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21 Maggio 2023 - 18:45
La parlamentare di Fratelli d'Italia, Augusta Montaruli, mentre urla contro Nicola Lagiogia, Direttore del Salone del Libro
È tutta qui la spiegazione: la destra non sopporta le contestazioni perché si sente inferiore, ignorante, meno istruita della sinistra.
E in certi casi, se guardiamo ai dirigenti, occorre essere sinceri, lo è...
Non si può che raccontare così l’ansia della destra, l’ansia di esserci, di farsi vedere intelligente, l’ansia di presenziare, di farsi vedere, notare, occupare, con una voracità quasi mai vista, tutti gli spazi politici, televisivi e culturali.
E, a dire la verità, questa narrazione qualche fondamento ce l’ha... La cultura di destra in Italia non esiste. Non esiste anche per colpa della destra.
In Italia, dal secondo dopo guerra, non esiste una cultura di destra riconosciuta, con una certa dignità.
I grandi pensatori della destra liberale italiana, Benedetto Croce e Luigi Einaudi (pensatori di destra firmatari del manifesto degli intellettuali antifascisti del 1925), non sono mai entrati nel pantheon di nessuna forza politica del centrodestra (forse perché la nostra destra è sempre stata sostenitrice del “Dio, Patria e Famiglia” e meno delle libertà individuali e del libero mercato) e tanto meno nel “mainstream” della nostra cultura.
Ed eccola, dunque, la “nostra” Augusta Montaruli (ex assessore a San Mauro), incazzata, incavolatissima per la contestazione ai danni della Ministra Roccella.
E c’è da capirla: lei che è più famosa per i libri “porno”, comprati con i soldi pubblici, che per il suo acume politico per una volta che sta al potere non vuole contestazioni, non le sopporta.
Fa quasi ridere che una forza che ha più del 30% dei consensi, Fratelli d’Italia, si faccia mettere paura da un piccolo gruppetto di manifestanti ma tant’è. È il sintomo di una sindrome da accerchiamento che tutti i rappresentanti di Fratelli d'Italia raccontano un po' dappertutto, dal Comune di 1000 anime fino ai livelli nazionali: "Ce l'hanno tutti con noi". Ma tutti chi? Boh. In una sorta di perenne scenario di guerra dove c'è da combattere per farsi spazio. Ma quale spazio? La destra governa l'Italia, più spazio di così?
Una destra così intellettualmente scarsa da festeggiare la cacciata di Fazio dalla Rai. All'insegna del: "tagliamoci le palle per fare un dispetto alla moglie".
È così, è la fotografia di una destra che paga una subalternità culturale nei confronti della sinistra.
Detto ciò: non è educato bloccare la presentazione di un libro? No, non lo è, anzi forse è anche sgradevole.
Ma chi è al potere deve starci, senza fare troppi piagnistei e, soprattuto, senza lasciarsi andare agli isterismi da bar.
Le contestazioni alla Ministra Eugenia Roccella al Salone del Libro, dunque, sono diventati terreno di scontro fra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein.
La titolare del dicastero della Famiglia viene contestata a Torino dalle femministe di ‘Non una di meno’ e da ‘Extiction Rebellion’ al grido di ‘sul mio corpo decido io’ e ‘fuori lo Stato dalle mie mutande’, in riferimento al diritto all’aborto.
Una contestazione ‘legittima’ secondo il direttore della manifestazione Nicola Lagioia, che ha invitato al dialogo ma che a sua volta è stato criticato dalla deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli: “faremo il rullo dei tamburi quando se ne andrà”. Fatti che per la presidente del Consiglio sono “inaccettabili e fuori da ogni logica democratica. Come al solito chi pretende di darci lezioni di democrazia non ne conosce le regole basilari”, ha messo nero su bianco in serata.
Poco dopo le parole della segretaria dem Schlein che aveva difeso Lagioia: “è surreale che lo attacchino, hanno un evidente problema con il dissenso”.
Dalla fiera della fertilità di Milano al Salone del Libro di Torino i temi del corpo delle donne, dell’aborto, dell’utero in affitto e della famiglia provocano proteste e polemiche politiche. A mobilitarsi sabato mattina nel capoluogo lombardo sotto la pioggia, a pochi metri da dove si svolge l’evento, sono stati Lega e Fratelli d’Italia ma anche le associazioni di femministe e quelle in difesa della famiglia, tutti contrari alla fiera che, secondo loro, pubblicizzerebbe, anche se non in maniera diretta, l’utero in affitto che in Italia è vietato. Al Salone del Libro di Torino la ministra alla Famiglia Eugenia Roccella è stata duramente contestata al grido di ‘sul mio corpo decido io’ e ‘fuori lo Stato dalle mie mutande’, in riferimento al diritto all’aborto.
Appena ha iniziato a parlare del suo libro ‘Una famiglia radicale’ gli attivisti hanno dato il via alle proteste fino a quando Roccella ha chiesto un confronto pubblico, invitando chi protestava a spiegare le proprie ragioni. Una portavoce è quindi salita sul palco per leggere un comunicato.
“Lottate contro l’utero in affitto insieme a noi - ha replicato la ministra rivolta ai ragazzi - contro la mercificazione del corpo delle donne, lottate contro un mercato razzista dove i figli delle donne nere costano meno di quelle bianche”.
Il direttore del Salone del Libro, Nicola Lagioia, ha parlato di contestazione legittima in democrazia e ha invitato le due parti a trovare un modo di dialogare tra loro ma è stato a sua volta contestato dalla deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli, che gli ha urlato, “vergogna, come fai a dire che questa è una manifestazione pacifica?”. Lagioia “sta gestendo male la presenza di persone che non la pensano come lui - ha concluso Montaruli - e noi faremo il rullo dei tamburi quando se ne andrà”.
Dopo ore di stallo a causa delle proteste è saltata la presentazione del libro della ministra a cui sono arrivati molteplici attestati di solidarietà come quello del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano secondo cui “è inaccettabile e gravissimo l’atto di intolleranza avvenuto al Salone del Libro”. “Massima solidarietà” anche da parte del ministro del Made in Italy Adolfo Urso perché a Roccella “è stato impedito di esprimere il proprio pensiero in quello che dovrebbe essere il luogo che esalta la libertà di espressione”.
Secondo il presidente del Senato Ignazio La Russa “ci troviamo di fronte all’ennesimo atto antidemocratico”.
Per Licia Ronzulli, capogruppo al Senato di Forza Italia, si è trattato di “un episodio di squadrismo”.
Solidarietà alla ministra anche dalla Lega, “il nostro governo non si fa intimidire e va avanti”.
Sono venti gli attivisti del movimento ambientalista e del collettivo femminista che sono stati riconosciuti e denunciati dalla Digos di Torino per violenza privata per la contestazione che di fatto ha bloccato la presentazione del libro.
Una spiegazione su quanto accaduto, è arrivata anche dal Direttore del Salone del Libro di Torino, Nicola Lagioia.
Nicola Lagioia, Direttore Uscente del Salone del Libro di Torino
“Provo - interviene - a raccontarvelo con tutti gli elementi del caso. La Regione Piemonte ha uno spazio, al Salone, dove gestisce la propria programmazione in autonomia. In questo spazio la Regione ha invitato a presentare il suo libro la ministra per la famiglia Eugenia Maria Roccella.Davanti allo stand della Regione è allora cominciata una contestazione alla ministra. Sono stato chiamato a intervenire sul palco. Me lo hanno chiesto alcuni funzionari della Regione. Quello che ho detto è molto semplice. Ho detto che in democrazia le contestazioni sono legittime purché non violente. E ho poi invitato chi contestava a dialogare con il ministro, muovendole in modo anche duro critiche a cui avrebbe potuto rispondere. Il gioco democratico tra cittadini e potere è fatto anche di dure critiche. Mi sembrava che i contestatori non accettassero questo tipo di invito (anche qui: chi contesta, purché in modo non violento, decide come contestare). A quel punto, colpo di scena: una deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli (dunque stiamo parlando di istituzioni), la quale evidentemente pretendeva che dicessi quello che voleva lei, ha cominciato ad aggredirmi verbalmente con una furia e una violenza verbale abbastanza sconcertanti: “vergogna! vergogna!” A quel punto, pieno di imbarazzo per lei, sono sceso da un palco dove tra un po’ dovevo evitare che la deputata mi si scagliasse addosso”.
E mentre a Torino c’era la protesta contro Roccella, a Roma in difesa della famiglia, della vita, contro l’aborto e l’utero in affitto sono scesi in piazza gli attivisti del movimento Pro Life, famiglie, cittadini ma anche sacerdoti e suore, nella manifestazione dal titolo ‘Scegliamo la vita’.
In corteo si sono visti cartelli come ‘Aborto uguale bimbi e bimbe morti’, ‘Meglio in braccio che sulla coscienza’, ‘Abolire la 194’.
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