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27 Aprile 2023 - 20:46
Le celebrazioni
Era una staffetta e informatrice della I divisione Garibaldi, e per questo fu uccisa in combattimento presso la sua casa, in cui ospitava un gruppo di partigiani. Una delle novantanove donne piemontesi uccise durante la guerra di Liberazione. Aveva 23 anni. Si chiamava Irma Maddaleno, e nel corso delle celebrazioni per il 25 aprile il Comune di Nole le ha dedicato una targa in frazione Grange.
Irma era nata proprio lì, tra le campagne della frazione nolese, l'11 febbraio 1922. Si era unita alle formazioni garibaldine, di cui aveva osato nascondere alcuni combattenti. Un gesto inaccettabile per la Rsi che, sorretta dai nazisti, ha seminato il terrore per tutto il Nord Italia lungo i venti mesi di guerra civile.
"Grazie alla memoria delle lapidi - tra cui quella inaugurata oggi pomeriggio a Grange intitolata alla giovane Irma Maddaleno, uccisa a soli 23 anni sulla soglia di casa - e delle pietre d’inciampo anche qui a Nole possiamo ricordare i caduti per la libertà e i deportati nei campi di concentramento nazisti" ha osservato il sindaco Luca Bertino.

Su questa scia Bertino ha ricordato come nella Resistenza abbia assunto particolare rilevanza "lo straordinario ruolo delle donne, partigiane combattenti, staffette o semplicemente persone pronte a dare il loro apporto anche preparando una pentola di minestra o recuperando abiti civili per i militari in fuga dopo lo sbandamento dell’esercito italiano. Per la prima volta, pronte a decidere in prima persona da che parte stare, al di là dei vincoli familiari e della società del tempo".
Le celebrazioni per il 25 aprile sono state organizzate dal Comune e dall'Anpi nolese. Anche l'Osservatorio sulla Torino Ceres ha voluto ricordare l'apporto della popolazione nolese alla Resistenza, raccontandone un episodio significativo che si concluse col sacrificio di tre partigiani.
"Il 12 novembre 1944 il treno da Torino arriva alla stazione di Nole. Appostati nei pressi ci sono alcuni partigiani in borghese che subito notano la presenza di un soldato tedesco seduto vicino ad un finestrino e cercano di disarmarlo. Il soldato tedesco ferito durante la colluttazione, scende alla successiva stazione di Mathi dove si è installato un presidio dei paracadutisti della Folgore.
Per rappresaglia il giorno seguente, 13 novembre, tre partigiani catturati nei giorni precedenti sono portati presso la stazione e spinti lungo i binari, dove vengono fucilati. Si chiamavano Bruno Berta, Celeste De Filippi e Carlo Di Gennaro. Ancora oggi una lapide sul muro della stazione li ricorda".
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