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18 Giugno 2023 - 20:41
Erbaluce di Caluso
La Cantina Produttori Erbaluce di Caluso nasce nel 1975 da 14 viticoltori lungimiranti che compresero l’importanza di unire le forze. Oggi i soci sono circa 150 per più di 38 ha vitati.
Nei locali della Scuola Enologica di cui la Cantina era anche laboratorio didattico, la tecnologia è sempre stata all’avanguardia.
L’Ubertini è diventato Istituto per i servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera ma le uve dei vigneti confluiscono sempre alla Cantina che non si sottrae mai alle incombenze didattiche quando richieste. Un modo diretto per apprendere ai futuri operatori dell’enogastronomia che il vino locale deve sempre essere alla base delle proposte della carta.
L'UBERTINI DI CALUSO
Non vi è bisogno di ricordarlo, l’Erbaluce è il vitigno che regna incontrastato nelle vigne dei soci, affiancato dalle uve nere che vanno a costituire il Canavese Nebbiolo e l’assemblaggio delle due tipologie di Canavese Rosso e del Rosé, spumante metodo Martinotti.
L’uva bianca targata Canavese è declinata nelle tre tipologie previste dal disciplinare della DOCG - fermo, spumante e passito - ma non solo.
La Cantina guarda al futuro ma senza mai scordare le radici profondamente ancorate al territorio calusiese da cui originano i soci, territorio che se non ci fosse stata la Cantina non sarebbe quello che è oggi.
Di sicuro l’attività della campagna, della viticoltura in particolare non sarebbe attiva come lo è. Proprio per evidenziare e rafforzare questo intimo legame con le origini, con il comune di Caluso nello specifico, nasce il progetto della “Vigna urbana del Castellazzo di Caluso”.
Il terreno del Castellazzo, di proprietà comunale, viene dato in gestione per 30 anni alla Cantina Produttori Erbaluce di Caluso, per impiantarvi una vigna che diventerà il biglietto da visita dell’Erbaluce di Caluso. Filari cittadini per tramandare una civiltà contadina, per ricordare che nel Calusiese, la vite è vita e molto, forse tutto, dipende da coloro che coltivano, curano i vigneti.
A pochi metri dalle sedi del Comune, dell’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino e del Consorzio di Tutela e Valorizzazione Vini Docg di Caluso Docg e Doc di Carema e Canavese, un appezzamento di terra diventa l’immagine di un’intera zona, di un’intera civiltà e portabandiera dei viticoltori locali.
La superficie del terreno della “Vigna urbana del Castellazzo di Caluso” è di circa 1000 mq per 110 piante di vite. Il vitigno è l’Erbaluce, declinato in diversi cloni.
L’area sarà anche utilizzata dall’IIS Ubertini di Caluso come laboratorio all’aperto per la potatura e i diversi cloni di Erbaluce si presteranno a micro-vinificazioni sperimentali.
Nello specifico le varietà sono le seguenti: 25 barbatelle di Erbaluce CVT TO 29 (portainnesto S04 CCR 105), 25 di Erbaluce CVT TO 30 (portainnesto 420A VCR 103), 25 di Erbaluce VCR 431 (portainnesto GRAV CL 264) e 25 di Erbaluce CVT TO 29 (portainnesto KOBER 5 BB).
Un modo unico per valorizzare il patrimonio agricolo all’interno di un centro cittadino.
Il Comune che ha dato il nome, nel 1967, alla Doc e poi dal 2010 alla Docg, ospita il sapere vitivinicolo nel suo cuore pulsante, in località Castello.
Un’ importante realizzazione, proprio nell’anno in cui il nostro vitigno a bacca bianca, è vitigno dell’anno per la regione Piemonte.
Con il sostegno economico e la proficua collaborazione del Comune di Caluso e dei Lions Club Alto Canavese, Caluso Canavese Sud Est, Candia Lago, Chivasso Duomo, Chivasso Host, Rivarolo Canavese Occidentale e del Leo Club Caluso Canavese Sud Est è stato realizzato l’impianto la cui struttura si integra da un punto di vista architettonico e agricolo alle massicce mura che cingevano la rocca, la fortezza feudale fatta erigere dai Della Valle di Mazzè risalente al XIII secolo.
Era una casaforte, una costruzione militare edificata per controllare le strade che si sviluppavano ai piedi della collina e che portavano a Ivrea e a Vische verso il Vercellese.
A costruirlo fu Guido di Biandrate (1224), che rafforzò anche il circuito delle mura e le porte d’ingresso al borgo. Nel 1316 subentrò nel possesso del feudo di Caluso, Filippo d’Acaia, associato dei Savoia che nel 1324, con grandiose opere di fortificazione, affidate all’architetto Martino di Agliè, fece di Caluso un importante caposaldo del partito guelfo in Canavese.
Anche il Castellazzo venne rafforzato, tanto da potervi alloggiare una guarnigione di 200 soldati, fatta venire appositamente da Ivrea. La sua mole imponente si stagliava sul colle di San Calocero (Monte Rotondo). Nel 1951 il Comune di Caluso divenne proprietario dei resti del castlas.
La presentazione del progetto si avvale della preziosa e fattiva collaborazione dell’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino che ospita la conferenza stampa.
I locali dell’Enoteca sono nelle cantine storiche di Palazzo Valperga di Masino, sede anche del Comune di Caluso. La Cooperativa come semplicemente viene chiamata la Cantina Produttori Erbaluce di Caluso, ancora una volta dimostra il suo grande potenziale.
Tecnica all’avanguardia, volontà di guardare avanti e capacità imprenditoriale l’hanno sempre caratterizzata tanto da identificarla come presidio del territorio. Difatti, da sempre, con la sua esistenza tutela e rende viva la collina permettendo ai piccoli viticoltori calusiesi e dei dintorni di mantenere le loro piccole aziende.
E da oggi, passando dal Castellazzo, la viticoltura vive anche nel centro storico di Caluso a imperituro ricordo che questa terra ha il vino nel suo DNA.
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