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28 Aprile 2023 - 11:07
Nino Boeti, presidente provinciale dell'Anpi
"La Resistenza piemontese non fu solo una caratteristica delle grandi Città come Torino, ma riguardò soprattutto i comuni, piccoli o grandi". La premessa del presidente dell'Anpi provinciale di Torino Nino Boeti va inquadrata in un contesto. Nei giorni scorsi, il paese più in alto della Val Grande di Lanzo, Groscavallo, ha fatto parlare di sé.
Ha fatto discutere, infatti, la decisione del sindaco e della Giunta di non celebrare il 25 aprile, al contrario di quanto fatto dal resto dei Comuni delle tre Valli di Lanzo. La vicenda è stata denunciata pubblicamente dal consigliere di minoranza del paese nonché giornalista de La Stampa, Andrea Parodi.
La protesta silenziosa del consigliere Parodi
Il sindaco del paese, Giuseppe Giacomelli, interpellato da La Voce ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione. Intanto la vicenda ha cominciato a girare. Oltre a Parodi è intervenuto anche il Centro Pannunzio. Immancabilmente, la vicenda non è passata inosservata neanche agli occhi dell'Anpi provinciale torinese.
"Nei comuni piemontesi - ci racconta Boeti - le donne ospitavano i partigiani offrendo loro un pasto caldo. Ricordiamo che anche per questo il Piemonte è l'unica Regione ad aver ottenuto la medaglia d'oro al valore civile, conferita dal presidente della Repubblica nel 2016".
Un conferimento che fu reso possibile anche grazie al lavoro dello stesso Boeti. "Festeggiare il 25 aprile in un piccolo Comune rende omaggio a questa storia piemontese". Peraltro, lo ricordava lo stesso Parodi, Groscavallo non merita ancora più degli altri comuni l'archiviazione nel dimenticatoio della storia resistenziale.
A Groscavallo operarono infatti non soltanto le forze partigiane combattenti, ma anche una figura come il medico Simone Teich Alasia, partigiani senz'armi, che mise in piedi un ospedale in un giorno. Ospedale in cui curò anche un tedesco. Una figura di un'immensa portata morale che andrebbe celebrata tutti gli anni. Boeti, medico anche lui, conobbe Teich Alasia dopo la pensione.
Il sindaco di Groscavallo Giuseppe Giacomelli
Gli chiese come passasse le sue giornate, e l'anziano medico-partigiano rispose con semplicità: "Vengo tutti i giorni al CTO". "Stava continuando - dice Boeti - con i suoi studi sulla pelle".
Ecco, con una storia e un patrimonio morale di questo tipo alle spalle, per Boeti "non festeggiare il 25 aprile è un'offesa a questa storia e, contemporaneamente, un errore, e non capisco perché un sindaco di una piccola comunità non lo abbia fatto, quando invece è proprio nelle piccole comunità che si ritrova il senso della vita, della libertà e della democrazia. Valori che affondano le radici proprio nella lotta di Liberazione".
Simone Teich Alasia
Per questo, "quell'immagine del consigliere di minoranza da solo davanti al monumento ai caduti è un'immagine di solitudine che non appartiene al territorio, perché in quel territorio i partigiani sono morti e hanno combattuto assieme". Un primo cittadino, per il presidente provinciale, dovrebbe valorizzare in tutti i modi questo patrimonio.
"Ho fatto il sindaco anche io - aggiunge il presidente - e so che le scelte che un sindaco fa nel suo comune riguardano lui e i suoi cittadini. L'Anpi non è un partito, ma interviene nelle questioni valoriali; lo facciamo perché siamo figli di quella straordinaria esperienza che è stata la Resistenza".
Da qui l'appello di Boeti: "Invito il sindaco a festeggiare il 25 aprile l'anno prossimo, e a festeggiare anche, prossimamente, il 2 giugno, data in cui mi auguro che non ci sia di nuovo un uomo solo di fronte al monumento. Per quell'occasione si potrà anche organizzare qualcosa assieme all'Anpi".
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