Cerca

Cronaca

Sarebbe stata la 'ndrangheta a ordinare il pestaggio dell'ex sindaco Serafino Ferrino

L'ex primo cittadino di Favria era stato aggredito da uno sconosciuto sotto casa

Sarebbe stata la 'ndrangheta a ordinare il pestaggio dell'ex sindaco Serafino Ferrino

Il sindaco Ferrino Serafino

A ordinare il pestaggio del sindaco di Favria Serafino Ferrino ci sarebbe stata la 'ndrangheta. È quello che emerge dalle indagini dei carabinieri di Torino che all'alba di ieri hanno arrestato nove persone che facevano parte a vario titolo di un locale 'ndranghetista che opera nel territorio di Ivrea e dell'eporediese.

Le botte all'ex primo cittadino favriese risalgono alla mattina del 28 luglio del 2017. Ferrino aveva appena dismesso la fascia da primo cittadino dopo che le elezioni erano state vinte un mese prima da Vittorio Bellone, attuale primo cittadino favriese.

L'ex primo cittadino stava tornando da una passeggiata e, mentre rincasava, fu picchiato esattamente sotto la sua abitazione da uno sconosciuto. Quindici giorni di prognosi per lui. Ferrino aveva denunciato subito l'accaduto ai carabinieri di Rivarolo Canavese.

Dietro quell'aggressione, secondo i militari dell'Arma, ci sarebbe stata dunque la volontà di far pagare all'ex primo cittadino per un'affermazione sulla sorella di un uomo incarcerato all'epoca per associazione a delinquere, ovvero Cesare Scalise. Ferrino avrebbe sostenuto che la donna sarebbe riuscita a ottenere "un incarico di portaborse al Comune di Favria perché sostenuta dalle cosche". 

La donna, si legge nell'ordinanza dei carabinieri di Torino, è Antonella Scalise, sorella di Cesare. La donna attualmente ricopre il ruolo di consigliere di minoranza nel Comune di Favria. Ruolo che ricopriva anche nel 2017 subito dopo le elezioni. I membri della 'ndrangheta, offesi dalle parole del sindaco, avrebbero così ordinato il pestaggio.

Nello specifico, le botte a Ferrino sarebbero state ordinate da Antonio Mammoliti, individuato dai carabinieri come uno dei presunti boss del locale di Ivrea arrestati negli scorsi giorni. Per gli 'ndranghetisti Ferrino sarebbe stato "insolente". Lo si desume dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dalla giudice Rosanna Croce del tribunale di Torino.

"Potrebbe anche essere stata la 'ndrangheta a ordinare la mia aggressione - ha replicato l'ex sindaco a La Stampa - ma non perché io abbia assunto Antonella Scalise. Lei da 22 anni ha un lavoro e non avrebbe avuto motivo di chiedermi l'assunzione. La conosco, certo. Era stata una mia alunna e in un paese di 5 mila abitanti ci si conosce un po' tutti".

Ma Ferrino ha dei dubbi sui reali motivi del pestaggio: "Ritengo che questa versione sul mio pestaggio non sia reale - ha detto sempre a La Stampa - È anche vero che ho fatto l'amministratore per 37 anni e il sindaco per 15. Può darsi abbia scontentato qualcuno. Oppure perché all'epoca io facevo parte del Popolo della Famiglia e non avevo celebrato il primo matrimonio tra due uomini".

Ai microfoni de la Stampa si è espressa anche Antonella Scalise: "Non condivido le idee di mio fratello - ha detto la consigliere di minoranza riferendosi a Cesare, citato nell'ordinanza ma non indagato - e la 'ndrangheta non la conosco. E ne vado fiera. Io e mia sorella ci siamo sempre rimboccate le maniche".

Il sindaco Vittorio Bellone, all'epoca appena eletto, aveva espresso a Ferrino la sua solidarietà.  "A nome mio e di tutta l'amministrazione non posso che esprimere la mia solidarietà e vicinanza nei confronti dell'ex sindaco per la vile aggressione subita questa mattina - aveva detto Bellone -. Si tratta di un atto gravissimo che non può essere giustificato in nessun modo. Auspico che si possa fare luce al più presto su quanto accaduto".

Sulle prime si era effettivamente pensato a un'aggressione perpetrata nei confronti di Ferrino a causa delle sue posizioni fortemente contrarie alla concessione dei diritti civili alle coppie omosessuali.

Ferrino era infatti salito agli onori della cronaca per il suo rifiuto di spostare una coppia di persone dello stesso sesso in Comune a Favria. Sei anni dopo, le indagini dei carabinieri danno una nuova versione dell'accaduto.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori