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Torino
02 Giugno 2023 - 23:29
Inserire la circoncisione rituale nelle attività istituzionali del servizio sanitario regionale (Ssr) per contrastare le pratiche clandestine. Questa la richiesta oggetto del question time che la consigliera Pd Monica Canalis ha rivolto all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi.
“Presso l’ospedale Maria Vittoria di Torino - ha precisato l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi - è presente l’Ambulatorio Multidisciplinare per la circoncisione rituale. Trattandosi di un intervento non finalizzato a curare una patologia ma a soddisfare un’esigenza culturale e religiosa della famiglia, non rientra nei LEA (Livelli essenziali di Assistenza) e prevede dunque la partecipazione alla spesa sanitaria. L’intervento viene effettuato ai bambini che hanno compiuto 3 anni di età, cosi come indicato dalle Società scientifiche SIAARTI-SARNEPI. Abbiamo inoltre attivato presso il centro Multidisciplinare per la salute sessuale dell’ospedale Oftalmico, un ambulatorio dedicato alle mutilazioni genitali femminili per favorire una cultura di contrasto alle pratiche mutilatorie delle nuove nate”.
“Non basta l’ambulatorio multidisciplinare per la circoncisione rituale dell’ospedale Maria Vittoria di Torino - ritiene la consigliera Monica Canalis - Occorre imitare l’esempio della Regione Emilia-Romagna, che ha inserito la circoncisione rituale nell’ambito delle attività istituzionali del Servizio Sanitario Regionale. Solo in questo modo si può ovviare all’esclusione dai LEA nazionali e all’aumento delle operazioni eseguite in clandestinità. Per colpa della pandemia è aumentata la lista d'attesa e il costo della circoncisione in privato e di conseguenza il mercato nero e le circoncisioni fai da te. In Italia, secondo l’Amsi (associazione medici di origine straniera in Italia), vengono eseguite ogni anno circa 8.500 circoncisioni, il 40% di queste si fanno in maniera clandestina o fai da te”.
Pratica chirurgica antichissima, la circoncisione è la rimozione del prepuzio.
Non servono conoscenze anatomiche specifici per concludere che, dopo la circoncisione, la parte terminale del pene – il glande – rimane completamente scoperta.
Alcune fonti riconoscono due tipi di circoncisione: quella totale (lascia completamente scoperto il glande) e quella parziale (scopre in parte il glande). In realtà, questa distinzione non è del tutto corretta, poiché la circoncisione è una sola e riguarda l'asportazione totale del prepuzio. L'escissione di una parte del foglietto prepuziale è detta più precisamente postectomia.
Dai dipinti antichi, si evince che la procedura della circoncisione risale almeno a 6.000 anni fa, pratica molto diffusa soprattutto in Egitto.
I motivi per i quali si pratica la circoncisione sono svariati.
Per comodità, si possono suddividere in due categorie: motivi medici e i motivi non medici.
Al primo posto dei motivi non medici c'è, senza dubbio, lo scopo religioso; per comunità come quella Islamica e quella Ebraica rappresenta un vero e proprio rito.
Ci sono poi chi sceglie la circoncisione per motivi estetici e chi per motivi sessuali: nel primo caso, la volontà di fondo è migliorare l'estetica genitale; nel secondo caso, invece, c'è il desiderio di percepire maggiore eccitazione durante l'atto sessuale.
La circoncisione favorisce l'igiene intima: riduce, infatti, il ristagno di urina(proveniente da microperdite) e smegma tra prepuzio e glande, ristagno che rappresenta un fattore di rischio per balaniti, postiti, balanopostiti e altre infiammazioni a livello genitale. La circoncisione, poi, può servire alla risoluzione di disturbi anatomici genitali, quali fimosi e parafimosi, e nella gestione dell'eiaculazione precoce. Ancora, per mezzo della circoncisione, è possibile risolvere o quanto meno migliorare condizioni quali lichen sclerosus del pene, ipospadia (sviluppo incompleto dell'uretra), stenosi uretrale, linfedema penieno cronico (raro). La circoncisione, infine, rappresenta una risorsa terapeutica nella cura, completa o parziale, del cancro al pene.
Diversi studi condotti in Africa hanno evidenziato che la circoncisione riduce di un 50-60% il rischio di contrarre l'AIDS, questo ovviamente negli uomini. Al momento, non è chiaro se questo vantaggio preventivo valga anche per altre malattie sessualmente trasmissibili. Su questo tema, l'articolo ritornerà più avanti.
La circoncisione per scopi medici è un trattamento preso in considerazione quando terapie meno invasive si sono dimostrate poco efficaci.
Prima dell'intervento, il paziente deve sottoporsi ad una scrupolosa visita specialistica (urologo, andrologo e, quando necessario, dermatologo). Quando presenta fimosi acquisita o infezioni genitali, il paziente deve rivolgersi quanto prima al medico e sottoporsi al controllo specifico, allo scopo di guarire (eventualmente) nei tempi più brevi. Anche il paziente che vuole sottoporsi alla circoncisione per svariati motivi extra-patologici (religione, igiene ecc.) deve comunque recarsi dallo specialista, che lo renderà edotto delle modalità dell'operazione.
La pratica chirurgica si svolge in day-hospital: il paziente riceve anestesia in situ(anestesia locale) tramite inoculazione di xilocaina (o lidocaina) 1% direttamente nei nervi del pene.
Nel bambino, è preferibile l'anestesia generale.
Dopo l'anestesia, il medico curante procede con la rimozione chirurgica del lembo di pelle che riveste il glande, tramite laser o bisturi.
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