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La resa dei conti: "Sono stata cacciata da un'amministrazione arida"

Si scatena la bagarre sulle motivazioni che hanno spinto il sindaco Rostagno a "licenziare" il suo assessore

Lara Schialvino

Lara Schialvino

Siamo arrivati alla resa dei conti. In pubblico, per giustificare di fronte a tutta la cittadinanza la scelta da parte del sindaco Alberto Rostagno di togliere le deleghe all'assessore Lara Schialvino e di "licenziarla" dalla Giunta. L'altra sera in consiglio comunale il sindaco si è confrontato col suo ex assessore.

Rostagno butta acqua sul fuoco...

Rostagno ha preferito gettare acqua sul fuoco: "In seguito a punti di vista diversi per cui l'assessore non era più in sintonia con le scelte della Giunta, dopo averci parlato mi sono reso conto che non c'erano più le condizioni per andare avanti. È stata una decisione sofferta, ma per poter continuare a lavorare serenamente in Giunta ho dovuto decidere in questa direzione".

...Schialvino no

Stile completamente diverso quello di Schialvino: "Quello che il sindaco ha deciso di fare, probabilmente anche grazie a pressioni interne ed esterne all’amministrazione, è stato di eliminare ciò che poteva essere non omologato al pensiero unico della maggioranza o per dirla più semplicemente eliminare ciò che era diverso dagli altri".

Specificando meglio, "In una giunta ormai interamente tesserata ed uniformata al Partito Democratico, che a livello nazionale pare voler valorizzare le differenze io contrassegnavo un punto di vista diverso, quello dei cittadini rivarolesi che mi hanno eletta senza riferimenti ideologici o politici. Un punto di vista quindi che io rivendico ma che evidentemente non era gradito".

Che si trattasse di una questione di partito era una voce che iniziava a girare già nelle ore, o verrebbe da dire nei minuti subito successivi all'uscita della notizia. Schialvino, infatti, era l'unico membro della Giunta non iscritto al Partito Democratico. Si era addirittura parlato di un possibile avvicinamento al centrodestra di Fabrizio Bertot. 

Schialvino legge il commento alla sua cacciata

In questo momento resta solo l'amarezza: "Le richieste di manutenzione di una città che sta diventando sempre più grigia e meno curata saranno comunque da me accolte. Lascio, o meglio, vengo cacciata da un'amministrazione arida di idee e di senso dell'innovazione".

Senza fantasia, senza guizzo, direbbe Guido Novaria. Ma per Schialvino l'amministrazione guidata da Rostagno non è soltanto arida: "Io sono stata messa alla porta perché considerata diversa. Perché stonata in quello che ormai è un coro di mani alzate. Ma io ho chiesto per anni, dal primo mandato e chiederò fino all’ultimo giorno in cui sarò in questo Consiglio comunale di fare tutto il possibile e anche di più perché le manutenzioni sono il biglietto da visita della nostra città".

Il consiglio di giovedì scorso doveva originariamente essere dedicato al bilancio, anche se poi un intoppo ha rimandato tutto a martedì. Un bilancio pieno di tagli sulle manutenzioni: "Vedo sul bilancio quei tagli che come assessore non avrei mai permesso e che adesso finalmente voi a cui le manutenzioni 'non sono care' avete ottenuto".

Poi la stoccata finale: "La voce dei cittadini che mi hanno votato non sarà mai zittita - ha concluso Schialvino -. Consideratemi al servizio dei cittadini e non certamente al servizio delle ideologie e delle appartenenze politiche di questa amministrazione".

Le controrepliche

"Il fatto che Schialvino non sia più assessore è sicuramente una delle mie sconfitte" ha ammesso il vicesindaco Francesco Diemoz in coda alle dichiarazioni dell'ex assessore. "Non condivido quello che ha detto - è poi intervenuto Rostagno -: lei non è stata estromessa dalla Giunta perché chiedeva più soldi per le manutenzioni". 

Il motivo era semplice: per tredici volte consecutive Schialvino sarebbe uscita senza votare le delibere che non erano strettamente attinenti al suo settore. A prendere le difese dell'assessore ci ha pensato Fabrizio Bertot, capogruppo di Riparolium. "È stata cacciata perché non faceva parte del Pd..." ha sparato. 

Due proposizioni - bomba che non potevano non scatenare una battaglia all'arma bianca. "Nella mia lista i partiti non hanno mai messo piede" ha detto Rostagno. "Ha fatto gli spot per il PD" la replica di Bertot. Che ha poi rigirato il coltello nella piaga: "Parliamo del consigliere più votato nella vostra maggioranza, non era mai successo nella storia di Rivarolo che un assessore venisse cacciato".

Fabrizio Bertot

Bertot ha anche messo in dubbio che la cacciata di Schialvino fosse dovuta alle sue assenze: "Non penso che in Giunta abbia fatto più assenze che altri" ha detto. E inoltre, "quando parla di scelte diverse avrebbe dovuto oggettivarle..." indirizzato al sindaco. 

"Il PD ha occupato militarmente la sua Giunta - ha concluso Bertot - ma non è male. Sono due culture diverse: una che si rifà al socialismo reale contro una che si fa al mondo liberale, ma non c'è niente di male. Si fa politica anche per le idee, semplicemente ammettete una realtà".

Insomma, quali scelte diverse hanno causato la rottura con l'assessore? Bertot ha fatto un appello disperato, destinato a essere inascoltato: Rostagno e la sua Giunta li motivi...

Un po' di chiarezza: gli interventi di Ghirmu e Conta Canova

In mezzo alla bolgia, le parole dell'assessore Costanza Conta Canova, iscritta al Partito Democratico, riportano un po' di lucidità: "Secondo me è possibile essere iscritti a un partito e far parte di un'amministrazione civica. Il nostro punto di riferimento è un programma per cui siamo stati votati. Non si tratta di una questione ideologica o di un pensiero unico: non c'è nessun pensiero unico. Io non penso che noi facciamo solo amministrazione, facciamo politica a livello locale. Questo significa che si possono fare delle scelte, condivise o no. Scelte che dovrebbero essere condivise dalla Giunta". 

Le ha fatto eco Helen Ghirmu, che ha la delega a sport e commercio: "Mi preoccupo di costruire un futuro per questa Città. Tesserarmi al PD è stata una scelta fatta con piacere per imparare e crescere, e per dare di più a questa Città". 

Ecco, un po' di chiarezza: è semplicemente assurdo separare amministrazione e politica. Tutte le scelte sono politiche. Una variazione al piano regolatore, un Piano Urbano del Traffico, la distribuzione delle tasse comunali. E così via. Ma Bertot non è convinto: chiede su quali progetti si sia consumata la divisione in Giunta. 

"L'unica cosa oggettiva che possiamo dire è che tutti quelli del PD sono in Giunta e l'unica non tesserata è stata cacciata" ha detto il capogruppo di Riparolium. 

La "maggioranza critica" di Schialvino

È infine intervenuta Marina Vittone, capogruppo di Rivarolo Sostenibile: "Non c'è molto da commentare - ha detto -. Dispiace umanamente per la collega Schialvino che non possa più far parte di questa Giunta perché riteniamo che negli anni abbia fatto un percorso di crescita che le va riconosciuto. È stata contraddistinta anche dalla capacità di dialogo con la minoranza che abbiamo avuto modo di apprezzare".

Vittone difende però la legittimità dell'operazione di Rostagno: "Si tratta di un rapporto fiduciario col sindaco, che se venuto meno dal punto di vista politico, relazionale e umano non si poteva fare altro. Se è stato turbato l'equilibrio in Giunta noi non possiamo commentare perché si tratta di un'operazione consentita dalla Legge".

E la Schialvino, che formalmente è ancora in maggioranza, dal dialogo con le minoranze è passata a farsi minoranza lei stessa. Domande, obiezioni, richieste di chiarimenti: durante tutto il consiglio ha "bombardato" con le armi della democrazia la sua ex maggioranza. Un'altra persona, in un'altra fase.

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