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17 Maggio 2023 - 21:24
Precise, chirurgiche. Taglienti come rasoi le parole rivolte ai chivassesi dal procuratore anitimafia Nicola Gratteri.
Il magistrato ha parlato questa sera in un Teatrino Civico gremito soprattutto di rappresentanti delle forze dell'Ordine, delle istituzioni e giornalisti. Pochi i cittadini che sono riusciti ad entrare. Molti quelli rimasti chiusi fuori perché la capienza non permetteva più di assistere.
Era in città per presentare il suo ultimo libro scritto con il giornalista Antonio Nicaso "Fuori dai confini. La 'ndrangheta nel mondo".
Un evento del Salone Off che avrebbe dovuto tenersi nel cortile interno "Madri Costituenti" e che il maltempo ha reso per pochi intimi.
L'introduzione affidata al sindaco Claudio Castello sembrava non finire mai. Un riassunto di progetti realizzati (da altri prima di lui, per giunta) come l'introduzione dell'università della legalità e l'adesione ad Avviso Pubblico. Luoghi comuni, frasi fatte.
Poi l'avvio dell'incontro condotto con vivacità dall'assessore Gianluca Vitale, avvezzo sia alle questioni relative alla legalità (è nell'Arma dei carabinieri e lavora nello polizia giudiziaria della Procura di Torino) che al palcoscenico che calca da attore e musicista.
Il procuratore Gratteri e il giornalista Nicaso hanno parlato di mafia, di mafie più precisamente e di come queste organizzazioni, ormai, siano diffuse in tutto il mondo.
"L'Europa è una grande prateria. Per loro è un unico Stato dove poter fare attecchire i loro affari. I capi restano in Italia perché devono mantenere il controllo la leadership".
Un libro di cui alcune pagine sono dedicate proprio al Piemonte.
"L'errore - ha spiegato il magistrato - è stato quello di crede che la 'Ndrangheta sia un virus e che queste terre fossero immuni. Le infiltrazioni sono state spiegate con il confino proprio qui di alcuni dei capi. Ma è solo una favoletta, una narrazione che non aiuta a capire".
Ed eccone gli esempi: "Bardonecchia, primo comune italiano commissariato per infiltrazioni mafiose, con ha mai ospitato nessuno al confino. Era il 1995. A Borgaro Torinese, nel 1997 si è registrato il più grande sequestro di droga in Italia: ben 5 tonnellate. A Feletto Canavese, invece, ben 2 quintali di cocaina".
E poi Torino stessa: "Una delle piazze più grandi per lo spaccio della cocaina, al pari di Milano. Scorrono fimi di soldi illeciti".
E allora?
"Abbiamo creduto nella favola del "contagio" quando invece dovevamo parlare di corresponsabilità. Perché se queste organizzazioni sono attecchite anche qui è perché hanno trovato imprenditori alla ricerca di manodopera a basso costo e politici in cerca di sostegno elettorale".
Gratteri lo ha detto a chiare lettere: "E' un problema che riguarda tutta la classe politica e la società. Occorrono riforme serie. Basta volerle e avere le competenze. In una riga: abolire la riforma Cartabia. Servono investimenti nella scuola e nella ricerca".
E sul ruolo della società civile in questa battaglia, il procuratore Gratteri si è rivolto ai chivassesi: "Non comprate da chi è in odore di mafia. Non andate in quelle pizzerie, in quei bar, in quei ristoranti. E se vedete il mafiosetto di turno al bar, ignoratelo, evitate di offrirgli il caffè. Perché se la mafia riesce a comprare a Chivasso, saltano tutte le regole di mercato. E' una concorrenza sleale. Arrivano con soldi, tanti soldi, provenienti dalla droga e dai traffici illeciti. Arrivano e comprano tutto".
E poi quell'appello fatto proprio in questa città che il commissariamento per infiltrazioni mafiose l'ha sfiorato con l'inchiesta Minotauro. Dove l'attenzione sembra sempre scivolare. Dove l'antimafia ha indagato più volte e dove continua a sentire politici e imprenditori.
Il magistrato ha sottolineato l'importanza della corruzione nelle dinamiche mafiose: "Molte indagini per mafia nascono proprio da fenomeni corruttivi. Oggi le mafie non uccidono più. E questo perché comprano. E siamo dinnanzi ad un forte abbassamento della morale e dell'etica".
Gratteri, come se si trovasse in un qualsiasi paese della locride o del corleonese, ai chivassesi ha detto: "Prendete posizione, non giratevi dall'altra parte. Non siate omertosi. L'omertà c'è se non c'è fiducia nei rappresentanti delle istituzioni. Rivolgetevi a loro anche solo in via confidenziale. E' previsto. Fidatevi e parlate".
Infine la ricetta: "La mafia si combatte solo in un modo: sulla base della convenienza. Bisognerà fare riforme fino a quando delinquere, per i mafiosi, non sarà più conveniente".
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