negli altari lignei particolarmente elaborati. Non avendo documenti relativi ai vari progetti, non si può risalire al nome dei progettisti o degli esecutori. Esperti hanno formulato l’ipotesi che la parte di ebanisteria possa essere opera di intagliatori originari della Valcamonica mentre le pale d’altare siano state eseguite da qualche confratello esperto di pittura. Particolare interesse suscita la pala dell’altare laterale destro.

Rappresenta la visione di Gesù Bambino a sant’Antonio da Padova. Come soggetto, impostazione e composizione richiama in modo sorprendente quella conservata presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli a Torino, eseguita dal pittore di corte Caravoglia, nel 1653. È possibile che il pittore locale abbia potuto vedere il dipinto torinese (anche quella chiesa era ed è affidata a Frati Francescani) o si sia formato alla scuola del pittore citato. La pala dell’altare sinistro rappresenta, invece una Deposizione. Le decorazioni parietali e della volta sono state eseguite solamente agli inizi del XX secolo da parte del pittore Boggio di San Giorgio Canavese coadiuvato dal decoratore Valponte; inizialmente le pareti erano affrescate con un colore bianco – azzurro. Sull’altare maggiore, che si differenzia da quello delle altre chiese barocche di epoca successiva perché forma quasi un’iconostasi che separa la parte dedicata al culto da quella posteriore, (un tempo coro, in cui sono ancora conservati alcuni grandi pannelli riportanti i versi di alcuni salmi su rigo musicale), è posta l’effige di Maria eseguita secondo le indicazioni fornite, a suo tempo, dal ragazzo Guglielmo Petro. Originariamente era un gruppo ligneo comprendente anche due angeli e la figura del ragazzo stesso ma questi elementi sono stati trafugati, in due momenti successivi, negli anni ’70 del XX secolo. Di fianco alla nicchia contenente la statua della Madonna, circondata da colonne a tortiglione e da cariatidi, ci sono due dipinti raffiguranti rispettivamente san Giuseppe e San Lorenzo.

Sotto all’altare maggiore, c’è la cripta dove venivano inumati i frati. Il santuario è aperto al culto (si officia in esso al mattino della domenica, nel periodo estivo). È sempre parzialmente visibile tutto l’anno; infatti si può accedere nella parte d’ingresso, sotto la balconata del coro, chiusa da una cancellata di ferro battuto posta nel 1921 in seguito ad un tentativo di furto. Il convento appartiene a privati ed è attualmente diviso in due parti. Ultimamente, per motivi di sicurezza, non autorizzano l’ingresso.

La struttura interna non è stata alterata (o solo in minima parte) per cui sono ben visibili le celle dei frati, il refettorio, una loggia porticata al termine della quale c’è un affresco raffigurante Cristo morto sorretto da due angeli, ecc. Alla famiglia che possedeva il convento tra fine ‘800 e i primi decenni del ‘900, apparteneva l’ingegner Giacomo Matté Trucco, ideatore e realizzatore del complesso del Lingotto di Torino. Diventato cittadino ozegnese, aveva scelto il convento come residenza per i momenti di riposo e lì si era ritirato con la moglie al termine della sua carriera lavorativa. 

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