AGGIORNAMENTI
Cerca
Ivrea
09 Maggio 2023 - 22:53
La Procura di Ivrea, che in Piemonte, per numero di abitanti (oltre 500 mila), sta dietro Torino, ha un carico di lavoro paragonabile a quella di Napoli, dove però i cittadini possono contare su 115 magistrati.
A Ivrea, incredibile ma vero, tutti gli 8 sostituti procuratori più la procuratrice Gabriella Viglione (dovrebbero essere almeno in 20), hanno sulla sua scrivania circa 2 mila e 500 fascicoli ciascuno.
E non se la passa certo meglio il tribunale. La pianta organica degli impiegati amministrativi, infatti, non è mai stata adeguata dalla riforma della geografia giudiziaria del 2012 che ha quasi triplicato il territorio aggiungendo le sedi distaccate di Chivasso e Ciriè, che comprendono città come Settimo, San Mauro, Venaria, Volpiano e Leini).
Per rendere un po’ di più l’idea, si è passati da 184mila a 514mila abitanti.
Così oggi gli impiegati previsti sono 32, ma negli uffici ce ne sono soltanto 18.
Per non parlare dei numeri della polizia giudiziaria: dovrebbero essere due per ogni Pm, dunque 20, e invece sono appena in 8.
Mancano, poi, figure apicali: non è previsto un dirigente e il direttore amministrativo non c’è, mentre sono solo 5 i funzionari.
Oggi, in sostanza, i dipendenti svolgono il lavoro di 4-5 persone, sono stati ridotti o soppressi alcuni servizi come il giudice di pace o l’ufficio affari civili e i fascicoli “contro ignoti” sono affidati tutti alla segretaria della procuratrice capo Gabriella Viglione.
IN FOTO Da sx, il Procuratore capo Gabriella Viglione, Patrizia Lepore presidente dell’Ordine degli avvocati, Vincenzo Bevilacqua, presidente del Tribunale, Gabriele Gilotto della Cgil
“Quella del personale carente è una problematica che si trascina da nove anni: oggi siamo al limite della sostenibilità. Per chi ci lavora e per i cittadini di questo territorio perché non siamo in grado di rendere un servizio accettabile” si è sfogata la procuratrice capo Gabriella Viglione nel corso dell’assemblea pubblica organizzata da Cgil, Cisl e Uil, martedì mattina, nel cortile del palazzo di giustizia a Ivrea. Obiettivo dichiarato: riportare l’attenzione sulla grave situazione che stanno vivendo.
“Le statistiche del Csm dicono che Ivrea, su 139 procure è la maglia nera - ha proseguito Viglione - abbiamo un carico di lavoro di pari a quello della procura di Napoli che è la più grande d’Italia. Qui mancano i dirigenti, non c’è mai stato nemmeno il direttore amministrativo e lavoriamo con una pianta organica di 32 persone, di cui 18 effettivamente in servizio”.
Morale ? Secondo la procuratrice gli uffici giudiziari eporediesi vanno avanti “grazie alla carità” e all’enorme sforzo di chi è in servizio.
Le ha fatto eco il presidente del tribunale, Vincenzo Bevilacqua: “E’ un tribunale che ha competenza su oltre 500 mila abitanti. Negli anni devo ammettere che la pianta organica dei magistrati è stata aumentata di 5 unità, ma il problema è che a Ivrea c’è un turnover elevatissimo. E poi quella dei contratti a tempo determinato si è dimostrata una scela fallimentare”.
Ancora più dure le rappresentanze sindacali. Hanno minacciato lo stato di agitazione.
“Una situazione drammatica - hanno spiegato Gabriele Gilotto, Danilo Tetro e Antonio Pennella di Fp-Cgil, Cisl-Fp e UilPa - la riforma della geografia giudiziaria ha distrutto Ivrea:”.
I sindacati segnalano scoperture di personale fino al 60%, l’assenza di dirigenti e direttori amministrativi, carenza di effettivi in magistratura e nella polizia giudiziaria.
“Oggi amministrare la giustizia a Ivrea non è più possibile. Cinque Ministri sono passati in questi anni senza che nessuno abbia mai manifestato il minimo interesse verso questo territorio. Era il luglio del 2014 quando abbiamo lanciato la prima assemblea pubblica per denunciare quanto sarebbe capitato agli uffici giudiziari d’Ivrea. Sono seguite altre assemblee, iniziative, stati d’agitazione, richieste d’intervento a tutte le istituzioni senza che nessuno abbia mai manifestato il minimo interesse verso questo territorio “chissà se leggono...”. Il risultato, tragico, è evidente a chiunque: la giustizia, ad Ivrea, non è un diritto assicurato a cittadine e cittadini. E nulla pare cambiare».
All’assemblea c’era anche la presidente dell’ordine degli avvocati di Ivrea, Patrizia Lepore. Di recente ha promosso l’istituzione di un tavolo di lavoro indirizzando una lettera per conoscenza al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco. Un tavolo utile a rappresentare la situazione eporediese ai Ministri competenti.
IN FOTO Da sx, Danilo Tetro Cisl, Gabriele Gilotto Cgil, Antonio Pennella Uil
La politica
Presenti all’assemblea anche i consiglieri comunali Maurizio Perinetti e Fabrizio Dulla, nessun’altro... Assenti i candidati a sindaco e non s’è visto neppure l’attuale sindaco Stefano Sertoli. Si vota il 14 e il 15 maggio per il rinnovo dell'Amministrazione comunale eporediese ma nei programmi elettorali il tribunale non c’è!
Lo sfogo
Il rischio paralisi, per cittadini e avvocati, è ogni giorno sempre più forte.
“Ormai siamo arrivati a un livello - spiegava Viglione - qualche tempo fa - per cui chi prende un legittimo giorno di ferie, si sente ingiustamente in colpa verso gli altri. Non riusciamo a far fronte alle malattie, alle maternità, ai distacchi, perché chi manca non viene sostituito. La situazione è ingestibile, al nostro personale chiediamo condizioni inesigibili».
In questa situazione, si capisce, la giustizia non riesce a fare il suo corso.
“I cittadini che vivono nel nostro territorio - aveva aggiunto Viglione - hanno un terzo delle possibilità in meno degli altri italiani di ricevere giustizia. È pura matematica. E questo qualunque sia il loro ruolo nelle vicende: indagati o persone offese».
Il 29 giugno dello scorso anno Gabriella Viglione aveva scritto al ministero della Giustizia una relazione che fotografava la situazione, mettendo in luce che nelle segreterie giacevano numerosi avvisi di conclusione delle indagini preliminari «già firmati (anche da mesi) in attesa di notifica come pure decine di procedimenti con richiesta di archiviazione».
«La situazione, come detto, più che grave è drammatica, tale da indurre a pronosticare che non tutti i servizi saranno sempre quotidianamente garantiti e che, entro breve, sarà forse necessario ridurre gli orari di apertura all’utenza di alcuni (quale, ad esempio, quello del casellario)». .
Qualcuno ha reagito?
Manco per idea...
Grave soprattutto perchè la macchina della giustizia, per mancanza di personale, si è fermata in taluni casi anche nell’applicazione delle sentenze.
Anche questo la procuratrice aveva scritto nero su bianco: «La situazione, come detto, più che grave è drammatica, tale da indurre a pronosticare che non tutti i servizi saranno sempre quotidianamente garantiti e che, entro breve, sarà forse necessario ridurre gli orari di apertura all’utenza di alcuni (quale, ad esempio, quello del casellario)».
I numeri
Insomma Ivrea il posto peggiore d’Italia per un magistrato. Lo dice anche uno studio del Consiglio superiore della magistratura (Csm) che fotografa la realtà al 31 dicembre 2021 basandosi sulle piante organiche dei magistrati e non sugli effettivi in servizio.
Per avere una misura basti pensare che solo Busto Arsizio si avvicina allo speciale record dell’ufficio giudiziario eporediese con 1.435 fascicoli per magistrato. Gli altri sono tutti sotto i mille e raggiungono in qualche caso la metà della procura di Ivrea: Rieti con 986, Reggio Emilia con 966 e i vicini di Biella con 935.
E, a proposito del distretto di Torino, nessuno regge minimamente il confronto con la mole di lavoro che c’è a Ivrea. Alessandria con 601 ne ha meno di un terzo, poi c’è Torino a 589, Novara a 557, Vercelli a 507, Verbania a 433, Cuneo a 215, Asti a 212. Aosta, che rientra ancora sotto il distretto di Torino, è ferma a 30.
Se si guarda al numero assoluto di fascicoli pendenti nella procura di Ivrea, i numeri sono da capoluogo di Regione.
Solo Roma (76.687), Milano (69.537) e Torino (37.134) hanno in termini generali una mole maggiore di procedimenti in carico.
Asti (2.333 fascicoli pendenti in totale, 9 volte in meno di Ivrea) e Cuneo (2.364) hanno 11 magistrati in pianta organica e così oltre al procuratore capo hanno diritto anche a un procuratore aggiunto, mentre in via Pavese ci sono solo 9 sostituti procuratori.
Città come Palermo (20.422), Napoli (19.614) e Genova (20.779) sono assolutamente con Ivrea (19.398).
Il problema sono i magistrati affidati in pianta organica: 9 a Ivrea contro i 112 di Napoli, i 69 di Palermo, i 36 di Genova, i 104 di Roma e i 91 di Milano.
«Certo - spiegava Viglione -, c’è anche una questione di qualità dei fascicoli e delle indagini, ma qui abbiamo emergenze assolute sul codice rosso e anche fenomeni di criminalità organizzata».
D’altronde la procura di Ivrea abbraccia anche la prima cintura di Torino, con episodi tipicamente metropolitani.
In Regione
Il consigliere regionale Alberto Avetta del Pd, di professione avvocato
Nei giorni scorsi il consigliere regionale del Pd Alberto Avetta ha presentato un’interpellanza urgente.
“L’allarme lanciato dal Capo della Procura della Repubblica di Ivrea, non può cadere nel vuoto - ha inforcato - Ci aspettiamo che il Presidente Alberto Cirio possa aprire quanto prima un canale di dialogo con il ministro Nordio e con il Governo, di cui peraltro condivide comune sensibilità politiche, per trovare una soluzione a questa situazione che compromette il diritto alla giustizia di una parte di piemontesi....La carenza di magistrati e di personale amministrativo. determina un allungamento dei tempi di giustizia, con ritardi e disservizi che si traducono in una minor tutela dei cittadini e in un peggioramento della loro qualità della vita, senza dimenticare l’impatto sull’indotto che il Tribunale genera sul territorio. Il Tribunale di Ivrea è un presidio di legalità e una garanzia di sicurezza, oltre che essere un volano economico e di autorevolezza per tutto il Canavese. Occorre che la Regione Piemonte affronti con coraggio e celerità questa situazione, chiedendo e ottenendo dal Governo Meloni risposte concrete alla sofferenza in cui versa il nostro Tribunale”.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.