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Torino

Alleva mucche e produce energia elettrica. E' la nuova delegata provinciale Coldiretti Donne Impresa

Mirella Abbà, lavora nell’azienda agricola di famiglia, “Cascina Impero”, a Favria Canavese

Mirella Abbà

Mirella Abbà

Mirella Abbà, 36 anni, è la nuova delegata provinciale di Coldiretti Donne Impresa Torino.

Mirella Abbà, lavora nell’azienda agricola di famiglia, “Cascina Impero”, a Favria Canavese, dove alleva mucche da latte oltre che produrre energia elettrica e concime naturale dalle deiezioni animali, processate in un moderno impianto di produzione di biogas.

Mirella resterà in carica 5 anni e succede a Maria Bono che ha chiuso il suo mandato. Affiancano la neo delegata provincia le vice delegate Paola Chicco, Carmagnola e Nicla Martile in Roggero, Rivoli.

Le altre componenti del Coordinamento rappresentano le Zone in cui è suddivisa l’organizzazione provincia di Coldiretti. Sono: Renata Fiorina, zona di Carmagnola; Marta Bianco, zona di Ciriè; Tiziana Merlo, zona di Rivarolo; Valentina Cresto (designata nel Coordinamento regionale) zona di Rivarolo; Cinzia Marchetti, zona di Pinerolo; Cinzia Bricco zona di Pinerolo; Mara Sgarbi zona di Pinerolo; Daniela Cerrato zona di Rivoli; Sabina Bertola zona di Torino; Patrizia Sola zona di Torino; Ornella Cravero zona di Chivasso; Chiara Lovera, zona di Chivasso; Samanta Zolin zona di Bussoleno.

Il Coordinamento è stato eletto dall’assemblea delle delegate che si è svolta nella mattinata dedicata al confronto generazionale tra donne coltivatrici dirette: “Donne che custodiscono la Terra”. All’evento hanno partecipato, oltre al presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, al direttore Andrea Repossini e alla segretaria provinciale di Coldiretti Donne Impresa, Elisa D’Amore anche una delegazione di studentesse dell’Istituto agrario Prever di Osasco accompagnate dalla dirigente scolastica Roberta Martino e l’esperta di sicurezza alimentare presso il Ministero della Salute, Maria Caramelli.

Il dialogo con la professoressa Martino, le studentesse, la dottoressa Caramelli (che è veterinaria) e le delegate di Coldiretti Donne Impresa ha fornito ottimi spunti di riflessione sul futuro dell’agricoltura minato dai cibi sintetici e sulla necessità che siano proprio le donne imprenditrici agricole le prime “testimonial” e promotrici della sicurezza e della qualità del cibo italiano che fa grande il nostro Paese.

«Noi imprenditrici agricole – ha commentato Mirella Abbàdimostriamo tutti i giorni, con le nostre famiglie, l’importanza di fare sempre meglio per offrire prodotti sempre più salutari e sempre più sostenibili. Mandiamo avanti le nostre aziende con senso di responsabilità, anche conciliando i tempi del lavoro con quelli della famiglia, perché sappiamo che dal nostro lavoro dipende il futuro di tutti».

Claudia Roggero, nuova delegata provinciale Coldiretti Giovani Impresa Torino

Claudia Oggero

Nei rioni scorsi è stata anche nominata la nuova delegata provinciale di Coldiretti Giovani Impresa di Torino, il movimento giovanile di Coldiretti. E' la rivolese Claudia Roggero, 25 anni, apicoltrice,  laureata in scienze e tecnologie agrarie. Succede a Giovanni Benedicenti, giunto a fine mandato.

Claudia si occupa della gestione delle api e della produzione di miele, dalla smielatura all’invasettatura così come gestisce la vendita diretta dal suo banco del mercato di Campagna Amica a Rivoli e Alpignano. Ma Fattoria Roggero è anche fattoria didattica riconosciuta dalla Regione Piemonte e Claudia svolge attività di educazione agricola e ambientale con le scuole e organizza settimane verdi con i bambini nei periodi doposcuola.

È stata votata dall’assemblea dei delegati territoriali di Coldiretti Giovani Impresa Torino che ha scelto anche il Comitato che, come la delegata, resterà in carica 5 anni.

Il Comitato rappresenta le diverse zone in cui è ripartita l’organizzazione provinciale di Coldiretti e le diverse attività specializzazioni del mondo agricolo. Ma, soprattutto, raccogli i giovani agricoltori (sotto i 30 anni) che hanno scelto di impegnarsi per la crescita sindacale dare il proprio contributo a divulgare le istanza e le battaglie di Coldiretti.

Fanno parte del Comitato: Paolo Raseri, azienda agricola Raseri Giulio, Villardora (zootecnia latte); Gianluca Anrò, azienda agricola Anrò Giuseppe, Vische (cerealicolo); Luigi Baravalle, azienda agricola Baravalle Giovanni e Paolo, Carignano (zootecnia latte e cereali); Paolo Bo, azienda agricola Bo Antonio, Carmagnola (orticole); Massimo Rubinetto, società agricola fratelli Rubinetto, Poirino (zootecnia latte, carne da razza piemontese e cereali); Danilo Savio, azienda agricola Savio Dario, San Sebastiano da Po (zootecnia carne da razza piemontese e cereali); Federica Devietti Goggia, azienda agricola Il Quadrifoglio, Corio (zootecnia latte, trasformazione e vendita diretta e ortaggi); Cinzia Fauda, Cascina Rapelli di Fauda Claudio e Cinzia, Ciriè, (zootecnia latte, trasformazione e vendita diretta); Lorenzo Tesio, Azienda agricola Tesio Giovanni, Caravino (cereali); Andrea Dellacroce, azienda agricola Dellacroce Elio, Vigone (zootecnia carne da razza piemontese cerealicolo); Erica Arbrile, azienda agricola Righero Silvana, Frossasco (zootecnia latte e cereali); Abbà Enrico, Società agricola Pietro Abbà di Abbà Flavio & c., Favria, (zootecnia latte e cereali); Alex Alberand, azienda agricola Alberand di Alberand Alex, Salassa (vitivinicolo);  Daniele Porporato Azienda agricola Porporato Daniele, Volvera (produzione mele e trasformazione in sidro).

Il Comitato dei giovani di Coldiretti

«Se vogliamo garantire un futuro all’agricoltura – ha commentato Claudia Roggero – dobbiamo dialogare con i consumatori. Quando ci interroghiamo sugli effetti dei cambiamenti climatici o quando ci ribelliamo al cibo sintetico, non stiamo solo difendendo il futuro del nostro lavoro ma il futuro del diritto al cibo di tutti».

Un aspetto importante del lavoro del movimento giovanile di Coldiretti Torino è favorire la crescita dell’imprenditoria giovanile. «Dobbiamo avvicinare i giovani all’agricoltura. Ma, nello stesso tempo, dobbiamo batterci perché un lavoro come il nostro, che mette insieme beni comuni come la produzione del cibo, il miglioramento ambientale, il presidio del territorio e la tutela del paesaggio sia sempre più incentivato e valorizzato».

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