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Rivarolo
28 Aprile 2023 - 14:30
Antonino Battaglia
Un minuto di silenzio per Antonino Battaglia. L'ha osservato ieri sera il consiglio comunale di Rivarolo per ricordare lo storico segretario comunale, che nel comune altocanavesano ha coordinato i lavori della macchina comunale per quindici anni. Battaglia è morto nella notte tra il 3 e il 4 gennaio di quest'anno a soli 68 anni.
"È stato un bravo segretario comunale - ha detto il sindaco Alberto Rostagno - riconosciuto da tutti come competente, che ha ricoperto ruoli importanti nella direzione non solo del nostro Comune ma anche di tanti enti sovracomunali". Rostagno ha avuto modo di seguire Battaglia negli ultimi anni di vita come suo medico di base.
Dell'ex segretario comunale ha anche dipinto un ritratto umano nitido: "Lo voglio ricordare come una persona dai toni educati e gentili, sempre sorridente, che aveva nel DNA l'ironia e l'autoironia. Nell'ultima parte di vita è stato meno fortunato, una malattia importante l'ha consumato".
Il sindaco Alberto Rostagno mentre ricorda Battaglia
Non è stata solo la malattia a segnare gli ultimi anni di vita di Battaglia. Nel giugno del 2011, infatti, fu arrestato nell'ambito dell'operazione Minotauro, che contribuì a portare a conoscenza dell'opinione pubblica le attività che la 'ndrangheta stava svolgendo sul territorio canavesano.
L'arresto di Battaglia fu il primo tassello del percorso che portò, l'anno successivo, il Ministero dell'Interno a decidere per il commissariamento del comune di Rivarolo per infiltrazioni mafiose. Il sindaco, all'epoca, era Fabrizio Bertot, oggi consigliere di minoranza che guida il gruppo Riparolium.
"È stata una persona che è stata vicino alla Città e che per la Città ha sofferto" ha detto ieri Bertot in consiglio. L'ex sindaco è anche tornato indietro nel tempo raccontando al consiglio comunale di un episodio avvenuto quando, tra i banchi del consiglio comunale, faceva opposizione alla Giunta di centrosinistra guidata da Edo Gaetano. Gaetano che peraltro era presente in aula tra gli spettatori.
Il ricordo di Fabrizio Bertot
"Quando Gaetano lo nominò Direttore Generale - ha detto Bertot - io votai contro. Scherzosamente lui me lo fece notare, ma poi mi disse: 'Avevi ragione, perché a un anno dalle elezioni non si nomina un direttore generale'". Poi si è rivolto a Rostagno, ringraziandolo per la vicinanza a Battaglia negli ultimi anni di vita: "Fa onore alla sua professione di medico".
Bertot non ha risparmiato una stoccata finale a Rostagno e alla maggioranza sui fatti che riguardano il commissariamento: "Voglio ricordare però a lei e a tanti della maggioranza che ogni qualvolta si ricordano certi fatti della Città di Rivarolo quei ricordi sono un colpo al cuore al ricordo e, prima, alla salute del dottor Battaglia".
Infine, un ricordo umano: "Nessuno può dubitare della buona fede di Nino, era una persona ironica e autoironica con grande senso della compagnia. Penso - ha concluso Bertot con la voce rotta dalla commozione - che sia giusto dargli il tributo che merita".
Nel processo che si era aperto nei confronti di Battaglia era stata poi esclusa l'aggravante mafiosa, inizialmente ipotizzata nel reato di voto di scambio a favore proprio di Fabrizio Bertot, che nel 2009 era candidato al Parlamento europeo. L'aggravante mafiosa non era scattata per un cambio in corso d'opera del corpo del 416ter.
Battaglia fu comunque condannato a un anno e 4 mesi di reclusione dalla Corte d'Appello di Torino. Bertot non fu mai indagato per alcuna ipotesi di reato.
"Gli schizzi di fango si vedono di più sulle camicie pulite" aveva confessato Bertot a La Voce quando, all'indomani della morte, gli avevamo chiesto un ricordo. "Secondo me - ci aveva invece detto Edo Gaetano - è stato l'unico che ha pagato in quella vicenda disperata e brutta. Ad ogni modo, so che finché è stato segretario col sottoscritto una cosa del genere non sarebbe capitata".
Edo Gaetano, ex sindaco di Rivarolo
"Sicuramente - aveva aggiunto l'ex sindaco - è stata una figura controversa, quella storia la conosciamo tutti, ma dal punto di vista umano è stato un ottimo segretario quando io ero sindaco".
Sulla sua figura, e su Minotauro pesano le parole della Corte di Cassazione: 'La ricerca dei voti costituiva il precipuo interesse dell’azione e che peraltro fin dall’inizio era stata individuata quella rete dei calabresi, con la consapevolezza che la stessa avesse implicazioni malavitose, legate a quel tipo di fratellanza'. Per approfondire la vicenda, ecco l'articolo con le opinioni di chi conobbe Battaglia, di Libera e della Corte di Cassazione.
Ad ogni modo, c'è chi ha preferito non partecipare alla commemorazione. È Marina Vittone, capogruppo di Rivarolo Sostenibile che, prima del minuto di silenzio, si è alzata dalla sedia ed ha lasciato l'aula. Vittone è rientrata nel parlamentino solo dopo la commemorazione. "Preferisco non rilasciare dichiarazioni" ha detto a La Voce.
Il posto vuoto lasciato da Marina Vittone
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