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Il caso
26 Aprile 2023 - 00:30
Andrea Parodi ha commemorato in solitaria il 25 aprile
Eppure dovremmo ringraziarli. Dovremmo ringraziare coloro che, armi in spalla, hanno liberato l'Italia dal nazifascismo col concorso determinante delle forze alleate. A Groscavallo, invece, nella Val Grande di Lanzo, si sono dimenticati della Resistenza. Non la celebrano più.
I monumenti commemorativi restano vuoti, silenziosi, in un giorno in cui dovrebbero riempirsi di canti e di discorsi. Di persone di tutte le età. Ieri il caso della "Resistenza dimenticata" nelle valli di Lanzo è finito pure su La Stampa. Sul giornale torinese ne ha parlato Andrea Parodi, che oltre a essere una firma delle pagine culturali del giornale è anche consigliere di minoranza a Groscavallo. E soprattutto, nota non marginale, è antifascista.
Prima ancora che sul giornale, però, Parodi ha esternato tutto il suo disappunto sui social network. "La solitudine del #25aprile a #Groscavallo", ha commentato ieri su Facebook amaramente. Parodi ha deciso di festeggiare in solitaria.
Il giornalista e consigliere di minoranza Andrea Parodi
"Ho voluto, simbolicamente, celebrare in ogni caso la Festa della Liberazione perchè anche quest'anno Groscavallo è l'unico paese delle Valli a non prevedere una celebrazione ufficiale da parte del Comune per il 25 aprile, e lo stesso comunque capita per il 2 giugno", scrive Parodi su Facebook.
A La Stampa online poi racconta come ha deciso di rendere omaggio a chi ci restituì libertà e democrazia. "Il Comune di Groscavallo non ha previsto nessuna celebrazione, neanche un post simbolico sul profilo Instagram. Di questo comune, da quattro anni, sono consigliere comunale. Di minoranza -spiega- così non ho esitato. Mi sono messo davanti al Monumento ai Caduti per qualche minuto di raccoglimento. Nessun discorso. Nessuna banda a suonare. Solo silenzio, amplificato dalla solitudine del momento, in un contesto obiettivamente unico: un ampio piazzale che affaccia sulla strada provinciale, le montagne alte oltre 3000 metri davanti a me".
Un amico che passava gli ha scattato una foto finita sul suo post di Facebook: "Ho voluto rendere il mio gesto pubblico per denunciare l'assenza di ogni celebrazione, prevista peraltro da una legge dello Stato. Non avrei mai pensato di catturare tanta attenzione e tanta sensibilità".
In un vecchio video di Città Metropolitana si descrive Groscavallo come "il paese in cui sorse un ospedale per i partigiani in un giorno"
Eppure, spiega Parodi, Groscavallo come tutte le valli di morti nella Resistenza ne ha avuti. "Sulla lapide del monumento -spiega ancora a La Stampa- sono incisi i nomi dei groscavallesi che hanno combattuto la Resistenza. Tra questi un partigiano, Battista Mangiardi, e un Internato Militare Italiano morto nei lager nazisti, Francesco Enrietta, che sei anni fa ha ricevuto la Medaglia d'Onore alla Memoria dalla Presidenza del Consiglio. Il mio pensiero è andato a Simone Teich Alasia, giovane medico ebreo unitosi alle formazioni partigiane di Groscavallo nel 1944. Nel dopoguerra Teich Alasia sarà un insigne chirurgo di fama internazionale, fondatore dell'Ospedale CTO di Torino e del celebre Reparto Grandi Ustioni".
Nel 2019, durante il discorso di insediamento come consigliere comunale, Parodi aveva sottolineato l'importanza di invitare i consiglieri di minoranza alla festa della Repubblica, il 2 giugno. Peccato che quell'anno il 2 giugno non fu celebrato. A Groscavallo si celebra invece il 4 novembre, festa delle forze armate, e la messa per gli Alpini di Groscavallo che si tiene in luglio.
"Groscavallo ha una grandissima tradizione resistenziale - ribadisce Parodi a La Voce -. Dal 24 giugno del '44 a metà settembre del '44 Groscavallo è stato uno dei Comuni che facevano parte della Repubblica partigiana delle Valli di Lanzo". Parodi ritorna con noi sulla figura di Simone Teich Alasia.
Simone Teich Alasia
"Senza mai imbracciare un fucile ha creato a Richiardi nella scuola elementare un ospedale partigiano dove salvò anche un tedesco - prosegue Parodi -. È un gesto altissimo che dovrebbe essere di grande pregio, ma tendiamo a dimenticarcene. Come minoranza consiliare portammo in consiglio la proposta di intitolare la scuola a Teich Alasia e ai groscavallesi che si sono impegnati nella realizzazione consiliare. La richiesta fu approvata all'unanimità e la cerimonia si sarebbe dovuta tenere quest'anno il 25 aprile...".
L'altro gesto della Resistenza groscavallese degno di memoria è la battaglia della Crocetta, combattuta il 14 e 15 luglio del '44 sul colle che divide Groscavallo da Ceresole Reale: "In quel frangente i partigiani respinsero la RSI e la X Mas comandati da Pavolini in persona. Eppure se i fascisti fossero penetrati a Groscavallo non so cosa sarebbe potuto succedere, ci sarebbe stata una vera e propria invasione".
Il giornalista groscavallese conclude con una nota amara: "Io mi sento abbastanza umiliato da questo trattamento che il Comune riserva non omaggiando il 25 aprile. Il sindaco, come anche i nostri ministri, hanno giurato sulla Costituzione..."
Qui la risposta del sindaco di Groscavallo e la "strigliata" del Centro Pannunzio.
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